-"Non puoi fare certe battute se diventi rossa anche tu!! E poi cosa c'entra?!"

Miriam parcheggiò.

-"Nulla, nulla. Ma sai quanto adoro infastidirti!!"

Presi la borsa e uscii dalla macchina, sentii la mia amica fare lo stesso.

-"Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai?"

-"Riesci ad essere stonata anche con una canzoncina come questa..."

La aspettai ed entrammo insieme al bar, una volta che ci fummo sedute ricordai che la vendetta é un piatto che va servito freddo e quando Miriam andò a lavarsi le mani -non era nemmeno in grado di mangiarsi un cornetto senza fare casino- parlai con il cameriere che le piaceva e lo invitai alla festa di Riccardo sottolineando che "la mia amica riccia ha insistito tanto perché ti invitassi" e permettendogli di dargli tutte le altre informazioni tramite Facebook.

Sperai che a Riccardo non dispiacesse e continuai a parlare con Miriam per il resto della colazione senza farle capire nulla, peccato che poi mi confessò che l'argomento di quei 243 messaggi che non avevo avuto voglia di leggere fosse proprio la festa di Halloween.

Passai il tragitto dal bar all'Università a ridere come una stupida.

Dalle 11 alle 17, termine dell'ultima lezione, la mia testa fu occupata da un unico pensiero: l'uscita di Creamson Peak, un film horror che aspettavo da mesi e che avevo intenzione di guardare al cinema, anche se ero da sola.

Arrivai giusto in tempo e mi misi comoda al posto che mi avevano assegnato; non era la prima volta che andavo a guardare qualcosa senza compagnia quindi, oramai, non ero ne nervosa ne spaventata che qualche strano individuo si sedesse di fianco a me, per questo non riuscivo a spiegare lo strano senso di disagio che mi aveva attanagliato il petto.

Le luci si spensero ed io provai a calmarmi, un uomo con cappotto si era seduto nella fila davanti a me, a qualche posto di distanza: non mi aveva guardata, non si era girato, non aveva neanche parlato; era solo come me e probabilmente voleva godersi il film in tutta tranquillità; allora perché me ne stavo preoccupando tanto?

Saltai in aria quando il film cominciò e così continuai fino alla fine del primo tempo: non c'era nulla di cui aver paura eppure io tremavo.

Presi un pacchetto di patatine e tornai dentro, l'uomo seduto davanti a me era scomparso e così il senso di ansia che mi aveva attanagliato per metà film. 

Piansi per il finale, asciugai il trucco che era scolato e lasciai il cinema. 

L'aria fuori non era fredda come mi sarei aspettata ma il mio sangue si gelò comunque: poco lontano da me, nascosto nell'ombra, c'era l'uomo col cappotto e mi stava fissando.

Ho sempre pensato che nel momento in cui mi fossi trovata in pericolo sarei stata in grado di scappare, avrei sentito l'adrenalina scorrere nelle vene e sarei scattata via senza guardarmi indietro. Mi resi conto di essermi sempre sopravvalutata nel momento in cui quello sconosciuto cominciò a camminare verso di me; avrei voluto correre o almeno urlare, invece rimasi immobile.

Sentivo le viscere contorcersi per la paura mentre il mio petto cominciò a bruciare, mi sfogai mordendo il labbro inferiore finché non sentii il sapore del sangue dentro la mia bocca e appena l'uomo entrò nel mio campo visivo scoppiai a ridere.

Lui mi guardò sotto shock mentre la mano che aveva alzato per salutarmi gli ricadde sul fianco, l'altra mano invece la portò alla nuca confuso, forse non si aspettava un'accoglienza del genere.

Per rendere il tutto ancora più imbarazzante gli saltai al collo per abbracciarlo, mi sentivo stupida ma soprattutto sollevata di vedere una faccia amica mentre la mia testa mi immaginava imbavagliata e ferita in qualche garage.

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⏰ Last updated: Mar 28, 2020 ⏰

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