Parte 3

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-Raga non so ancora come ringraziarvi, davvero, ci avete salvato la vita- aveva detto Einar sulla porta mentre salutava Emma e Simone che stavano scendendo le scale. Simone si era girato, gli aveva rivolto un occhiolino e aveva ripreso a scendere le scale come se nulla fosse

-La prossima volta che venite a trovarci vi fermate a cena però, non accetto un no- aveva sbraitato Filippo da dietro le spalle del fidanzato ai due ragazzi che ormai erano quasi giunti a piano terra

-Filo, tu non hai fame?- aveva chiesto il cubano mentre teneva una mano sullo stomaco gorgogliante

-Da morire- aveva ammesso l'altro una volta chiusa la porta del loro appartamento

-Che ne dici se ordiniamo la pizza e ce la mangiamo sul divano come ai vecchi tempi-

-Ci sto, magari ci facciamo anche qualcos'altro su quel divano- aveva risposto Filippo con un sorrisino sulle labbra che lasciava ben poco spazio alla fantasia

Einar aveva chiamato immediatamente la pizzeria più vicina e in meno di tre secondi si era fiondato sul divano a penisola dove il fidanzato lo attendeva steso e con la testa appoggiata ad uno dei braccioli

-Da quanto non lo facciamo?- aveva mugolato il cubano mentre si infilava tra le gambe del compagno

-Tre giorni- aveva risposto Filippo allacciando le caviglie dietro la schiena di Einar

-Decisamente troppo per i miei gusti- la maglia di Einar era ben presto finita per terra e quella di Filippo l'aveva seguita poco dopo, avevano preso a baciarsi come se non si vedessero da giorni, settimane forse.

Il biondo aveva invertito le posizioni e con un colpo di reni si era ritrovato seduto sul bacino di Einar

-Così la prossima volta dici a Simone che sì, mi piace comandare anche a letto- aveva sogghignato Filippo iniziando a muovere lentamente il bacino avanti e indietro. Einar, che già stava iniziando ad avere problemi nei pantaloni di suo, si era ritrovato a maledire mentalmente Filippo per il tono di voce estremamente sensuale che aveva usato. Se continuava così rischiava di venire senza nemmeno che glielo avesse toccato

-Allora avevi sentito!- aveva esclamato Einar con un barlume di lucidità mentre l'altro continuava a strusciarsi in modo maledettamente lento sul suo bacino

-Diciamo che Simone ha un concetto tutto suo di "sussurrare" e tu hai un problema bello grosso nei pantaloni-

-Se quello che senti è bello grosso il problema è più tuo che mio- lo aveva rimbeccato Einar con un sorrisino malizioso sulle labbra

-Ah si? E se per una volta volessi stare sopra io?-

-Non lo faresti perchè sei troppo pigro-

-Anche tu hai ragione- si era ritrovato ad ammettere Filippo, cosa che non avrebbe ammesso mai, invece, era che gli piaceva particolarmente farsi sovrastare da Einar perchè si sentiva protetto e al sicuro tra le sue braccia muscolose -Dai, oggi mi sento clemente, mettiti seduto- aveva ordinato Filippo scendendo a malincuore dal bacino del fidanzato

-Quanto mi mancava tutto ciò- aveva sospirato Einar trasognante obbedendo agli ordini dell'altro

-Lo dici come se ti lasciassi costantemente a secco- aveva esclamato offeso il biondo

-Non sto dicendo questo, è solo che è da un po'-

-Ma se te ne ho fatto uno mercoledì in bagno a casa dei tuoi, con i tuoi nella stanza accanto per giunta-

-Va bene, hai vinto, mi arrendo- Filippo gli aveva rivolto un ghigno soddisfatto e si era inginocchiato tra le sue gambe. Aveva sciolto il nodo dei lacci della tuta di Einar e lentamente gliel'aveva calata fino alle caviglie insieme ai boxer, aveva preso l'erezione svettante del cubano tra le mani ed aveva iniziato a pomparla energicamente beandosi della visione del fidanzato che nel frattempo aveva reclinato la testa

-Oddio- aveva sospirato Einar stravolto dal piacere -Sarai la mia rovina-

Filippo aveva ghignato nuovamente e, interrompendo il lavoro precedentemente iniziato, aveva avvicinato il viso al membro eretto del compagno prendendo a leccarne la punta lascivamente. Einar si era lasciato sfuggire un sonoro mugolio di gradimento che il biondo aveva interpretato come un "continua, stai andando bene". Il cubano si era ripreso dallo stato di trance quando aveva sentito la lingua di Filippo staccarsi dal suo membro

-Hanno suonato- aveva detto il più piccolo

-Che significa?- aveva detto Einar con un tono di voce un po' troppo acuto, possibile che il fattorino avesse scelto di arrivare proprio in quel momento

-Significa che qualcuno ha suonato al campanello, sono arrivate le pizze-

-È proprio necessario aprirgli?-

-Io ho fame, muoviti, rivestiti e prendi due birre dal frigo, continuiamo dopo in camera- aveva ordinato Filippo con un tono che non ammetteva repliche

Einar aveva sospirato pesantemente mentre l'altro andava incontro al fattorino, conosceva Filippo da una vita e sapeva che non sarebbe uscito vivo da quella casa se si fosse messo tra il biondo e la sua cena. Si era rivestito a malincuore con l'erezione dolorante e insoddisfatta, dopo l'avrebbe decisamente fatta pagare a quel piccolo stronzetto che ancora si ostinava a chiamare fidanzato. Aveva arrancato lentamente verso la cucina strusciando i piedi a terra, aveva aperto il frigo e afferrato due lattine di birra poi era tornato sul divano dove l'attendeva Filippo con la loro cena


Note:

Ebbene sì, ho aggiornato. Pensavo di farlo domani ma non ho resistito e l'ho pubblicato oggi.

Che ne pensate? A me non convince al 100% ma questa è una cosa ricorrente quando scrivo quindi chiedo umilmente la vostra opinione.

Ci tenevo a ringraziare nuovamente tutti coloro che hanno votato, commentato o anche solo letto questa storia, non pensavo di ricevere un riscontro tanto positivo in così poco tempo e ne sono veramente contentissima. Siete una grandissima gioia <3

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e magari lasciate una stellina se vi va, per quanto riguarda l'aggiornamento credo che posterò venerdì o sabato, ancora devo decidere, voi quando preferireste?

Vi lascio con un ultimo interrogativo, secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? Riusciranno i nostri eroi a concludere qualcosa o verranno interrotti nuovamente dalle forze del male?

Di mobili Ikea, notizie sconvolgenti e specchi fin troppo grandiWhere stories live. Discover now