22. Accoglienze

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Eros si ritrovò la spada di Roxen puntata alla gola, mentre lei indietreggiava tenendosi a debita distanza. - Cosa cavolo vuole il dio dell'amore da me? - domandò lei in un ringhio.

Eros fu costretto ad abbassare l'arco e a guardarsi dalla lama che gli sfiorava gelida la giugulare. Merlino gli corse incontro nel tentativo di calmare la ragazza, ma il dio gli fece cenno di no. Eros incrociò lo sguardo iroso di Roxen, provò a tranquillizzarla, ma lei lo stava rifiutando.

- Sì, sono Cupido - iniziò tentennante - o Eros, che dir si voglia. Ma sono comunque io, la divinità dell'amore. Non sono stato mandato da Milene, ma ho deciso di incontrarti di mia iniziativa. - Confessò mentre cercava di farle abbassare la spada. - Gli dei sono interessati al tuo potere Roxen, alcuni vorrebbero usarti per i loro scopi... -

Fu interrotto da Riske che iniziò a battere le mani, camminando intorno a Roxen e insinuandosi nei suoi pensieri. - Ma pensa, le divinità che vogliono usarti! Che novità! Come se già non lo stessero facendo per far fuori Origine, non è vero, Roxen cara? -

La strega seguì il demone con lo sguardo. Eros sperò che non si lasciasse sopraffare dalla sua lingua biforcuta e credesse a lui invece che al demone!

Riscke continuò a girarle intorno come se stesse danzando con lei - Le divinità credono di essere superiori a tutto e tutti. Non si sporcano mai le mani! Milene poi, che interviene solo per ammonirvi e minacciarvi, mai per aiutarvi o prevenire i vostri sbagli... prima ha lasciato che il Principe delle Tenebre ti mordesse e poi ha privato il povero Xander dei suoi poteri! È colpa di Milene se Lio è morto! - continuò facendo scivolare un chicco d'uva nella sua bocca, mentre si assicurava che le parole diventassero dardi pungenti che la facessero vacillare.

Il turbamento di Roxen era evidente e con un ghigno di soddisfazione, Riscke continuò la sua arringa. - Se Milene non avesse sottratto i poteri a Xander, probabilmente Patrick avrebbe potuto ben poco contro voi due uniti... -

- No, Rox! - gridò Eros disperato - Non lo ascoltare! Doveva andare così e basta! - avanzò verso di lei rischiando di ferirsi, ma doveva riportare la sua fiducia su di sè.

Riscke scoppiò in una risata sgangherata tenendosi la pancia. Continuò così per diversi secondi, appoggiandosi contro un tavolo e battendovi rumorosamente la mano sopra. - Questa è bella! Doveva andare così? Anche con Psiche doveva andare così, Cup? -

Eros si voltò infuriato verso Riscke e senza indugi gli scoccò una freccia in pieno petto. Il demone però l'afferrò a pochi centimetri dal torace e la spezzò con entrambe le mani. Il dio ne rimase sconvolto: era la prima volta in assoluto che un suo tiro non andava a segno. Quel demone era decisamente più pericoloso di tutti i nemici che aveva affrontato fino ad allora. Avanzò a grandi passi verso Riscke, incurante delle conseguenze. - Tu non devi neanche nominarla! - urlò, piantandogli un dito nel petto. Digrignò i denti fino a farsi dolere le gengive. Nessuno poteva nominare Psiche, specialmente quell'essere spregevole che gli stava davanti.

Riscke si alzò in tutta la sua statura e afferrò Eros per il collo. Le urla della donne si levarono in tutta la sala. Roxen si fece avanti con la spada, seguita da Merlino e Milacre.

Il demone alitò in faccia al dio con spocchia - E tu, divinità, non devi neanche provare a toccarmi! - rinsaldò ancora di più la presa attorno al collo.

Il dio dell'amore, afferrò con entrambe le mani il braccio di Riscke e glielo girò facendogli dislocare la spalla e a quel punto lo lasciò andare. Roxen corse al suo fianco preoccupata: era sicuro che gli avrebbe voluto fare un sacco di domande, ma non era ancora arrivato il momento delle risposte.

Eros vide Milacre e Merlino puntare le loro spade contro il viso di Riscke, che stava rimettendosi il braccio a posto.

- Questa è casa mia e tu non sei gradito! - gli intimò l'ex druido.

Riscke scoppiò a ridere di nuovo - Oh sì, questa è casa tua e non la lascerai... così come i tuoi cari ospiti! - così dicendo fece entrare una decina di mostri.

