Capitolo 5

4.9K 240 7
                                    

Allora. Ciao a tutte/i. Non ho superato la mia crisi, anzi, però ho deciso di pubblicare lo stesso un altro capitolo, per quanto faccia schifo, in realtà ho perso un po' l'ispirazione, sono un po' bloccata e non sono molto convinta, scusate per questo capitolo(cortissimo) ma spero che vi piaccia comunque. Un bacione e grazie a tutti.

La cena trascorreva in modo abbastanza tranquillo. No, non è vero.. Era tremendamente imbarazzante. Insomma, stavo cenando con il mio futuro marito e suo figlio che aveva solo qualche anno in più di me. Mi alzai per sparecchiare mentre loro rimasero seduti. Iniziai a sciacquare quei pochi piatti, nel più totale silenzio, come d'altronde era trascorsa tutta la cena, a parte qualche tentativo da parte di Christopher nel fare conversazione con suo figlio, facendo domande e ricevendo come risposta solo brevi e concise frasi. Finché Ian ruppe quel silenzio. «Allora..» fece una pausa, «Quand'è che vi sposate?» trattenni il respiro, già perché il tempo passava e il nostro matrimonio si avvicinava.. Christopher si affrettò a rispondere «A settembre. Tra quattro mesi» ormai avevo avuto il mio riscatto, Adam ormai era solo un ricordo, parlare di lui non mi scalfiva. Stavo avendo dei ripensamenti su questa storia, ma non potevo tornare indietro, sarei diventata la signora Wallace. «Oh beh, fra poco quindi. Con i preparativi come siete messi?» ma non poteva proprio tenere la bocca chiusa? «In realtà non molto bene, io sono sempre impegnato per il lavoro, Keira si è appena trasferita, non saprebbe da dove iniziare ed in più non ce la farebbe a fare tutto da sola..» sospirai ed in silenzio mi andai a sedere con loro. Christopher continuò a parlare «Ian, in realtà volevo chiederti una cosa.» alzai la testa di colpo e lo stesso fece suo figlio, cosa doveva chiedergli? «Sarei felice se tu fossi il mio testimone, ovviamente se tu vuoi.» Ian sorrise e abbracciò il padre «Ma certo papà, ne sarei felicissimo.» sorrisi vedendo quei due, si volevano bene, si vedeva. «Però avrei un altro favore da chiederti.» «Si papà, dimmi.» «Ti ho già detto che essendo impegnato con il lavoro non posso aiutare Keira con i preparativi, quindi ti sarei grato se l'aiutassi tu ad organizzare il matrimonio.» cosa? Avrei dovuto organizzare il mio matrimonio con lui? Alzò lo sguardo nella mia direzione e mi fisso per un po', i suoi occhi mi mettevano a disagio «Beh, se per lei va bene si.» ad un tratto mi sentì due paia di occhi addosso, guardai prima il padre, poi il figlio. Dovevo accettare per forza. «Oh, sisi, per me va bene.» feci un sorriso tirato.

Non poteva andare meglio, stavo per sposarmi con un uomo che non amavo e avrei dovuto organizzare il nostro matrimonio con suo figlio nonché suo testimone nonché un figo assurdo.

Salì le scale per dirigermi in camera, ma trovai Ian poggiato al muro che mi fissava. «Che stai facendo qui?» lui sorrise, «Ti stavo aspettando.» disse quella frase con una calma assoluta, come se fosse una cosa ovvia, mentre io diventai tutta rossa. «Com... Cosa? Perché mi aspettavi?» «Dobbiamo metterci daccordo. Mio padre tiene molto a te, vuole che tu sia felice, e vuole che tu abbia il matrimonio che hai sempre desiderato.» feci un sorriso amaro, anche io tenevo a Christopher, ma non era con lui che avevo immaginato il mio matrimonio, il matrimonio che avevo sempre desiderato. «Si, certo, possiamo cominciare domani, puoi venire a prendermi al lavoro?» mormorai con aria assente, «Si, va bene, hai già dato un occhiata a qualcosa? Come preferisci la location? La chiesa?» feci qualche passo in avanti con lo sguardo fisso a terra, «No, non saprei da dove cominciare, mi dispiace» lo guardai per un istante, «Vado in camera mia, scusami.» stavo per aprire la porta, ma mi sentì prendere per un braccio ed in un istante mi trovai con le spalle contro il muro ed un altro corpo, il suo corpo, sopra il mio. «Che succede?» soffiò. Lo guardai per un attimo trovandomi senza fiato «Non succede niente, non preoccuparti, sono solo un po' stanca, domani tornerò come nuova.» feci un sorriso, o almeno credo che uscì un sorriso. Gli poggiai la mano sul petto e lo sentì trattenere il fiato per poi osservarmi in silenzio. Solo dopo forse un minuto parlò «Va bene gattina, allora ci vediamo domani.» sfiorò il lato delle mie labbra con le sue e poi si allontanò, lasciandomi lì con il cuore a mille, forse per la paura di essere scoperti lì, in quella posizione, o forse per altro.

Ricomincio da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora