TERZO CAPITOLO

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Non so quasi nulla di Greta Hoffman, ma una cosa la so: è vedova.

Anche la sua storia, proprio come la mia, è finita sulla bocca di tutti. In reparto quasi non si parlava d'altro, sebbene lei non sia un'infermiera di cardiologia. Non so perché, ma alla gente piace confabulare sulle disgrazie altrui.

E, chissà, forse prima che Veronika morisse io ero identico a tutti loro, ma poi le cose sono cambiate, sono diventato il protagonista di quelle disgrazie, e ora questi pettegolezzi non mi piacciono più. Desidererei solo un po' meno superficialità e più rispetto. Vorrei entrare in mensa senza sentire qualcuno dire "Ehi, hai sentito? Il pro zio di Mark è morto di ictus". Certe volte i posti affollati si trasformano in una specie di telegiornale improvvisato, di bollettino di guerra, ed è frustrante, credetemi. Soprattutto quando tutto ciò avviene in un luogo come l'ospedale dove noi tutti, medici e infermieri, abbiamo a che fare con la vita e, ahimè, la morte, ogni santo giorno. Dovremmo essere le persone dotate di maggiore tatto, no? E invece siamo le prime a prendere questo aspetto dell'esistenza umana sotto gamba. Questo, chiaramente, fin quando a morire non è un nostro caro. In quel caso, come detto, cambia tutto.

«Ti sei ammutolito. Cos'hai?», mi chiede Thyra appena parcheggio l'auto davanti al ristorante.

«Vorrei non essere qui», rispondo. Poi scendo dalla Mercedes senza permetterle di proseguire oltre. Non voglio parlarne. Non me la sento di dirle che la presenza di Greta mi scombussola così tanto. Non credo che capirebbe.

Il punto è che saremo i due vedovi della situazione. I due protagonisti della serata. Non mi stupirei se ci mettessero seduti vicino, come se così potessimo sentirci meno soli e lenire, per qualche strana ragione, il dolore reciproco.

Ma non è così. Non sempre chi conosce il tuo dolore può aiutarti a soffrire meno, spesso non fa altro che ricordartelo, proprio perché vedi te stesso riflesso nei suoi occhi, nella sua tristezza.

«Ti odio. Non avrei mai dovuto accettare di venire qui. Avrei fatto bene a restare a casa con Roman», sento dire alle mie spalle.

Ed è lei, Greta Hoffman, vestita con un semplice completo blu e con i boccoli che le scendono delicati sulle spalle. Se non altro anche lei si è pentita di aver accettato l'invito.

Forse qualcosa in comune ce l'abbiamo davvero...

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