Capitolo 1

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"Il destino è quando incontri una persona che non stavi cercando per poi renderti conto che ti stravolgerà la vita intera"

~•~•~

Destino.
Una parola e mille significati diversi.
E questo destino cosa ha in serbo per me? Nuovi incontri? Nuove amicizie? Un nuovo amore?
Fermi tutti...ma...ad occupare il mio cuore già c'è una persona, Daniel, quindi quest'ultima opzione direi di saltarla.
Ok! Ora possiamo tornare a noi. Queste sono le domande che mi sto ponendo, da quando ho lasciato la mia amata Toronto ieri sera, ma alle quali non riesco a trovare alcuna risposta, forse troppo spaventata da ciò che il futuro ha in serbo per me con l'inizio di questa mia "nuova" vita.
Dopo circa 13 ore, di uno stressante viaggio verso la Grande Mela, sentii il fischio che annunciava l'arrivo in stazione del treno, che mi risvegliò dal mio profondo stato di trance in cui mi trovavo.
Mi alzai, finalmente, dal sedile che aveva preso ormai la forma del mio sedere e mi stiracchiai portando, al di sopra della testa, le braccia e al contempo scrocchiando le mie caviglie, indolenzite dalla posizione avuta durante il viaggio. Una volta essermi svegliata per bene, alzai la testa verso la valigia.
Ora arriva il bello...come ci arrivo alla valigia data la mia, alquanto, bassa statura?
Mi guardai intorno alla ricerca di qualcuno disposto ad aiutarmi, ma ovviamente non trovai un'anima viva, quindi come dice il proverbio: "Se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna", ora arrampichiamoci!
Mi rimboccai le maniche della camicetta di jeans e mi misi in piedi sul sedile. Dopo svariati tentativi riuscì nel mio intento ed afferrai il manico della valigia facendola così cadere sul pavimento del veicolo. Scesi dal sedile e dopo essermi stirata per bene i jeans, indossai il giubbotto di pelle.
Mi trascinai dietro il bagaglio e lasciai, così alle spalle, la mia vecchia vita, pronta a vivermi al meglio questa nuova esperienza.
Appena misi piede al di fuori, della stazione,  respirai a pieni polmoni la brezza mattutina di questa splendida città per poi dirigermi verso il ciglio della strada facendo cenno, con la mano, ad ogni taxi che passava, nella speranza di trovarne uno disponibile il prima possibile. Appena ciò accadde, salutai educatamente il tassista e posai la valigia nel portabagagli per poi salire nella macchina e salutare educatamente.
"Buongiorno a lei signorina. Dove la devo portare?"
Mi chiese immediatamente il tassista.
Accesi allora il cellulare e cercai tra le varie mail quella con su l'indirizzo del dormitorio del liceo.
"Allora, la Lehman College sulla settima strada."
Dissi in modo convinto per poi abbassare il finestrino e, affacciandomi da esso, mi beai della bellezza della Grande Mela.

