CAPITOLO 42. Ti amo con tutta l'anima.

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"Amber, sai che vorrei essere li con te, lo vorrei con tutto il cuore. Verrei anche a piedi fino casa tua solo per vederti, solo per passare del tempo con te. Ma non posso." 

"Te l'ho detto, la mia era solo una frase ironica."- Blocco il telefono, posandolo sotto il cuscino. Mi copro meglio, cercando di prendere sonno. Non mi va di continuare, non sono in vena di discutere oggi. Voglio solo dormire. Forse ho sbagliato a scrivergli. 

"So cosa stai pensando. So che stai trattenendo le lacrime in questo momento, lo sto facendo anch'io. Ma ti prego, non farmi sentire in colpa. Sono già giù per altri motivi, e litigare con te non mi aiuterà affatto. Sai che farei qualsiasi cosa per te Amber, vero? Sai che sono capace di fare di tutto. Potrei prendere il primo aereo diretto a New York e venire da te, solo per vederti cinque minuti. Non immagini quanto mi manchi e sapere che ora, stai leggendo questo messaggio piangendo, probabilmente... non mi aiuta affatto. Non posso venire, ed è vero ma questo non esclude che non ti stia penando. Non esclude che non mi manchi. Non esclude che non ti ami. Le mie giornate sono fisse su di te, su tutto quello che fai, su ogni piccolo particolare. Non posso fare a meno di questo, proprio come non posso fare a meno di te. Ma sappi una cosa: ovunque andrai, ovunque sarai il mio cuore sarà sempre pronto a seguirti e a proteggerti da ogni cosa perché niente conta più di te, niente conta allo stesso modo. Io ti amo, ti amo da morire e qualunque cosa farai, in qualunque posto andrai sarò sempre pronto a ripetertelo perché mai mi potrò stancare di una cosa così bella e pura, mai mi potrò stancare della perfezione che porta il tuo nome, angelo mio. Ti amo con tutta l'anima, e credimi... basta per far sopravvivere entrambi."- Il messaggio più lungo, più dolce, più bello che avessi potuto ricevere in tutta la mia vita. Quel messaggio che ha cambiato completamente il mio modo di pensare e la mia esistenza. L'unico messaggio in grado di farmi piangere con non mai. Il mio cuore era suo orami, lo era sempre stato. Non riuscì a rispondere nello stesso modo che aveva fatto lui, forse perché non ne ero in grado. Scrissi solo le due parole più importanti della mia vita, quelle parole che avevo detto solo a lui per la prima volta: "Ti amo." Un ti amo sincero, un ti amo in grado di far comprendere l'importanza dei miei sentimenti, un ti amo vero, come il nostro amore. Mi sentivo una sciocca. Continuavo a piangere, rileggendo e rileggendo il messaggio più volte. Ma non potevo davvero farne a meno. Come puoi quando una persona diventa tutto quello che hai sempre desiderato? Come puoi quando una persona diventa la parte più importante e significativa di te? Come puoi quando quella persona era semplicemente lui? Non c'era niente di meglio, perché il meglio era questo. 

"Ti amo anch'io, immensamente." - Mi bastava, eccome se mi bastava. Mi bastava per il resto dei miei giorni, mi bastava sapere questo, che anche per lui era così ma non avrei mai, mai potuto dubitarne. "Buonanotte Justin."

"Buonanotte, amore mio." 

LA MATTINA DOPO 

I raggi del sole penetrano dalla finestra, costringendomi ad aprire gli occhi. La sveglia continua a suonare, segno che erano già le 10 di mattina. Con poca voglia mi alzo dal letto, dirigendomi in bagno. Mi spoglio da ogni indumento, entrando nella doccia. Il getto d'acqua scorre veloce sul mio corpo, conducendo la mia mente ad affiorare strani ricordi. 

INIZIO FLASHBACK 

Mi guarda negli occhi mentre afferra saldamente l'estremità della mia maglietta, lanciandola ai piedi del letto, accanto alla sua. Abbassa lo sguardo sul mio corpo, deglutendo. I suoi occhi si alternano dalle mie gambe, al mio seno, alla pancia per poi tornare al seno. Imbarazzata da quella situazione provo a coprirmi con le braccia, ma mi fulmina con lo sguardo. 

J: Braccia in alto. - Dice serio fissando i miei occhi. - Tu sei Afrodite, Amber. - Un brivido percorre la mia schiena a quelle parole. Fa scorrere la cinta lungo il suo collo, afferrandola tra le mani. La stoffa nera struscia lungo la mia pelle, provocando in me un leggero calore nel basso ventre. Percorre, con quel dannato oggetto, tutto il mio corpo: dalle gambe al seno, per poi riscendere e salire senza fermarsi. Il respiro viene quasi a mancarmi e sorride soddisfatto del suo lavoro. Posa la cinta intorno al mio collo, afferrandone l'estremità e spingendo il mio viso verso il suo, tirando forte con quell'oggetto. Il mio naso sfiora il suo, con delicatezza. 

FINE FLASHBACK

Sorrido al ricordo delle sue mani sulla mia pelle, al ricordo della sua bocca sulla mia pelle. Esco dalla doccia, avvolgendo il mio corpo con un asciugamano. Strizzo per bene i miei capelli, spazzolandoli piano. Guardo la mia immagine attraverso lo specchio mostrando ai miei occhi una ragazza magra, con occhi stanchi per il sonno, con una bocca bisognosa di qualcosa, di quel qualcosa che per me era vita. Dei suoi baci, quei baci che erano la mia droga. Asciugai in fretta i capelli, raccogliendoli in seguito in una coda di cavallo. Lasciai cadere a terra l'asciugamano che copriva il mio corpo, dirigendomi nella mia stanza. Indossai l'intimo, accompagnato da una comoda tuta. Scesi le scale, trovando mia zia parlare al telefono. Raggiunsi la cucina, iniziando ha fare colazione. 

-Tesoro, Betty non può venire oggi. - Dice piombando in cucina come una furia. 

Io: Perché? - Addento un cornetto. 

-Ha preso l'influenza. - Faccio spallucce. 

Io: Meglio così, non avevo proprio voglia oggi di sentirla parlare. - Sorride. 

-Starai a casa? - Annuisco. 

Io: Quando torna Chris da scuola voglio chiedergli di mostrarmi la città. 

-Ottima idea, ti piacerà. 

Io: lo credo bene. - Dico sorridendo. 

-Devo chiederti una cosa, tesoro. - Si siede davanti a me. Improvvisamente diventa seria. - Sta notte, quando sono rientrata... ho sentito dei singhiozzi. - Smetto improvvisamente di mangiare - Stavi piangendo, per caso? - Abbasso il capo - Scusa se te lo chiedo ma ti ho sentita piangere e non me la sono sentita di venirti a disturbare. 

Io: Tranquilla zia, sto bene. È stato solo un momento di debolezza. Ma ora è tutto ok. - Dico sorridendogli rassicurante. 

-Sei sicura? Se posso fare qualcosa non esitare a chiedere, tesoro. 

Io: è tutto ok zia, davvero. - Dico tagliando corto. 

-Come vuoi. - Si alza dal suo posto, stampandomi un bacio sulla fronte. 

-Sono di sopra, va bene? - Annuisco. Esce dalla cucina, scomparendo tra le scale. Non ci voleva, non ci voleva proprio. Se fosse stato mio cugino a sentirmi a quest'ora starebbe ancora a tartassarmi di domande. Non voglio far preoccupare nessuno. Cercherò di controllare le mie emozioni, per quanto possa riuscirci.

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