aiuto

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Chiedere aiuto è difficile.

La cosa peggiore è spiegare cosa senti esattamente. Piangi un po', rievocando i terribili momenti che passi ormai troppo spesso. È orribile poi se ti viene detto che magari sei solo stanca, o troppo emotiva o ti viene chiesto se per caso hai il ciclo.

Poi, quando e se capiscono che hai veramente bisogno di aiuto cambia tutto. Improvvisamente ti trovi in un edificio bianco e spoglio, se sei fortunata qualche parete è dipinta color giallo vomito. I quadri appesi lo rendono solo più straziante, come le etichette colorate sulle medicine.

C'è una persona che mi aiuterà in una stanza. Ma io le dovrò spiegare tutto, dirle ogni cosa, e insieme affronteremo i miei pensieri, li capiremo e li supereremo.

Ma io non li voglio affrontare. Voglio solo scappare, non li voglio vedere, non li voglio sentire. Voglio solo che se ne vadano. Per sempre. Non posso combatterli, non sono abbastanza forte. Starei solo peggio.

Davanti a quella porta bianca il mio cuore si ferma.

Quell'etichetta di metallo dice solo il cognome della psicologa. Grazie a questo la immagino già come un freddo robot pronto a giudicarmi, invece del caritatevole angelo che mi farà sentire meglio.

Mi giro indietro, per scappare. Incontro degli sguardi pieni di compatimento e con un pizzico d'incoraggiamento.

Mi volto di nuovo e faccio due passi verso la porta.

Avvicino la mano come a rallentatore, quasi sfioro la maniglia.

"Non puoi farcela" dice la mia mente.

Corro via.

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⏰ Last updated: Apr 01, 2018 ⏰

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