Parte 4

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-Che stai facendo?- aveva domandato Filippo al fidanzato che stava iniziando ad aprire il cartone della sua pizza

-Apro le pizze, non avevi fame?-

-A lavarsi le mani, forza!- aveva ordinato il biondo sparendo dalla visuale del cubano. Einar si era alzato a malincuore e l'aveva seguito in bagno. Se c'era una cosa che odiava di Filippo era la sua malsana ossessione per la pulizia, non che Einar non tenesse all'igiene, ma quella del biondo era una vera e propria fissa, se non si lavava le mani minimo ogni tre-quattro ore iniziava a farneticare in merito ad invasioni di batteri e altre cavolate simili, per non parlare delle taniche di Amuchina che si portava appresso continuamente e la mania delle pulizie domestiche che dovevano essere obbligatoriamente fatte a giorni alterni.

Lo aveva raggiunto in bagno dove lo aveva trovato chino a strofinarsi energicamente le mani insaponate sotto l'acqua corrente del rubinetto. Gli si era avvicinato e con molta nonchalance lo aveva circondato con le braccia e aveva preso a lavarsi le mani premurandosi di far aderire perfettamente i loro corpi in modo che il biondo potesse sentire ciò che poco prima aveva lasciato insoddisfatto

-Sei serio?- aveva detto Filippo alzando un sopracciglio

-Che c'è?-

-Senti il bisogno di appoggiarmelo anche mentre mi sto lavando le mani?-

-Eh no caro il mio Filippo, è qui che ti sbagli, questo potremmo chiamarlo al massimo "sentiti in colpa, non ti vergogni per come mi hai lasciato?" L'appoggio è una cosa ben diversa-

-Ma davvero?- Einar non aveva risposto alla domanda, piuttosto saccente a sua opinione, del compagno ma si era limitato a poggiargli delicatamente una mano aperta tra le scapole e a spingerlo verso il basso per farlo piegare sul rubinetto. Aveva spinto il bacino ancora una volta contro quello dell'altro e aveva fatto aderire il suo petto con la schiena del biondo

-Questo è un appoggio, ti conviene ricordartelo in futuro- aveva sussurrato Einar nelle orecchie di Filippo facendogli rizzare del tutto i peli delle braccia. Si era rialzato dopo pochi secondi e si era asciugato le mani in silenzio. Aveva fatto per aprire la porta quando si era sentito artigliare la maglietta e tirare indietro

-Dove scappi?- aveva detto il più piccolo afferrandolo per le spalle e facendo congiungere le loro labbra in un bacio tutt'altro che casto, il cubano aveva colto la palla al balzo e aveva afferrato l'altro per i fianchi baciandolo nuovamente

-Ora andiamo però, altrimenti si freddano le pizze- aveva sussurrato Einar direttamente nell'orecchio dell'altro -Continuiamo dopo-

I due ragazzi erano tornati in salotto in totale silenzio e avevano consumato la loro cena allo stesso modo guardandosi di sottecchi ogni tanto, avevano buttato i cartoni delle pizze così come le bottiglie vuote di birra nel cestino della cucina. Aveva seguito un silenzio imbarazzante fatto di braccia conserte e sguardi bassi, nessuno dei due sapeva cosa dire ma entrambi continuavano ad alzare gli occhi ogni tanto per poi riabbassarli quando l'altro li alzava.

Si erano mossi nello stesso momento ed erano andati a sbattere l'uno contro l'altro, erano rimasti attaccati per un po' senza avere il coraggio di staccarsi, gli occhi puntati l'uno in quelli dell'altro

-Fanculo, da quando siamo diventati così timidi- aveva esclamato Einar afferrando Filippo per i fianchi e sbattendolo con ben poca delicatezza contro la dispensa. La reazione del biondo non si era fatta attendere, aveva portato le braccia intorno alle spalle del più grande e con uno slancio aveva allacciato le gambe intorno alla vita di Einar. Il cubano aveva preso ancora una volta l'iniziativa e aveva appoggiato le labbra su quelle del biondo dando il via ad un'effusione che di casto ed innocente aveva ben poco

