Capitolo 2 Alfred Musstack

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Quella soffitta, poco prima squallida e desolata, si riempì ad un tratto di vita. Quelle parole avevano fatto accendere, nella mente dei ragazzi, una scintilla di curiosità, di eccitazione e di mistero.


─ Avanti! Fai leggere anche me! ─ gorgheggiò Isabel rubandogli il libro dalle mani, in piedi davanti alla teca vetrata. ─ "Con il nome Emain Macha ─ proseguì leggendo il libro ─ veniva chiamato un tempo il Forte che venne fondato dalla dea Macha. Colei che guidò la comunità degli Ulaid, il popolo da cui prese il nome la regione Ulster." Hai mai sentito parlare... di questa dea? ─ indagò Isabel.


Martin si strinse nelle spalle.

─ "Accadde che Macha diede alla luce due gemelli" ─ proseguì Isabel nella lettura ─ "che portarono una benedizione e una maledizione per i re del nord dell'Irlanda. Ella sposò un vedovo, Crunniuc, il quale si vantò con il re, Conchobar, che sua moglie sarebbe stata in grado di superare in velocità i cavalli del re. Il re infastidito da questo affronto, accettò la sfida e costrinse Macha a correre contro i suoi cavalli, nonostante che lei, incinta, avesse supplicato il re per un rinvio della scommessa. La gara finì con una vittoria di Macha, a cui seguì la nascita dei suoi due gemelli, prima della sua morte."

Martin osservò, in solenne silenzio, Isabel voltare la pagina con tanta delicatezza che pareva temesse che la pagina consunta le si sbriciolasse fra le mani.

─ "Ma prima di morire ─ proseguì la ragazza ─ Macha lanciò una benedizione e una maledizione sugli uomini dell'Ulster, ognuna simboleggiata da un gemello. La benedizione fu rivolta ai guerrieri dell'Ulster che avrebbero così ottenuto grande forza e potenza."

─ E la maledizione? Cosa dice della... maledizione? ─ la incalzò Martin.

─ "Tuttavia ─ continuò Isabel un po' indispettita ─ nel momento di maggiore difficoltà, la comunità sarebbe stata colpita da una maledizione, diventando indifesa come una donna durante il parto. Quando tutto sembrò perduto una profezia annunciò che solo un gemello, rimasto esente dalla maledizione, avrebbe potuto spezzare la maledizione. Fu il primo... degli alfieri del tempo..."

─ Come li ha chiamati? ─ ripeté Martin con un mezzo sorriso sulle labbra per spezzare la tensione.

Poi lo sguardo dei ragazzi, a metà fra l'interrogativo e l'impensierito, si soffermò su cinque figure nel bel mezzo della pagina, sulle quali presero a scorrere le dita affusolate di Isabel, come se avesse voluto disegnarle lei.

─ "Il suo simbolo fu la fonte battesimale ─ proseguì la ragazza. ─ Al suo fianco combatterono un albero fiorito, una spada, un innominato... e un drago" ─ concluse in un sussurro che le si spezzò in gola, prima di scoccare uno sguardo gelido a Martin.

─ Vai avanti... ─ la incalzò il ragazzo sbrigativo.

─ "Da allora le antiche comunità dell'Irlanda nord-orientale, gli Ulaid, per alleviare e placare lo spirito di Macha, chiamarono le terre con il nome di Emain Macha, i gemelli di Macha".

UH-UH!

Un suono cupo e breve echeggiò nella soffitta, che tutto ad un tratto parve essere molto più grande di quella specie di ripostiglio.

I ragazzi levarono gli sguardi attoniti al soffitto.

─ Hai s-se... s-sentito anche tu questo... questo suono... ─ balbettò Isabel.

Gli occhi di Martin scrutarono il tetto spiovènte, fino a soffermarsi sul finestrone da cui pendeva un nugolo di ragnatele che sbatacchiavano furiosamente a mezz'aria.

Martin Wallace e l'amuleto degli dèi (ISBN B06Y3MLXMX)Where stories live. Discover now