Roxen si precipitò contro la porta cercando in tutti i modi di tenere i mostri fuori dalla stanza, ma erano troppi e lei non aveva la forza fisica per contrastarli. Erano tutti della stessa specie: il corpo peloso, le mani e i piedi con pollici opponibili, il viso dalle sembianze suine dotato di dentatura da squalo e zanne lunghe e nere che partivano dai lati del naso, le orecchie a punta all'insù, come quelle dei lupi.

Kalì corse al fianco di Roxen e sfoderò i suoi poteri da demone aiutandola a chiudere l'ingresso. La strega la guardò con gratitudine, mentre dall'altra parte i mostri spingevano sempre con più prepotenza.

Gli invitati iniziarono ad andare nel panico. Pur essendo demoni avevano dimenticato come si combatteva: il regno di Milacre e Kalì era diventato un regno pacifico e lussuoso, solo i sovversivi venivano puniti. Si accalcarono contro le finestre, cercando una via di fuga.

- Ma perchè non ci aiutano invece di strillare? - chiese Roxen, che assieme a Kalì stava resistendo all'attacco dei mostri.

La donna gatto sorrise amareggiata - Li abbiamo viziati troppo in questi anni! -

- Senti, Kalì, io mi sono stancata, non so che poteri hai tu, ma io con la spada me la cavo abbastanza bene... facciamoli a fette! - propose Roxen, mentre un lampo di divertimento le fece brillare gli occhi di un verde più intenso.

- Oh si! - miagolò la donna leccandosi le labbra e mostrando i denti affilati.

***

Il fascio di luce si ripeté sollevando anche la cascata, che travolse come uno tsunami sia Alexander che il troll.

Alexander, però, riuscì a separare le acque e a passarvi in mezzo, raggiungendo l'ingresso della cascata. Quel fascio di luce doveva essere opera della Sterminatrice, quindi Vlacu aveva ragione: si nascondeva lì.

In quel momento giunsero Sara, Samuel e Christian planando dolcemente sulla collina bagnata.

Alexander indicò loro il troll che ancora lottava con l'onda che lo aveva investito. Sara annuì scagliandosi subito contro il nemico e facendolo scappare a gambe levate. Alexander aspettò che i suoi amici si avvicinassero e indicò loro la cascata che avevano sotto i piedi. - Ragazzi, credo che qui sotto ci sia l'ultima Sterminatrice. -

Lo disse euforico, sicuro di aver trovato ciò che stava cercando, ma l'euforia durò poco, perchè un enorme mostro marino, con tentacoli e il muso da pesce martello, si abbatté su di loro avvolgendoli tutti.

Sara si dimenò e senza pensarci due volte azzannò il tentacolo che la stritolava, il mostro emise un suono simile a un lamento, ma non la lasciò andare. Samuel si trasformò e usando la sua forza diede un forte strattone spezzando il tentacolo che lo tratteneva. Il mostro urlò. Samuel corse subito ad aiutare Sara. Insieme, tirando e mordendo, riuscirono a fratturare anche quello. Lei gli cadde tra le braccia e lui l'afferrò al volo.

Sara lo ringraziò velocemente e corse subito ad aiutare il fratello. Cominciò a tirare il tentacolo verso di sè, mentre Christian spingeva e scalciava. Alexander scagliò una serie di pugnali di ghiaccio che trafissero la carne del mostro, ferendolo non solo ai tentacoli, ma anche alla testa. Il mostro marino allentò la presa su Christian e i due riuscirono a scivolare da sotto.

Alexander corse verso il capo della bestia e con il sasso che aveva raccolto prima lo colpì più e più volte, finché non lo finì. Il ragazzo cadde a terra ansimando. Aveva il cuore che tamburellava nel petto come se volesse uscire. Mentre tornava a respirare normalmente vide Christian accovacciarsi al suolo e passarsi una mano tra i capelli, poi i loro occhi si incrociarono e capì che sapeva qualcosa.

- Ho avvertito dei pensieri molto scuri, pieni di rabbia. - I suoi occhi dorati indicarono la cascata - Non vuole che entri - lo avvisò.

Alexander si pulì il viso sporco di pioggia e terra e alzò il mento con fare scocciato. - Che lo voglia o no, io entrerò là dentro! Prenderò la mia pietra e porterò lei a Bran, dalla sua Falce - dichiarò rabbioso.

Tutti puntarono lo sguardo verso la cascata. Il cielo sembrò farsi ancora più grigio e minaccioso di quanto non fosse stato fino a quel momento. Le gocce di pioggia cadevano giù più pesantemente e con ritmo più veloce. Il mare parve agitarsi e le acque della cascata divennero più scure e piene.

La Sterminatrice stava dando loro il benvenuto.

Prophecy - Sapphire [Completa]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum