2. Simpatie

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Lisciai il maglioncino beige con le mani ed osservai la mia figura allo specchio, ero nervosa, mi ero già cambiata tre volte e ancora non riuscivo a trovare qualcosa di decente da indossare, ma il peggior fastidio era recato dal fatto che non sapessi il motivo di tale ansia, stavo uscendo con una mia cara amica e due ragazzi dell'Università, qual'era il problema?

Emperor's New Clothes spezzò il silenzio dell'appartamento riempiendo con prepotenza la mia stanza, alzai lo sguardo sull'orologio alla parete e notai che per una volta non ero in ritardo quindi decisi di lasciare squillare il telefono a vuoto, sapevo che era Miriam a chiamarmi, infondo era lei l'unica che si sarebbe disturbata per riempire il mio telefono di notifiche e messaggi.

Riportai gli occhi sul mio riflesso e sbuffai, non ero contenta di ciò che vedevo, non avevo un fisico così brutto ma a quanto pareva non ero in grado di valorizzarlo: avevo optato per un paio di skinny jeans neri che avrebbero dovuto slanciare la figura delle mie cosce e invece sembravano fasciarle quasi con fatica, intozzendomi, e neanche gli stivaletti con quel poco di tacco sembravano fare il proprio lavoro.

Mi sfilai il maglioncino e lo buttai insieme agli altri vestiti scartati sul letto, avrei indossato qualcosa di largo come al solito, nonostante volessi rendermi un po' più sexy, quel coso attillato non mi permetteva di sentirmi a mio agio e più mi osservavo vestita in quel modo più mi veniva voglia di mettermi sotto le coperte per passare un meraviglioso pomeriggio a dormire.

Frugai nell'armadio e presi una maglietta a maniche lunghe grigio chiaro, era due taglie più grande della mia solita misura ma nonostante ciò non era lunga. La indossai e mi posizionai di nuovo di fronte alla superficie riflettente, feci un leggero sorriso e sistemai con le mani la mia lunga treccia, mi piaceva l'aria infantile che la maglietta mi donava anche se lo scollo a V mi faceva sembrare più adulta e formosa di quanto fossi, ero presentabile, finalmente.

Sentii il citofono suonare, Miriam, come al solito era arrivata molto prima rispetto all'orario stabilito ma non mi importava dato che, caso più unico che raro, ero già pronta.

Presi borsa, telefono ed il mio amatissimo giubbotto in pelle nera e scesi le scale stando attenta a non inciampare in quell'accenno di tacco che avevo ai piedi.

Vidi la figura di Miriam attraverso il vetro dell'entrata del palazzo e mi presi un minuto per osservarla, indossava una camicetta larga rosa antico ed una giacchetta nera, jeans sportivi e le sue amate Roshe nere e bianche ai piedi, era così semplice e così bella allo stesso tempo.

-''Dovrò dare un premio a quei ragazzi, è la prima volta che anche tu sei puntuale.''

La riccia sorrise e potei notare il leggero strato di trucco che le illuminava le palpebre, un chiarissimo smokie eyes marrone e rosa antico ed un po di mascara.

Ero stupita, vedere Miriam truccata era un privilegio di pochi ed era davvero meravigliosa, soprattutto con quel sorriso sincero che le abbelliva il volto.

Mi ritrovai ad invidiarla, riusciva sempre ad essere bellissima con poco, certo il suo fisico sportivo che la slanciava nonostante fosse un po più bassa di me le permetteva di indossare tutto, ma era la sua semplicità a renderla perfetta per ogni occasione, lei a differenza mia aveva le idee chiare sul suo modo di vestire e non si lasciava prendere dall'ansia, quanto avrei voluto avere un briciolo della sua determinazione.

Le dita affusolate della mia amica strinsero la mia treccia e senza darmi il tempo di elaborare il tutto sfilò l'elastico dando modo ai miei ingombranti e pesanti capelli di essere liberi.

-''Perchè lo hai fatto?''

Odiavo tenere i capelli sciolti, sembravano avere una vita propria e il vento di fine Ottobre li scombinava facendomi sembrare una pazza.

OltreTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon