1. Routine

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Novembre 2013

Sorrisi al ragazzo di fronte a me mentre allungava la mano guantata nella mia direzione, uscì la mano destra dalla tasca e anche io, leggermente tremante sia per il freddo che per l'imbarazzo, avvicinai il mignolo al suo.

Non riuscivo a capacitarmi di come riuscisse a mettermi in soggezione con le sue bambinate, ma forse avrei dovuto rassegnarmi, la colpa non era di certo la sua, la verità era che la mia timidezza non sarebbe scomparsa col tempo.

Diciotto anni belli e fatti e trovarsi ad essere rossa in viso per un tizio che ti stringe il mignolo, andiamo bene!

Distolsi lo sguardo dalle nostre dita intrecciate e guardai il viso del moro, era incredibile come il tempo fosse passato in fretta e di come neanche lui, nonostante le apparenze, fosse cambiato: era molto più alto di quando lo avevo conosciuto, il suo viso aveva i tratti marcati e la mascella scolpita, il suo fisico si era gonfiato e la sua voce era diventata roca ma la sua dolcezza, anche se a volte era nascosta dall'orgoglio, persisteva ancora, così come la possessione nei miei confronti e le scenate di gelosia che spesso mi facevano dubitare della sua maturità.

-''Se mi fissi così non riesco a parlare.''

-''Come se tu potessi realmente imbarazzarti.''

Gli rivolsi una linguaccia e abbassai lo sguardo, sarei rimasta volentieri a fissare il leggero strato di neve che copriva la terra sotto le mie scarpe ma le sue dita mi fecero alzare il volto costringendomi a guardarlo.

-''Ah giusto, sei tu che tremi per qualsiasi cosa io dica o faccia.''

Un largo sorriso prese posto sul suo viso e i suoi occhi nocciola presero a fissarmi in maniera così intensa da farmi credere di affogare.

-''Perché mi hai portato qui?''

Cambiai discorso e cominciai a guardarmi intorno, stavamo passeggiando tranquillamente quando all'improvviso aveva deciso di infilarsi dentro il parco per combinare chissà cosa, avevo finito per seguirlo dato che era inutile anche solo tentare di ragionare con lui e per dieci minuti lo avevo osservato in silenzio mentre rifletteva sul da farsi finché non mi chiese di porgergli il mignolo, proposta che mi aveva scioccata e stranita all'inizio ma che era riuscita a smuovere la mia innata curiosità.

-''Questo è il posto dove ci siamo conosciuti ricordi?''

Il grosso albero sopra le nostre teste era spoglio ma ricordavo perfettamente quella volta, quando tornando da scuola mi persi a passeggiare per il parco e seduto sotto all'albero trovai lui, con un Gem Boy in mano e la musichetta dei Pokemon che rompeva il silenzio, una grande amicizia nata per la curiosità di una bambina verso un semplice videogioco, un'amicizia che col tempo era riuscita a maturare in altro.

-''Come dimenticarlo, ho costretto mia madre a comprarmi consolle e videogames a causa tua.''

Il moro rise e si avvicinò di più a me, i nostri nasi che quasi si sfioravano e i nostri mignoli ancora intrecciati fra loro.

-''Bhe ho notato che passiamo sempre da qui eppure non ci siamo mai soffermati sul fatto che è proprio grazie a quest'albero se ci siamo incontrati.''

-''Se dobbiamo essere precisi è stato grazie alla mia sfacciata curiosità.''

Mi strattonò facendomi appoggiare al suo petto e avvicinò la sua bocca al mio orecchio riscaldandolo col suo fiato caldo.

-''La smetti di interrompermi? Vorrei finire un discorso che a conti fatti mi sembra anche ridicolo, vedi di non farmi cambiare idea.''

Serrai le labbra, sapevo che si stava sforzando a fare il serio ma non volevo perdere l'occasione di sentire ciò che aveva da dire.

OltreWhere stories live. Discover now