-Andiamo di là- aveva mugolato Filippo sulle labbra dell'altro

Einar non aveva risposto e aveva approfittato del momento di distrazione dell'altro per baciarlo di nuovo e inserirgli la lingua in bocca, non che al biondo dispiacesse, amava quando il cubano prendeva l'iniziativa. Si erano baciati ancora e ancora, facendo cozzare i denti e le lingue tra di loro. Si erano staccati a malincuore per prendere fiato e si erano guardati negli occhi per qualche secondo, entrambi con il fiatone

-Ti voglio- aveva sospirato il biondo sulle labbra dell'altro che aveva sentito un brivido scuoterlo da capo a piedi

-Anche io ti voglio-

Si erano ritrovati in camera, entrambi nudi, stesi sul letto mentre continuavano a baciarsi. Non sapevano esattamente come ci erano arrivati in camera tanto erano stati impegnati a mangiarsi a vicenda, il tragitto cucina-salotto-camera restava un mistero, così come i vestiti che magicamente avevano smesso di essere sui loro corpi e si erano ritrovati disseminati per terra tra scatoloni e fogli di pluriball da imballaggio.

Einar si era intrufolato tra le ginocchia di Filippo che lo aveva stretto forte fino a togliergli il fiato, il cubano in risposta aveva portato due delle sue dita sulle labbra del biondo che aveva preso a succhiarle avidamente

-Te la senti?- aveva chiesto preoccupato Einar togliendo le dita dalla bocca di Filippo

-Sono quattro anni che lo facciamo e ancora c'hai l'ansia, certo che me la sento. Muoviti-

-Scusa se ho paura di farti male!- aveva esclamato stizzito il più grande riuscendo a malapena a finire la frase a causa del bacio improvviso che il più piccolo aveva depositato frettolosamente sulle sue labbra

Einar si era fatto coraggio ed aveva iniziato a massaggiare delicatamente con le dita l'apertura del biondo che aveva mugolato di piacere. Sentire quel verso di gradimento aveva infuso in Einar nuovo coraggio che l'aveva spinto ad inserire un primo dito e ad iniziare a muoverlo piano

-Dimmi se ti faccio male- aveva chiesto Einar, ora nuovamente preoccupato, guardando il viso contratto da una piccola smorfia di Filippo

-Stai andando bene, continua- lo aveva rassicurato il biondo, il cubano allora aveva inserito cautamente il secondo dito e aveva preso a muoverlo come il primo alternando movimenti circolari e a forbice -Dai, sono pronto- aveva pigolato Filippo ormai al limite, Einar aveva sfilato le dita dal corpo dell'altro e gli aveva preso il viso tra le mani lasciandogli un piccolo bacio casto sulle labbra

-Ti amo-  aveva soffiato Einar sulle labbra del più piccolo che aveva aperto la bocca per rispondere ma era stato interrotto dal rumore della sua fastidiosa suoneria -E adesso chi cazzo è?- aveva urlato Einar con disappunto. Filippo si era girato a pancia in giù e aveva afferrato il cellulare che teneva sul comodino

-È Emma, che sarà mai successo a quest'ora?-






Note:

Avevo detto che avrei aggiornato venerdì o sabato e nel dubbio ho aggiornato di giovedì. La coerenza che mi contraddistingue è sempre spiazzante c'è da dire.

Oggi la faccio brevissima perché vado di fretta, ringrazio sempre tutti coloro che dedicano anche solo un minuto per leggere, stellinare o commentare la storia, mi date una carica che non potete nemmeno immaginare, vi adoro <3

Cosa succederà secondo voi nel prossimo capitolo?

Cosa sarà mai successo ad Emma?

Che ne pensate dell'asfaltata della Celentano contro il duo di ballerini bianchi?

Ma soprattutto, che ne pensate dell'asfaltata di Fil contro la tipa della Warner?
Vi lascio con queste domande, spero di riuscire ad aggiornare presto, se qualcuno volesse lasciare un commento o un voto è  ben accetto e ricordo che la mia messaggeria è sempre aperta a tutti, che sia per un'idea, un consiglio o una critica.

Di mobili Ikea, notizie sconvolgenti e specchi fin troppo grandiWhere stories live. Discover now