Era una piacevole giornata quando Federico si avvicinò alla macchina, una macchina con 16 gigabyte di ram e un processore quad-core da 3.4 gigahertz capace di macinare i più tetri algoritmi quadratici.
La pressione del tasto d'accensione avviò le turbine e il computer inizio a rombare, i led lampeggiarono all'unisono e il boot-loader, puntuale come un'orologio atomico, mostrò i sistemi operativi pronti all'avvio.
"Debian GNU/Linux" in tono rassicurante ergeva su tutte le altre scelte e inevitabilmente Federico scelse quella.
Il kernel venne caricato in RAM e i binari del sistema operativo iniziarono a propagarsi all'interno della memoria centrale.
Il processo di init iniziò a far proliferare la vita popolando il sistema dai demoni e dai servizi che l'avrebbero resa pronta per un piacevole e funzionale uso.
Appena il Login Manager si manifestò, Federico, in una combinazione di eleganza e maestria, digitò la coppia di Username e Password, invocando l'ultimo dei demoni: il Desktop Environment.
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Vim, l'editor della bestia
Generel FiktionStoria di un utente annoiato che scopre le incredibili potenzialità dell'editor Vim. Dopo un primo incontro spigoloso nasce un'intenso amore che produrrà programmi ben indentati ed elenganti.