Capitolo 6 - L'ennesimo matrimonio.

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È di nuovo giovedì quando ci incontriamo a casa mia dopo aver cenato. Non dobbiamo attendere molto prima che il padre di mio cugino suoni il campanello. Mi sono assunta personalmente l'onorevole compito di scendere ai piani bassi per chiedere di potergli parlare oggi, così l'ho convinto a salire al secondo piano, dove avrò il supporto della mia squadra. Se gli avessi fatto certe domande davanti a sua moglie mi avrebbero presa per stupida ed infilata in un manicomio a mia volta. Nel senso, avrebbero proprio aperto un manicomio solo per me.

Lo faccio accomodare in cucina dove, attorno al tavolo, tutti gli altri ci aspettano. La sua espressione si fa improvvisamente confusa. Effettivamente forse avrei potuto accennare al fatto che non sarei stata la sola, che c'erano anche altri che avevano bisogno di questa amichevole chiacchierata. Prima di cominciare gli offro una birra, poi mi siedo.

«Ti abbiamo chiesto di venire per un motivo un po' particolare.» gli spiego. «Qualche tempo fa siamo saliti in soffitta per cercare degli sci, come ti avevo già spiegato e abbiamo trovato alcune videocassette. Sai anche che Luca le ha prese per vederle, essendo appassionato di cinema. Ha trovato alcuni vecchi film, video della nostra famiglia e poi una cassetta particolare, diversa da tutte le altre, dove si vedeva un uomo probabilmente in un manicomio.»

Faccio una pausa per esaminare la sua reazione.

«Quindi esiste ancora.» sussurra senza rivolgersi a nessuno in particolare, come se fosse perso nei ricordi.

«Sapevi già dell'esistenza della cassetta?»

«Mia madre ne era ossessionata, ha passato anni a cercare di liberarsi di quei video. Posso vederla?».

Prima di continuare decidiamo di accontentarlo. In fin dei conti si tratta di suo padre, chissà da quanto tempo non lo vede, chissà se almeno si ricorda com'era la sua faccia. Rovisto tra le cartelle del mio computer, che è già strategicamente acceso, e faccio partire il video che Luca mi ha passato. Invece del familiare manicomio che abbiamo visto un centinaio di volte alla ricerca di particolari, però, ci ritroviamo davanti l'ennesimo banalissimo matrimonio e rimaniamo tutti interdetti. Il titolo del video è inequivocabile: CR68-507.1, sono certa di non aver sbagliato.

L'ennesimo cliché insomma.

«Permettimi di andare avanti con la spiegazione e capirai. Spero di capirlo anche io in effetti.» dico, prima che chiunque altro cerchi di spiegare quanto è appena successo.

«Quindi, troviamo questa cassetta e visto il contenuto, ben diverso da questo, decidiamo che vogliamo saperne di più, perché probabilmente siamo degli incurabili ficcanaso. Così sono tornata in soffitta a cercare e ho scoperto che l'uomo del video era tuo padre.» nessuna reazione particolare. La conferma che ne era già al corrente. Continuo. «Nel frattempo abbiamo trovato il nome del manicomio e abbiamo deciso di visitarlo. Sempre perché siamo leggermente ficcanaso.». La sua espressione si fa più curiosa.

Faccio partire il video della finestra sbarrata e della stanza del nostro paziente che Luca ha accuratamente ritagliato da ore di filmato inutili. Poi gli mostro la mappa che abbiamo disegnato. «Quella camera piena di scritte che hai appena visto era quella di tuo padre, a quanto risulta da alcuni archivi che erano ancora all'interno della struttura. Quando ci sono entrata mi era sembrata perfettamente bianca, pulita, come nuova. Invece nel video risulta essere tutt'altro. Suppongo sia la stessa cosa che è appena successa con la videocassetta, si tratta di qualche sorta di illusione.». Ometto la parte del cadavere, ma è decisamente meglio così per tutti quanti. Aspetteremo di sapere cosa ha da dirci prima di svelargli altro.

«Non so davvero cosa dire. Ho sempre pensato che mio padre fosse pazzo, invece scopro che potrebbe aver avuto ragione. Dopo tutto questo tempo. C'è una cosa che devo dirvi, che forse può aiutarvi. Dovete però promettermi che niente di tutto questo uscirà mai da questa casa, per nessun motivo.»

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