Seconda Storia

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Nome Della Storia: Nido Croggiolatore

Autore: Vincent Pio

Parte:1-1

-Camminando per strada, ero sovrappensiero, rifacevo la solita strada di sempre di conseguenza, sapevo già, dove mettere i passi... Ma..
-Ehi? Ehi?
Certo che sei un coglione eh! Hahhah
Da quand'è che non ci vediamo?
Un inaspettata presenza si faceva viva dietro di me, lo riconosciuto dalla voce... D'altronde, aveva un voce particolare Carol...
Lo salutai e lo invitai a prendere un caffè, lui accetta e ci indirizzamo nel bar più vicino, in questo tempo mi disse che lui ha pensato molto a me, a chi ero diventato ora... E a quel nostro ultimo incontro, se avesse saputo chi sarei diventato forse, non mi avrebbe mai trattato così...
Arrivammo al bar, io presi il mio solito caffè macchiato, e lui un caffè lungo... Gli parlai del mio nuovo lavoro, tanto sapevo che a lui interessava quello... Ovviamente, a prima vista, dopo averne parlato tutti rimangono a bocca aperta, a quel punto gli chiesi se voleva dare un occhiata a luogo dove lavoravoLui accetta, l'appuntamento era segnato per l'indomani alle 16:00... Nel frattempo, mi ero già preso la preoccupazione di emettere le capsule del sogno nel suo bicchiere, così l'indomani, sarebbe stato certo che mi avrebbe raccontato il suo sogno, e per la prima volta... Avrei visto un suo sogno...
Arrivò l'indomani, passo a prenderlo con un Taxi, e qua, come era da immaginarsi, mi fecce domande sempre più specifiche riguardo a cosa facessi... Mi ricordo, la prima era:
-"Come ti è venuta in mente quest'idea?"
Risposi: -"Beh sai, quando uno è laureato in neurolinguistica e in informatica, con alcune nozioni di psicofisica gli vengono all'ordine del giorno queste idee";
La seconda:
-"C'è mai stato qualche ferito? Ceh... Voglio dire, ci sono controindicazioni?"
Io tra me e me penso, che sarebbe stato meglio dirglielo, quindi risposi:
"Ascolta Carol, sono consapevole di ciò che faccio, e ti dirò, che tu non ti devi preoccupare, il sogno non ti può risucchiare dentro di te, sarebbe illogico, non puoi risucchiati dentro la tua testa, e anche se questo non potrà mai accadere io ti controllerò dal mio computer, ho programmato la seduta, ho pensato praticamente a tutto... Di conseguenza se alla fine dovrai finire, ho utilizzato un commando che si utilizza anche nei giochi, puoi non salvare sei non vuoi più ritornarci, oppure se vuoi ritornare puoi usare la funzione " Salva ed esci " e finirà tutto..."
La terza domanda, fu un po' ambigua al momento, ma del tutto lecita... Mi chiese:
"Ma... Tu mi vuoi bene?" aveva il viso un po' triste, ma io lo rassicurai, o perlomeno, cercai di farlo rassicurare dicendogli: "Certamente Carol, la tua salute, la tua vita... Mi sta a cuore"...Arrivammo al laboratorio, lui era molto entusiasta, di poter vedere strumenti scientifici avanzati, gli toccava, li osservava... Con aria ingenua, sapeva ma allo stesso tempo non sapeva cosa doveva fare...
Arrivamo a visitare la stanza in cui dovevamo fare l'esperimento, era addobbata per far pensare al "paziente" di essere al sicuro, così che potesse sognare in tranquillità, lo invitai a sedersi nel lettino, lui lo fecce e piano a piano i miei colleghi gli impiantavano i circuiti e fili in testa e nel corpo... Abbassammo le luci, per favorire meglio il sonno, gli spiegai velocemente cosa dovevamo fare, ovvero gli dissi di materializzarsi nel sogno che aveva fatto ieri, quello che mi aveva raccontato la mattina in taxi, di muoversi in quello spazio, di penetrare, di aprire le porte camminare, di abbracciare, volare fare tutto quello che gli andava in quello spazio, in quell'ambiente, che era il suo sogno...
Detto questo, iniziò la seduta, nello schermo comparivano i primi pensieri, che dopo si trasmutarono in immagini...Ed ecco...
Tra me e me, mi dissi che era il momento...
Finalmente, nello schermo si era proiettata l'immagine di ciò che vedeva lui, non per la prima volta, ma per la seconda e d'ora, doveva esplorare...
Il paesaggio era di campagna, se giravi a destra c'era un enorme cespuglio, se giravi a sinistra c'erano sette aiuole, tutte a forma circolare, attaccate all'altra, in lontananza, sempre a sinistra, si poteva vedere una specie di bosco fitto, ed un muro che segnava il confine tra due proprietà, ed ecco a vedere davanti, anche lì, il paesaggio era campagnolo, c'erano due alberi, una fontanella dove cogliere l'acqua, dietro c'era una vigna lì anche una rete, che stava ad indicare un confine, c'erano un gatto, ed un uomo, era vestito con una maglietta rossa, e dei jeans, e scarpe nere, era pelato, ed aveva strani strumenti per le mani, ma cosa ancora più importante, c'era il fulcro del sogno, l'elemento strano, perché dinanzi a quel paesaggio campagnolo c'era una specie di "portale" a forma di caverna, sembrava di cartapesta, ed era tutto pieno di coriandoli di carnevale, non aveva porte, girandogli attorno aveva una lunghezza di 5 metri, e d'infine c'era, una donna, era vestita come una suora, solo che il suo vestito era come