«Ti piace?» gli chiese con delicatezza, anche se quella domanda per lui era solo di circostanza.
Sapeva che fosse preso, ma non sapeva quanto.

Paulo non parlava mai di ragazze.
Certo, era capitato che facesse degli apprezzamenti su una bella ragazza, che ci provasse con qualcuna.

Ma mai qualcosa in più.

«No» rispose e sembrò anche sincero e lo sarebbe anche stato, se non avesse pensato a quella ragazza ventiquattr'ore su ventiquattro «Sono solo confuso, mi manca Antonella» e quella era una bugia, lo sapevano entrambi.

Antonella era Stabilità, era casa.
Una costante della sua vita da più di tre anni.
Eppure non si sentivano quasi mai, si vedevano poco, non dormivano insieme e lui non sapeva più nulla della sua vita.

Non stavano insieme.

«Non puoi fare chiodo scaccia chiodo, lo sai?» disse e la sua risata ritornò a farsi viva «E poi che c'entra lei?»

«Forse se ritornasse qui a Torino sarebbe tutto più facile»

Paulo osservò l'amico, quell'espressione che diceva già tutto e non servivano altre parole.

«Più facile perché non penseresti ad Idie?» domandò, centrando il punto della situazione.

Paulo non disse niente per un po', si limitò a guardare le linee del pavimento bianco e a pensare a quanto poco colorato fosse casa sua.

«Ti va una birra? » gli chiese di rimando il più piccolo, aprendo il frigorifero.

«Paulo..non » tentò di dire.

«O forse vorresti.. » lo interruppe ancora il numero dieci.

«È la figlia di..» disse esasperato l'ex del Napoli.

«Okay, allora usciamo se proprio non vuoi nulla. Andiamo a bere qualcosa fuori» annunciò con tranquillità, prendendo le chiavi della macchina.

Sì, era nella mierda.







Idie chiuse la porta d'ingresso senza preoccuparsi di non farla sbattere.

Il suono era fastidioso, e le fece arricciare il naso e sbuffare.

Si tolse la giacca e la lanciò un po' a caso sul divano.

Olga apparì sulla soglia della cucina con un sorriso dipinto sul volto segnato da rughe.

«Ciao cara» disse «tutto bene?»

L'accento russo di Olga era quasi del tutto sparito dopo i venticinque anni passati in Italia.

Aveva cresciuto lei Idie, tra gli aerei per Parigi e le prime crisi adolescenziali.

«Bene» masticò la ragazza, si guardò intorno, cercando di capire se fosse da sola in casa, come spesso accadeva.

C'era solo il cane appollaiato sul tappeto.

«Papà?»

Olga si pulì le mani con il grembiule, Ha detto di non aspettarlo per cena»

La donna guardò attentamente la reazione di quella che definiva la sua bimba.

Idie non le diede la soddisfazione di mostrare che le importava che suo padre non fosse lì.

Ma Olga la conosceva meglio di chiunque.

Idie odiava tutto quel silenzio, quella casa enorme vuota dove si sentiva persa.

𝕿𝖗𝖚𝖊 𝕮𝖔𝖑𝖔𝖗𝖘|| P.DWhere stories live. Discover now