I tragici risvolti dell'avarizia

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Helrik, per risparmiare, non mangiava quasi niente tutto l'anno: qualche pezzo di pane raffermo, fagioli, un po' di carote... tranne qualche volta, quando decideva di compensare con il migliore affare del mondo: l'all-you-can-eat. Cibo abbastanza sano, delizioso, per tutti i gusti: l'unico caso in cui mangiare moltissimo può divenire addirittura un guadagno.
Così pranzava quel giovedì. Si riempiva si bocconcini prelibati e sorseggiava l'acqua inclusa nel prezzo (naturale, perché in quella con le bollicine c'è meno acqua), ignorando tutto ciò che lo circondava che potesse infastidirlo. Persino coloro che nutrivano i piccioni (anche se in genere li insultava a causa dello spreco che perpetravano). Ma improvvisamente un evento accadde a turbare la sua giornata: distratto dal tintinnio di una moneta, si voltò di scatto per poterla vedere subito e quindi metterci le mani, e così fece cadere sul pavimento un nigiri. Un fatto oltremodo tragico, perché lasciarlo lì forse avrebbe comportato un sovrapprezzo - la triste condanna di coloro che non riescono ad ingozzarsi abbastanza. E lui non poteva accettarlo. Non riusciva neanche a pensare alla moneta sul suolo tanto che era sconvolto. Come avrebbe potuto evitare di pagare quei sei euro? Non venendogli in mente alternative, in un attimo prese il nigiri da terra e lo mangiò.
Fu così che l'avarizia - in forma di *malattia oro-fecale a caso* - decretò la sua morte.
Fine.


Racconto liberamente ispirato ad una agghiacciante storia vera.


Anche sul mio blog: http://seargreyson.blogspot.it/2018/03/i-tragici-risvolti-dellavarizia.html

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