Finalmente, dopo l'interminabile traffico di New York, al quale dovrò abituarmi, arrivai davanti all'enorme cancello della scuola.
Una volta pagato il tassista, presi la mia valigia e mi incamminai verso l'entrata guardandomi attorno. C'è da dire che l'esterno della struttura non era niente male, avendo visto di molto peggio. L'edificio era circondato da un bel prato verde ben curato, con tanto di fiori, alberi e panchine, dove avrei speso volentieri il mio tempo libero a leggere un buon libro. Una volta finita la mia attenta osservazione del luogo che mi circondava mi incamminai, dopo aver chiesto le giuste informazioni ad alcuni studenti passanti, verso la segreteria per ritirare l'orario dei corsi e la chiave della stanza, nel dormitorio della scuola, nella quale avrei alloggiato momentaneamente.
Una volta ringraziata la segretaria mi incamminai verso i dormitori. Quando raggiunsi finalmente la mia stanza, infilai la chiave nella serratura della porta ed entrai. Ciò che mi trovai davanti agli occhi mi mise un pò di tristezza, questa stanza era completamente spoglia e grigia.
Vi erano due letti di cui uno sfatto, sicuramente apparterrà alla mia nuova coinquilina, e qualche poster sparso qua e là di vari gruppi rock.
Continuai con lo sguardo a girovagare per la stanza e ad ogni centimetro in più che scoprivo mi convincevo, maggiormente, che qui ci voleva il mio tocco per migliorarla.
Per prima cosa attaccherò qualche quadruccio alle pareti per poi sistemare un bel tappeto tondo al centro della stanza, visto che i letti stavano uno a destra ed uno a sinistra.
Dopo essermi persa a fantasticare, sulla mia idea di stanza perfetta, decisi di ordinare le mie cose partendo dai vestiti nel mio nuovo armadio ai trucchi in bagno, dal phon alle varie piastre per capelli e per ultima cosa, ma non meno importante, la foto della mia famiglia sul comodino alla destra del mio letto, mentre su quello a sinistra misi una foto con Daniel, il mio ragazzo.
Una volta sistemato il tutto guardai, l'orologio al polso che segnava le 4:30 del pomeriggio e visto che era ancora giorno decisi di finire il giro per il campus.
Una volta fuori dalla stanza, decisi di andare a visitare il retro della struttura, visto che l'entrata avevo già avuto modo di vederla. Rimasi meravigliata nel vedere molti campi sportivi ben curati, c'era il campo da tennis, per il badminton e quelli da basket e pallavolo, dove c'erano delle persone impegnate negli allenamenti. Mi avvicinai al campo da pallavolo ansiosa, ma allo stesso tempo affascinata da questo sport, dato che ho sempre sognato di poterci giocare. Purtroppo però, non tutti sogni diventano realtà. Io e la pallavolo non siamo per niente compatibili, basti pensare che quando faccio una semplice battuta dal basso, la palla finisce alle mie spalle piuttosto che nel campo avversario. Continuai a guardare gli allenamenti, delle ragazze, fino a quando non mi arrivò una pallonata alle spalle, che mi fece morzare il respiro per qualche secondo. Mi voltai nella direzione dalla quale proveniva la palla che mi aveva colpita e che ora si trovava ai miei piedi. Mi chinai e la raccolsi per poi puntare lo sguardo su una ragazza, di media statura che avrà avuto sicuramente la mia età, che stava correndo verso di me mortificata.
Quando mi si fermò davanti, mise una mano sul petto e si piegò in avanti per riprendere fiato, cosa che mi fece sorridere divertita. Una volta che lei si riprese tornò sú con la schiena e mi rivolse un sorriso, il primo sorriso vero che vedevo in questa giornata.
"Oh mio Dio, perdonami... ti sei fatta male?"
Disse velocemente lei senza mai distogliere lo sguardo dal mio.
"Non ti preoccupare. Più che altro mi sono spaventata."
Affermai accennando una risata per poi passarle in mano la palla.
"Aspetta che riporto la palla ai ragazzi e torno."
