6. Festa

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Le feste. Eventi divertenti per alcuni e rotture di coglioni per altri, io, ad esempio, sono dalla parte delle persone che preferirebbero farsi cinque ore consecutive di storia pur di non partecipare a feste del genere.

Accendo il tasto del telefono: 23:47. Sono venuta con Roy e Park perché la festa è stata data da un'amica della prima, quei due scambisti di saliva mi hanno presa di peso, mi hanno buttata in bagno e poi mi hanno lanciato contro un vestito, preso dal armadio della mia migliore amica ovviamente.

Io odio i soliti vestiti che vengono indossati alle feste infatti mi ritrovo con i miei fantastici jeans strappati sul ginocchio e una felpa bianca. Sono seduta sul bancone della cucina e occasionalmente viene qualcuno per limonare contro il frigo oppure per farsi una canna in santa pace.

Nonostante io non abbia né fumato né bevuto, puzzo di fumo e alcol. Se questa sera vomiterò sarà per tutte le coppie di ragazzi che, non vedendomi, mi si sono buttate contro per farsi una sveltina sul bancone.

Mi alzo da esso, lasciandomi indietro una superficie piena di mozziconi di sigaretta e bicchieri vuoti e...meglio che non dico altro; sospiro avvicinandomi alla finestra che dà su un giardinetto abbastanza curato con qualche albero messo qua e là, due lampioni disposti ai lati di una panchina e una piscina coperta da un telo, almeno qualcuno non ci vomiterà dentro.

Decido di uscire in giardino dove non troverò alcun ragazzo ubriaco o fatto o magari una coppia che si dà da fare.
Noto, guardando il piano superiore della casa, una figura familiare seduta sul davanzale della finestra con un libro tra le mani.

È Nicholas, cosa ci fa lui qui?
Magari è casa sua, ipotizzo. Entro nuovamente in casa e attraverso tutto il salotto e, per le scale, quasi inciampo su un ragazzo mezzo-svenuto.
Dio, ma perché si riducono così? Cioè okay che si vuole bere un po' ma di certo non fino a svenire.

Capisco subito qual'è la porta dietro la quale c'è Nicholas visto che è l'unica chiusa a chiave. Il problema è che anche se bussassi non mi risponderebbe. Cammino avanti e indietro per il corridoio cercando un pezzo di carta e una penna ma riesco a trovare solo uno stupido biglietto del cinema vecchio e un rossetto.

Sono Elle, aprimi o credo che uscirò pazza.- riesco a scrivere e devo dire che sono fiera di me. Cavolo ho scritto con uno stupido rossetto su un biglietto.
Infilo quest'ultimo nella piccola fessura che c'è tra la porta e il pavimento sperando che la scritta non si rovini.

Passano circa due minuti e ancora niente, mi accascio con la schiena contro il muro, di fronte la stanza. Porto le ginocchia al petto e sbuffo rumorosamente, che serata di merda.

Improvvisamente un fascio di luce illumina il muro, in penombra a causa dell'assenza di luci, c'è solo la Luna ad illuminare il corridoio. Alzo lo sguardo e vedo Nicholas con una mano sulla maniglia e l'altra che ancora tiene il libro. Si scosta dalla porta facendomi segno di entrare ed io non aspetto neanche un attimo prima di entrare e di chiudere la porta a chiave.

Il ragazzo prende tra le mani il biglietto, poggiato momentaneamente sul letto, e lo guarda prima di portare gli occhi su di me. Vedo la sua faccia leggermente disgustata ma al tempo stesso divertita dal pezzo di carta così faccio spallucce e sorrido come fanno i bambini quando combinano qualcosa.

Va a sedersi nuovamente sul davanzale della finestra ed io lo seguo prendendo posto nel lato opposto al suo.
Spero che quel rossetto non appartenga a quel tipo di ragazze che lo indossano dopo aver fatto un pompino per far vedere che per quella sera hanno le bocche ancora vergini
Appena leggo quello che Nicholas ha scritto nel block notes scoppio a ridere.
Spero di no, comunque, è casa tua questa?

DeafnessWhere stories live. Discover now