quella caverna, aveva un vello fatto di cartapesta, ricoperto di coriandoli, non si vedeva la faccia... Sotto il velo si vedeva nero, e due luci gialle, fitte, della stessa grandezza...Ora...mi metto in contatto con Carol, gli dissi di muoversi nel suo sogno, e lui lo fece, riusciva a parlare, a camminare ed a saltare, non aveva il coraggio di avvicinarsi a quella donna, ne aveva timore, andò da quell'uomo... E, non si parlavano, lui manco aveva la bocca, però si capivano, riuscivano a capirsi, lui... Gli da una torcia, corda, gli da una specie di tutta spaziale da mettersi, che aveva un teletrasporto, che lo riportava là, vicino a quell'albero, vicino a quell'uomo... Ora, noi... Io e i miei colleghi non potevamo fare nulla, ne' parlargli ne' comunicare in altri modi con lui, era immerso in quel suo sogno, dove per la seconda volta era andato... Noi potevamo notare che ora Carol, si mise quella corda, e la attacco a quell'albero, e piano piano entrava dentro quella caverna, era molto buia, era di uno strano viola scuro, era come andare in una fossa, si andava sempre più imbasso, era più grande all'interno, sempre andando più in basso, Carol uso la torcia per illuminare quel strano sentiero, sotto di lui scorreva una sorta di fiume, dico una sorta perché era soffocato da quel viola che c'era, non sentiva acqua, quel viola era plasmabile come il materiale dei palloncini, va a fondo, continua a camminare, accompagnato ora, da un suono, una specie di ululato eterno, che non si fermava mai, ma continuava sempre ad infrastonargli le orecchie, andava sempre più affondo e... La strada era finita, quando tocco la fine... Ed, comparvero milioni e milioni di kilometri di quella stessa strada, ed infine, comparve anche uno squarcio, che emanava raggi fucsia, un fucsia davvero molto forte... Lui... Carol senza esitare o nulla entrò in quello squarcio, e... Li dentro era tutto bianco, però aveva la forma di un tunnel, un tunnel bianco e.. C'era Carol, che stava soffocando!! Come se li non ci fossee più aria, lui stava soffocando e, io preso dal panico! Mi missi a schiacciare un pulsante a caso del mio computer e... E... Si materializzò a lui un casco, quello da astronauta, e con se portava anche una bombola d'ossigeno per fortuna, ora... La torcia non c'era più, e nemmeno quella corda, la tuta però, la aveva ancora... Ora, Carol proseguiva la sua strada per quel sentiero, tutto bianco, non c'era nulla, apparte quella strada, lui continua e continua a camminare fino a che... Si ritrova davanti un buco nella parete, di forma circolare dove li poteva passare a quell'altro posto della caverna, dove c'era il viola... Lui si dirige la... Ma non poteva, non riusciva a passare, era come bloccato da quel passaggio... Come se ci fosse una sorta di specchio, che non era uno specchio perché lui poteva vedere oltre di esso... E.. Ad un certo punto, lui... Vide una specie di ombra, aveva una forma semi-umana, a lui gli passavano ad una velocità esagerata milioni... Come dire... Sembravano fiumi, velocissimi, che scorevvano nel suo corpo, fiumi neri, scuri e cupi... Ed aveva gli occhi gialli, di un giallo fitto.... Gli stessi occhi, con il quale, lui guardava a Carol, attraverso quel buco, poteva guardarlo... Sono rimasti così, a guardarsi negli occhi per un po', poi alla fine... Quel mostro, infilò il suo braccio attraverso quel buco, non so come ma lui poteva!!! Prese il braccio di Carol, prese il braccio di Carol... E lo fece attraversare in quel portale, con una forza stravagante!! Carol cercava di tenere forza ma non riusciva..alla fine, il mostro, riuscì a prendere il braccio di Carol e lo porto là, era ancora attaccato al corpo, e il mostro continuava a spingerlo, a spingerlo, contro quella parete ma Carol non poteva passare e si stava schiacciando là!! E il mostro continuava a tirare il braccio e a schiacciare Carol, finché Carol non ha utilizzato il teletrasporto, e fu teletrasportato vicino a quell'albero però, dato che era attaccato al mostro, anche il mostro venne trasportato... Ora il mostro tentava di attaccarlo, illogicamente, ci riusciva, anche Carol provava ma era troppo veloce il mostro e quando provò a lanciarli una pietra lui, ovviamente la schivo e si divise in due... Che illogicamente, tutti e due avevanoLa stessa potenza che aveva il mostro da solo... Ed era impossibile vincere e... Dopo miliardi di colpi, miliardi di pugni, calci e quant'altro... Carol si ricordò di noi... Chiese sgridando e supplicando in ginocchio, con le lacrime agli occhi, se poteva uscire senza salvare, non voleva che nella sua testa continuava a esistere quello, quel mostro... Solo che... Ciò che non gli avevo detto quel giorno in taxi è che... Il salvataggio e il non salvataggio del sogno, funzionavano solo nel computer ma nella sua mente, non funziona...
Quindi, questo è il resoconto di tutto l'esperimento Signor Cavalieri, io e i miei colleghi non avremmo mai pensato che suo figlio sarebbe morto, ci dispiace, le chiediamo scusa da parte nostra...

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