Non mi diede neanche il tempo di risponderle che era già partita spedita verso il campo da basket. Mi avvicinai anche io di qualche passo, il quanto basta, per vedere la ragazza di prima parlare con un ragazzo che era il doppio di lei, aveva dei capelli color grano leggermente scompigliati ed un accenno di barba dello stesso colore. Da qui la vidi passare la palla al giocatore, sorridendo dolcemente, che in risposta le disse qualcosa che io non potei sentire data la distanza, ma dalle loro risate deve essere qualcosa di divertente, tanto che vidi il ragazzo pizzicarle i fianchi. Devo ammettere che sono molto carini come coppia, mi ricordano un pò me e Daniel agli inizi della nostra relazione.
Dopo una manciata di minuti, notai che la ragazza diede un leggero pugno sulla spalla del presunto capitano, ridendo, per poi girarsi e correre verso la sottoscritta facendo così cadere lo sguardo del ragazzo sul suo fondoschiena. Lui scosse la testa sorridendo e tornò ad allenarsi con il resto della squadra.
Una volta che lei mi arrivò davanti le regalai uno sguardo malizioso che la fece arrossire.
"Allora? Cosa erano quelle occhiate con il capitano?"
Le dissi, facendole l'occhiolino, per poi scoppiare in una grossa risata.
"Ma di cosa stai parlando? Quali occhiate shh - si agitò scuotendo le mani avanti a sé arrossendo - aspetta... come fai a sapere che Damian è il capitano?"
Mi chiese corrugando le sopracciglia.
"Semplice...è il più muscoloso di tutti, ha la fascia da capitano e tu, mia cara, indossi la sua maglia - mi diedi finte arie per poi scoppiare a ridere - poi fattelo dire, siete proprio una bella coppia."
Le diedi una leggera spinta, divertita dalle sue espressioni.
"Io e lui una coppia? Shh abbassa la voce - mise le mani sulla mia bocca per non farmi dire altro e mi allontanò dalle vicinanze dei campi da basket - non mi metterei mai con uno come lui...io...cioè indosso la sua maglia perchè seguo i ragazzi in ogni loro cosa, faccio parte della squadra, mi occupo di loro, delle loro partite, trasferte e tutte queste cose. Io e lui coppia? Che schifo."
Disse tutto ciò senza mai riprendere fiato.
"Wow, parli tanto è? Comunque - le diedi le spalle ridendo - farò finta di crederti, ah..per la cronaca, io sono Baylee, piacere."
Mi girai verso di lei ridendo e le porsi la mano.
"Che sbadata cavolo, io sono Lisa."
Mi strinse la mano per poi abbassare lo sguardo verso le sue scarpe imbarazzata.
"Dici che si nota tanto?"
Mi chiese e capii subito a cosa si riferisse.
"Se parli della tua cotta colossale per Damian, allora si, è abbastanza evidente."
Sorrisi dolcemente nel vederla imbarazzata nel parlare di lui.
Entrambe ci girammo di scatto quando sentimmo Damian urlare il nome di Lisa per richiamarla in campo.
"Senti Bay, io ora devo andare, se vuoi ci possiamo vedere alle 19 e andiamo a cenare in un ristorante molto carino, così ti spiego come vanno qui alcune cose."
Mi propose sistemandosi, la lunga coda di cavallo, mentre attendeva una mia risposta che non tardò ad arrivare.
"Certo, mi farebbe molto piacere...ora vai, non sia mai che Damian si arrabbi."
La presi in giro facendola arrossire. Mi rispose con una linguaccia e ridendo corse verso i campi. L'ultima cosa che vidi prima di girarmi fu Damian che avvolse un braccio attorno alle sue spalle di Lisa dandole un bacio sulla tempia.
Una volta rientrata nei dormitori presi il cellulare e composi il numero del mio ragazzo. Lasciai squillare a vuoto per diversi minuti prima di riagganciare. Iniziai allora a viaggiare con la mente, come mio solito a fare, fino a quando lo squillare del mio cellulare mi fece risvegliare di colpo e cadere il telefono per terra. Mi girai per raccoglierlo e rispondere a Daniel, ma ciò che vidi e sentii mi fece gelare il sangue nelle vene.

Spazio Autore

Buonasera a tutti, partiamo dal fatto che siamo due ragazze alle prime armi e volevamo ringraziarvi che spendete del vostro tempo per leggere la nostra storia.
Ci tenevamo a dire che di spazio autore ne troverete davvero pochi...solo quando avremo qualcosa da comunicare.. per il resto buona lettura e speriamo che la storia sia di vostro gradimento.
Stiamo partecipando allo scambio di lettura di letiziajackson .
Lisa e Tris

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