Decisioni difficili

43 0 0
                                    

Erano passate due settimane dal giorno in cui Owen aveva preso un aereo per volare in Europa. La sua vita insieme a Teddy procedeva per il meglio, in pieno accordo con le sue aspettative. Aveva chiamato la Bailey per dirle che si sarebbe preso le ferie, poi aveva chiamato April per darle indicazioni sui suoi pazienti: stava mettendo in standby la sua vita da chirurgo d'urgenza al Grey Sloan Memorial Hospital. L'unica vita che aveva sempre amato. Erano due settimane che non prendeva un bisturi, che non aveva uno stetoscopio sempre a portata di mano. I ritmi frenetici del pronto soccorso gli mancavano parecchio, ma si godeva il tempo libero e la vita di coppia. Teddy andava a lavoro e lui aveva ripreso a correre come faceva prima. Passava nel parco dietro casa, poi lungo il fiume ed infine faceva tappa alla clinica per un caffè con la sua donna. Leggeva, aggiornava le cartelle che April inviava via mail e parlava con Megan per raccontarle le novità. Sua sorella aveva reagito molto bene alla notizia, sapendo che era stato il suo discorso a permettere ad Owen di vedere le cose da una prospettiva diversa. Aveva sempre cercato di aiutare tutti, a volte annullando se stesso. Si era messo in secondo piano, pensando prima al benessere altrui. E intanto non seguiva i suoi sogni, non si prendeva il tempo per una corsa o per guardare verso l'oceano. Pensava al benessere delle persone che aveva accanto ma non al proprio e Megan era riuscita a sbloccarlo. Mesi prima, Owen non avrebbe mai preso quell'aereo per andare a dichiararsi... e invece lo aveva fatto. Aveva colto l'opportunità di essere felice.
Dal canto suo, Teddy lo era altrettanto. Si divideva tra il lavoro e l'amore, riuscendoci bene. Da anni tornava a casa e non trovava nessuno ad aspettarla, cenava da sola e si stendeva sul divano a guardare la TV o a leggere un libro. In quei quindici giorni, non era più stata sola. Tornava a casa ed Owen era lì, a guardarla mentre si chiudeva la porta alle spalle. Aveva qualcuno con cui condividere la propria giornata, poteva raccontare cosa era successo e lasciarsi raccontare qualcosa.
Dopo il lavoro, aveva due braccia da cui lasciarsi stringere e due occhi blu in cui perdersi.

Erano quasi le 20, Teddy aveva ritirato due pizze da asporto e stava rientrando a casa.
"Owen, sono tornata", disse senza ricevere risposta. Sentì la sua voce nell'altra stanza, era al telefono e aspettò che chiudesse la chiamata.
Pochi minuti più tardi, lui la raggiunse e si misero a tavola. "Ciao. Mi ha chiamato Miranda... voleva sapere di quanti altri giorni avevo bisogno. Le ho detto che non potevo darle una risposta, non prima di poterle spiegare bene la situazione."
"Cosa hai intenzione di fare?"
"Vorrei finire il mese di ferie che mi spetta e poi prendere una decisione. La Kepner ha le abilità necessarie per poter prendere il mio posto, l'ho formata io e mi fido di lei."
"Stai dicendo che davvero saresti pronto a lasciare Seattle per stare qui? Tu odi l'Europa. Non hai mai nemmeno pensato di poter vivere in una città diversa dalla tua."
"Non l'ho mai fatto perché non ne avevo motivo. Adesso ce l'ho, il motivo è qui in piedi di fronte a me e mi sta guardando."
"Owen io..."
"Non sai cosa dire. Lo so, anche se non è così facile lasciarti senza parole. In queste due settimane ho scoperto cosa significa avere una vita normale. Non lavoro e mentirei se dicessi che non mi manca. Sono in astinenza da chirurgia, mi manca il caos del pronto soccorso e il tabellone degli interventi... ma ho te. Ti aspetto quando rincasi, ti trovo accanto quando mi sveglio e stiamo bene. Gli ospedali ci sono anche qui, avrei delle buone referenze... potrei cercare un posto da chirurgo."
Non sarebbe stato facile ricominciare da un'altra parte, lasciarsi tutto alle spalle. Soprattutto per chi, come lui, aveva sempre temuto i cambiamenti. Eppure in quel momento gli sembrava possibile accettarne uno, anche se così grande.
"Hai paura, vero?"
"Si Teddy, sono terrorizzato da tutto questo. Non posso negarlo, ma non voglio permettere alla paura di impedirmi di essere felice. E ora io lo sono, noi lo siamo. Abbiamo un'opportunità, non voglio farmela scappare. Non mi interessa in quale città o stato viviamo, voglio poterti stare accanto ogni giorno."
"Voglio solo che tu ne sia sicuro. Ti conosco, so quanto tutto questo sia difficile da gestire. Tu non pensi, agisci. Quando ci sono in gioco i sentimenti tu ti destabilizzi, perdi la testa. È una scelta difficile e non voglio che tu ti senta costretto a prenderla. Non fraintendermi, sarei la donna più felice del mondo se mi dicessi di volerti trasferire qui ma abbiamo tempo. Non dobbiamo affrettare tutto, non adesso che abbiamo deciso di stare insieme. Sono stata senza di te per anni, posso sopportare la distanza. Prima o poi uno dei due dovrà prendere una decisione, ma voglio che venga presa con la consapevolezza che sia giusta. Tu ed io abbiamo fatto scelte avventate in passato, guarda come è andata. Abbiamo sofferto entrambi, non voglio che accada nuovamente. So che possiamo funzionare, non voglio che tutto si rovini perché uno dei due fa un passo falso."
"Neanche io voglio rovinare il nostro rapporto e fare passi sbagliati. Abbiamo ancora tempo per riflettere. Adesso vieni qui, abbracciami."
"Ti amo", disse stringendolo a sè. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 12, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

L'amore trova sempre la stradaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora