Halo.

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Era assurdo come un piccolo studio mi riuscisse a mettere tanta agitazione tutta insieme, più di quanta ne avessi su un palco davanti a migliaia di persone, su un palco di uno stadio, sotto migliaia di occhi. Ma quello studio non era uno studio qualunque. Era lo studio da dove tutto era cominciato, era lo studio dove ero cresciuta, era lo studio dove mi ero innamorata, era lo studio dove ero diventata la ragazza che ero oggi, era lo studio che mi aveva visto crescere, migliorare, diventare la cantate che ero adesso.

Ho sempre amato cantare. La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Mia madre mi dice sempre che ho imparato prima a cantare e poi a parlare. La prima volta che ho preso un microfono in mano avevo solo quattro anni, la prima volta che ricordo di aver cantato una canzone avevo quattro anni. Era una canzone che avevo ascoltato alla pubblicità e che mi era rimasta impressa in mente e non avevo mai smesso di cantarla. Certo la maggior parte delle parole che dicevo erano inventate, soprattuto perché a quell'età ancora non conoscevo l'inglese. Poi all'età di sette anni, mia madre mi aveva iscritto ad una scuola di canto e da allora, il canto era diventato parte fondamentale della mia vita. A sedici anni avevo scritto la mia prima canzone e da allora non avevo più smesso di scrivere. Cantare era la mia vita. Lo sapevano i miei genitori, la mia migliore amica e il mio insegnate di canto. Per questo, poco più di un anno prima, era stato proprio lui ad iscrivermi ai casting per Amici15. Era grazie a lui se ora ero una cantate a tutti gli effetti. Era stato lui a convincermi a partecipare a quel casting che mi aveva cambiato la vita. Quei casting che mi avevano permesso di realizzare il mio sogno. Quei casting che mi avevano dato molto di più di una carriera da cantante.

"Agitata?" mi domandò Stefano affiancandomi. Non risposi, non c'era bisogno che lo facessi. La mia espressione parlava da sola. E poi Stefano aveva imparato a conoscermi durante quell'anno trascorso lì. Era uno dei ballerini professionisti del programma ed era anche il supporter dei ragazzi. L'anno prima mi aveva aiutato molto a sconfiggere l'ansia e a dare il meglio di me. Soprattuto durate i casting, o durante la prima puntata dello speciale del sabato, o alla prima puntata del serale, o ancora alla finale.
"Oh avanti, hai cantato negli stadi, hai aperto i concerti in America e ti agiti a cantare qui dentro?" rise divertito ed io annui.
"Lo so.. ma fa un certo effetto. Solo un anno fa ero seduta io tra quei banchi." mormorai affacciandomi da dietro il palco per vedere cosa accadeva in studio. Due ballerini si erano appena sfidati e stavano raggiungendo il centro dello studio per sentire il parere dei professori. Sorrisi riconoscendo uno dei due ballerini. Andreas Müller. Aveva partecipato all'edizione precedente del programma insieme a me, ma poi a causa di un infortunio era dovuto andare via e quest'anno aveva deciso di riprovarci, riprovarci perché voleva sapere come doveva finire. Ma Andreas Müller era molto più di un ballerino, almeno per me. Avevamo legato sin da subito, era stato il primo ragazzo con cui avevo parlato il giorno dei casting. Ci eravamo incontrati fuori gli studio, lui era uscito a fumarsi una sigaretta mentre io ero uscita fuori a prendere una boccata d'aria per smaltire la tensione. In quel momento pensavo che nessuno sarebbe riuscito a calmarmi, eppure era bastato un suo sorriso, era bastato parlare con lui per tranquillizzarmi. Certo, quando ero rientrata negli studio l'ansia era tornata. Ma era la giusta ansia che mi serviva per affrontare il casting e dare il meglio di me stessa. Ricordo ancora la gioia che provai quando entrambi riuscimmo ad entrare nella scuola. Io ero stata la prima dei due a ricevere la maglia della scuola e quando avevo indossato la felpa, lui mi aveva sorriso. Ricordo come mi aveva abbracciato dopo aver indossato anche lui la maglia. Ancora non ci conoscevamo bene, ma avevamo già legato.

"La sfida a squadre è stata vinta dai Tassorosso." Annunciò Maria risvegliandomi dai miei pensieri. Osservai Andreas sorridere e dare il cinque ad uno dei suoi compagni di squadra per poi sentire Maria annunciare il mio arrivo.
"Prima di iniziare la prossima sfida guardiamo un filmato." Disse mentre Stefano mi raggiungeva di nuovo e mi porgeva un microfono. Gli sorrisi mentre nello studio guardavano un video sul mio percorso da quando ero entrata nella scuola fino ad ora. Sullo schermo apparvero video di alcune mie esibizioni, titoli delle canzoni che avevo registrato mentre ero lì, i risultati che aveva avuto il CD che avevo fatto uscire quasi un anno prima, io che vincevo l'ultima edizione del programma e che alzavo in alto la coppa mentre i coriandoli riempivano lo studio, alcune mie esibizioni successive al programma. Poi lo schermo si fece blu e sopra apparve il mio nome scritto in bianco a caratteri cubitali.
"Amelia." Esclamò Maria richiamandomi. Presi un profondo respiro ed entrai anche io nello studio che mi aveva visto crescere, sotto le urla dei fan.
"Ciao a tutti.." sorrisi salutando con la mano sinistra mente con la destra stringevo forte il microfono per scaricare l'ansia.
"Sei bellissima.." sorrisi ancora quando partì il solito coro dagli spettatori. Intanto io sentivo il mio cuore battere velocemente nel petto. Faceva sempre un certo effetto stare lì, era un po' come tornare a casa.
"Allora Amy, come è stare di nuovo in questo studio?" mi chiese Maria sorridendomi.
"È un po' come tornare a casa. Anche se ho visto che molte cose sono cambiate dall'anno scorso." Mormorai guardandomi intorno. Salutai qualche fan che mi richiamava, sorrisi ai professori che mi avevano aiutato nel mio percorso e poi osservai i ragazzi che erano seduti tra i banchi. Sapevo perfettamente come si sentivano, infondo un anno prima ero nella loro situazione.

Halo.Where stories live. Discover now