Il giorno che cambia la vita

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Suona la sveglia. Sono le 7. Che palle la scuola. È il primo giorno di secondo liceo. Stessi insegnanti, stessi compagni, stesso stress. Vi odio. Odio la vita. Pensavo che trasferendomi qui a Cinisello con la mia migliore amica e mio fratello fosse stata una buona idea e invece no. Mio fratello è tornato a Catania e io rimango qua. Non è giusto. Scendo di casa e sono già le 8. Ho fatto tardi anche sta volta. La scuola è distante da casa 40 minuti e non solo mi manderanno dalla preside ma mi sospenderanno pure per il mio carattere di merda e le continue assenze e ritardi che faccio. Arrivo e come al solito la prof di arte non mi fa entrare. Mi manda dalla vicepreside e questa dalla preside. Entro e mi siedo.
P:"Serena, ma cosa mi combini"dice con tono sarcastico
S:"Zitta Albina. Che dobbiamo fare? Stare qui delle ore a discutere su quanto tempo non devo venire a scuola perché mi hai sospesa?" dico con tono sarcastico. Lei è mia zia. Ma nessuno lo sa. Perciò la chiamò per nome e per cognome. Albina Arpaia. Che bel nome di merda
P:"Numero uno: sputa quella gomma."Appallottolo un altro foglio di carta dopo averci messo la gomma dentro e lo lancio nel cestino "bel canestro" dice con quella voce da diavolo serio. "numero due...." viene interrotta da qualcuno che bussa alla porta.
A:"Preside, ci sarebbero dei genitori che vorrebbero parlarle."
P:"Vai in classe Molino. E la prossima volta che fai ritardo ti sospendo."
Io:"Come fosse na novità" Mi guarda incazzata poi dice "falli entrare"
Io e Antony ce ne andiamo e nel frattempo lo prendo in giro
Io:"Grazie. Allora è vero che voi ragazzi fareste di tutto per una come me"dico scherzando
A:"Io si gli altri non lo so."
Io:"Ti voglio un mondo di bene bro" dico dandogli un bacio sulla guancia prima di entrare in classe. Appena mi siedo entra la preside che accompagna alcuni ragazzi
Preside:"Loro sono i vostri nuovi compagni di classe"
Professore:"Sedetevi in fondo con Molino. Allora ragazzi chi non ha la tuta?"
Io alzo la mano insieme ai miei nuovi compagni di banco. Abbiamo i banchi uniti a sei perché siamo molti ma la mia fila è una fila malraccomandata e quindi non si mette nessuno. Arriviamo in palestra e ci sediamo, loro sulle sedie e io sul banco fingendo di tener d'occhio le cose che i ragazzi mi danno per poi prendermele.
Io:"We tu, tizio che prende a pugni il muro, se sei così energico e ti vuoi svagare un po' perché non ti metti a correre come quelle vacche che devono dimagrire?"
???"Perché non ti fai un camion di cazzi tuoi?"
Io:"perché sono una ragazza, è scientificamente provato che le ragazze ficcano il naso nei cazzi altrui" mi alzo, chiedo il permesso al professore di uscire per prendere un po' d'aria e lui acconsente. Quando sono fuori mi dirigo verso il campo da calcio dove il professore aveva detto che potevo stare e caccio le sigarette. Me ne accendo una e faccio un tiro.
???"Ei"
Io:"Porca troia ma va a fanculo testa di minchia mi hai fatto prendere un cazzo di infarto"
???"Delicata la ragazza mi dicono"
Io:"Ma muori male" caccio le sigarette e cerco di accenderne una. Lui mi da il suo accendino e mi fa
???"Comunque non mi sono ancora presentato"
Io"e non me ne frega un cazzo di chi sei" dico scavalcando il muretto per tornare in palestra
???"Io mi chiamo Mario, piacere"
Io:"Il piacere è solo tuo" dico e me ne vado. Lo lascio lì. Odio le persone e Le odierò sempre. Voglio bene solo alla mia migliore amica che oggi è anche malata.
Prof:"Molino dove sei stata tutto questo tempo"
Io:"Mi avete dato il permesso di uscire"
Prof:"non mi pare proprio. Appena torniamo in classe ti metto una nota"
Io:"Va bene" dico sbuffando.
Vado nella stanza dedicata alla boxe e prendo a pugni il sacco quando sento la porta chiudersi
M:"Scusa, Non volevo spaventarti."
Io:"Ok. Ora apri" dico spingendolo lontano dalla porta "Ma che cazzo non si apre"
M:"Aiutoooo" urla. Gli tappo la bocca
Io:"shhhhh. Non senti?"
M:"Che cazzo devo sentire, non si sente volare una mosca"
Io:"Appunto. Siamo rimasti solo noi." Sentiamo il bidello che sta leggendo il programma
B:"Allora per oggi non deve venire più nessuno qui in palestra." dice andandosene e chiudendo la palestra
Io:"E mo' so cazz" dico scivolando per terra con la schiena attaccata alla porta
M:"Napoletana?" dice indicandomi
Io:"Sono cresciuta in via barbazzano, una via come cinisello."
M:"E dove si trova barbazzano?"
Io:"A Pagani, Salerno e per essere più specifica in Campania. Ma sono di origini Siciliane."
M:"bene" dice ridendo e facendo una smorfia "non ti importa di me?"
Io:"No."
M:"Fammi indovinare.......sei la solita ragazza apatica che ha avuto un infanzia triste è che non prova nessun emozione, vero?"
Io:"mi hai descritta alla perfezione. I miei genitori li vedevo pochissimo. Io e i miei fratelli abbiamo iniziato a vivere da soli. Poi all'età di otto anni abbiamo trovato mio fratello più piccolo Morto sparato e da allora abbiamo deciso di stare separati che forse era meglio. Mio fratello gemello abita a Barbazzano mentre l'altro mio fratello a Los Angeles."
M:"ci ho azzeccato. e comunque Che ore sono?"
Io:"Sta zitto e guarda là" dico indicandogli la finestra socchiusa bloccata dalle ragnatele "aiutami" dico cercando di aprire la finestra.
M:"Niente da fare. È bloccata. Ma che cazzo cerchi?"
Io:"Ecco cosa cerco" dico avvicinandomi con un coltellino svizzero in mano "ci sono delle rampicanti che bloccano la finestra"
M:"ce l'hai fatta" dice battendomi prima il cinque poi il pugno
Io:"Reggimi" dico mettendomi sulle sue spalle
M:"Ma quanto pesi?"
Io:"Inutile. È troppo stretta. prendimi imbraccio."
M:"Ma sei impazzita? Pesi un botto e..."
Io:"Ok grazie."
M:"Almeno sto con una ragazza" dice facendo spallucce
Io:"Ei questa non è una scusa per toccarmi il culo"
M:"Per me si"
Scendiamo e io capisco subito dove ci troviamo
M:"Di nuovo in trappola?"
Io:"No, guarda là. È da dove ho scavalcato per uscire oggi. Seguimi e sta zitto."
M:"La porta da dove sono entrato" dice avvicinandosi e piegando il ferro "prima le signore"
Io:"Quindi prima te"
Ce ne torniamo ognuno a casa sua e vicino alla porta trovo un biglietto con su scritto:

L'unica persona che mi fa stare bene Where stories live. Discover now