3. Il messaggio

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Bussai alla porta, una, due, tre volte.
Ermal, con i capelli scompigliati e con addosso solo un accappatoio, mi aprì.
Sembrava parecchio imbarazzato quando mi vide, e mi salutò.
"Ciao, entra, accomodati. Io intanto vado a mettermi qualcosa addosso..."
Entrai nella lussuosa stanza, e Fabrizio mi fissò con i suoi occhi di ghiaccio che incutevano quasi timore.
Mi sorrise e mi lanciò una maglietta, quella che avevo richiesto, di colore grigio.
"Tieni. Spero ti vada bene."
La provai subito: mi stava a pennello.
Proprio in quel momento Ermal uscì dal bagno, con i capelli ricci messi in ordine.
"Che dite se andiamo fuori in terrazza?" Chiese.
Io e Fabrizio rispondemmo di sì e ci fiondammo tutti e tre fuori.
"Dobbiamo parlare piano però, ci sono altre stanze accanto alle nostre: a destra ci sono Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, e a sinistra abbiamo il cantante e il pianista de i lo stato sociale. Entrambi hanno il sonno leggero e non vogliono essere disturbati durante la notte..." Mi sussurrò Ermal.
"Okay." Risposi.
Fabrizio tirò fuori dalla tasca una sigaretta e si mise a fumare.
"Siete stati grandi stasera! La canzone mi è piaciuta un sacco!!"
"Grazie mille!" Mi risposero quasi in coro.
In quel preciso momento il telefono di Fabrizio fece bip.
"Mi è arrivato un SMS dal mio collaboratore Andrea Febo. O sono complimenti o sono cattive notizie."
Aprì il messaggio e notai che gli tremava la mano. Forse per emozione, forse per paura.
"Che dice?"
"Siamo stati sospesi dal festival."
Lo disse tutto d'un fiato.
Rimanemmo lì, scioccati. Nessuno osava dire una parola.
Fabrizio batté un pugno contro il muro, era rabbioso.
"Fanculo!" Gridò
Ermal era come paralizzato. Delle lacrime gli rigavano il volto.
Capii che in fondo in fondo era fragile, solo che non lo dava a vedere.
Ci abbracciammo tutti e tre insieme.
"Dobbiamo essere forti, affrontare la conferenza di domani con coraggio e dimostrare che quei cretini si sbagliano." Disse Fabrizio.
"Esattamente." Gli diedi ragione.
Ermal guardò l'orizzonte, e disse:
"E se cantiamo la nostra canzone qui davanti a questo magnifico panorama?"
Fabrizio lo guardò con un'aria mista tra preoccupazione e rabbia.
"Sì. In fondo non ci hanno fatto niente, no?"
Sorrisi. Insieme cominciammo a cantare:
"Cadranno i grattacieli e le metropolitane
I muri di contrasto alzati per il pane
Ma contro ogni terrore che ostacola il cammino
Il mondo si rialza col sorriso di un bambino

Non mi avete fatto niente
Non mi avete tolto niente
Non mi avete fatto niente
Non avete avuto niente..."

Ci abbracciammo un'altra volta, sotto quel cielo trapunto di stelle.
Non ci avevano fatto niente.

~Non mi avete fatto niente~ | •MetaMoro• |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora