Nel silenzio di mille parole

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Le nostre bocche si rincorrono, si scontrano, le nostre mani cercano quelle dell'altro, cercano il corpo dell'altro, i nostri corpi reagiscono a questo scambio di lingue in un modo così naturale, così perfetto che tutto diventa immediatamente più chiaro e limpido ed è assurdo che tutto ciò stia succedendo ora e non sia successo la prima volta che i nostri occhi si sono incontrati, la prima volta che ci siamo resi conto di essere elettricità a contatto con l'altro.

E' assurdo ed è tutto tremendamente bello, tremendamente forte, così forte da far tremare le gambe, i miei pensieri si calmano, la mia testa si zittisce, le paure sembrano solo un lontano ricordo, esiste solo Claudio, le sue mani su di me, la sua bocca sulla mia e tutti i brividi che insieme stiamo provando, alzo una mano e vado a stingere forte i suoi capelli, li accarezzo, faccio passare le mie dita tra di loro, li tiro leggermente e mi tiro Claudio ancora più addosso quando improvvisamente lo vedo spalancare gli occhi come spaventato, sento freddo nell'esatto momento in cui allontana le sue mani da me e capisco che ha ripreso a pensare, che la sua mente ha ripreso ad elaborare pensieri e paure ed è incredibile come in quell'esatto momento lo faccia anche la mia.

Sento le sue mani forti sulle mie spalle e sento la sua spinta arrivare, forte, decisa, prepotente ma impaurita e sofferta allo stesso tempo.

"No!" dice piano allontanandomi da lui e mettendosi le mani sulla bocca come a voler cancellare quel bacio che fino a pochi secondi fa stavamo condividendo.

"Che cazzo stiamo facendo Mario? Cosa diavolo stai facendo?" la sua voce trema e sento tutte le paure che sta provando, che gli stanno cadendo sopra come un macigno pesante.

"I-io non, n-on ce la facevo più." Dico semplicemente e sono sincero, non ce la facevo più a stargli lontano, a lottare contro ciò che mi si scatena dentro ogni volta che lo vedo, che lo sento parlare, che lo sento ridere, che lo vedo vivere.

"Non puoi fare così cazzo, dietro questa porta, a pochi passi di distanza c'è tua moglie e tu stai baciando me. Non possiamo fare questo, io non faccio queste cose."

"Claudio no, io..i-io.."

Tutto diventa improvvisamente così difficile, avrei mille cose da dire, mille spiegazioni da dare ma le parole mi si bloccano in gola perché non appena vedo i suoi occhi spaventati, i suoi occhi pentiti per quel bacio che invece per me aveva ricucito insieme tutti i pezzi, la voce non riesce ad uscire e ogni spiegazione mi sembra così stupida, così banale, così inutile.

"Claudio un cazzo Mario, io non voglio essere complice di questa cosa, di questa tua crisi d'identità o qualunque cosa sia, di questo tradimento, torna da lei e smetti di incasinarmi la vita." Mi urla furioso prima di sorpassarmi, guardarmi un'ultima volta ed uscire dalla porta, lasciandomi solo in quello stupido bagno dove per la prima volta il mio cuore aveva imparato a battere.

La testa mi gira, riesco ad entrare in uno dei bagni giusto in tempo per vomitare dentro al water e non per terra, mi libero di un po' dell'alcool che ho bevuto e che circola nel mio corpo, mi libero un po' di quella sbronza che mi fa ragionare poco lucidamente ma che non è così forte da farmi dimenticare ciò che è successo poco fa, vomito ma non riesco a liberarmi da quel peso che si è formato sul mio petto e che non ha niente a che vedere con i bicchieri di troppo, vomito e non riesco a liberarmi dei suoi occhi verdi prima così vicini ai miei e un'istante dopo così lontani, così arrabbiati, così spaventati.

Mi aggrappo alla porta e riesco a trascinarmi fino al lavandino per sciacquarmi il viso e riuscire così a prendere un po' di colore poi esco dal bagno e inizio a guardarmi intorno ma di Claudio nessuna traccia, vedo il suo gruppo di amici ancora al tavolo, esattamente dove erano prima ma di lui nemmeno l'ombra, segno che una volta uscito da quella porta sia scappato, abbia avuto il bisogno di correre lontano, da me.

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