Cap 4 Ricordo

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Ancora una volta Abbadon prese a ridere, una risata forzata che non piaceva per nulla ad Uriel.
- Tu sei pazzo! Mi stai chiedendo l'impossibile. Anche io ho dei limiti e questo è uno dei rari casi in cui un mio contratto non ti servirebbe a nulla! Se speravi che riavendo le ali saresti potuto rientrare in paradiso ti sbagli di grosso, non è così che funziona, altrimenti lo avrei fatto secoli fa!
Uriel era arrabbiato. Aveva fatto tutta quella strada per nulla.
-Non mi importa come ma tu devi fare in modo che io rientri in paradiso! Non mi importa cosa vuoi in cambio, ti darò tutto ciò che vuoi ma tu devi trovare un modo!
Un fulmine attraversò la mente di Abbadon che sedendosi nuovamente sulla sua bellissima e comodissima sedia gli sorrise, ad Uriel non piaceva il modo in cui lo faceva, sembrava avere qualcosa di malvagio in mente ma d'altronde cosa poteva aspettarsi da un demone.
- Come tu ben sai io prendo potere dalla anime degli umani grazie ai miei contratti, più le loro richieste sono specifiche più io ne traggo benefici.
-Arriva al dunque Abbadon.
Era impaziente e voleva andarsene da lì il prima possibile.
- Io non posso ridarti le tue ali ma posso aiutarti a trovare il passaggio che ti ricondurrà in paradiso, in più...posso darti le armi necessarie ad uccidere un Arcangelo. Che ne dici?
Non era quello che aveva chiesto, riavere le sue ali era la priorità ma visto che non poteva farci nulla al momento la sua offerta non poteva essere rifiutata.
- Cosa vuoi in cambio?
Abbadon ci pensò per qualche secondo.
- voglio le ali di un Arcangelo!
Lo sguardo gli si infuocò. Per Uriel non sembrava essere un problema, le avrebbe strappate personalmente a Gabriele e glie le avrebbe consegnate su un piatto d'argento.
-Tutto qui?
Abbadon sorrise soddisfatto come preso e un irrefrenabile frenesia.
- tutti qui!? Ahhhh amici mio sei davvero esilarante.
La porta d'ingresso di aprì da sola.
- Adesso vai, ho parecchio su cui lavorare e parecchi demoni da richiamare, ti contatterò io non appena il contratto è pronto.
Uriel smaniava, non aveva tempo di aspettare.
- Non ho tempo di aspettare, ne ho bisogno subito!
Il volto di Abbadon di rabbuiò, nella stanza calò il gelo e tutto divenne scuro.
- Non penso tu sia nella posizione di poter scegliere, non sfidare la mia pazienza.
Abbastanza scocciato e alterato se ne andò pecorrendo la strada a ritroso. Le via della città erano ormai deserte, questo lo aiutò a pensare e subito apparve lei nella sua mente, Elise. Non avrebbe duvuto portarla con se, sapeva che Gabriele tramava qualcosa ma mai si sarebbe aspettato qualcosa di così malvagio. Nella gerarchia angelica Michele era a capo degli angeli, manteneva l'equilibrio tra il loro mondo e il mondo dei demoni, gli umani si trovavano esattamente nel mezzo di una guerra infinita che non potevano vedere ne prevedere. Gabriele era il secondo di Michele, lui era come tutti gli Arcangeli un essere puro e fiero, finché qualcosa in lui cambiò e iniziò a comportarsi in modo strano, Uriel che era il terzo Arcangelo se ne accorse e iniziò a pedinare Gabriele ma c'era un' altra persona che se ne era già accorto; lo stesso Michele iniziò a tenerlo lontano dalle battaglie, a tenerlo all'oscuro dei suoi piani finché un giorno Michele lo tradì inviando in paradiso un orda di Demoni durante una battaglia che vedeva quasi tutte le forze angeliche altrove. Fu un vero massacro, Uriel che guidava l'armata si accorse troppo tardi che era un diversivo, sentiva le forze di Michele affievolirsi. Tutto era così vivido nella mente di Uriel che gli sembrava essere di nuovo li, ricordava le parole di Elise mentre insieme volavano verso quella che purtroppo sarebbe stata la fine per lei.
- Ci rincontreremo un giorno, in un' altra vita.
Ricordava ancora il rumore della lama che fece uscire dal fianco di Elise, si era messa in mezzo per proteggerlo, il sangue ricopriva le sue mani e la vita della sua amata di spensetra le sue braccia. Mentre continuava a ricordare quell' orrore si rese conto che era gia arrivato all'ospedale.
Clare era ancora in quel buio da sola rannicchiata su se stessa in attesa di un qualsiasi segno che la liberasse da quell'incubo finché lo sentí, era flebile cone un sussurro ma sembrava essere un campanello. Si alzò sperando non fosse il frutto della sua immaginazione, lo senti di nuovo ma adesso non era più così flebile, si faceva sempre più forte e notó che non era un campanello ma in "Beep". Quando riuscì a sentire distintamente il suono un forte colpo al torace la buttò a terra, aveva dolore ovunque poi la sentii, la voce di sua madre che la chiamava.
Un lampo squarciò nuovamente il cielo proprio sopra l'ospedale, Uriel sentì un aura così forte che rimase immobile mentre nascondeva i vestiti rubati sotto il materasso. Durò tutto pochi istanti ma riusciva distintamemte a sentire del potere angelico in quel reparto. Si fiondò nel corridoio seguendo la scia che andava affievolenfosi e si trovò davanti la stessa stanza dove aveva visto la morte prendere l'anima di quella ragazza tutta pelle e ossa.
-Non è possibile!
Esclamò incredulo a quello che stava vendendo, lei era sveglia e stringeva la mano di sua madre che rideva e piangeva allo stesso tempo. Non poteva credere a quello che stava vedendo perché nessuno sfugge alla morte una volta arrivata la propria ora, come ci era riuscita? Qualche ora prima era una semplice e gracile umana mentre adesso un potere angelico giaceva dentro di lei.
Aveva ancora i tubi alla gola eppure si girò dalla sua parte fissandolo con quegli occhi azzurri che sembravano due stelle brillanti.

The Contract Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