chapter eleven

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Quando Sadie tornò al loro tavolo per segnare le ordinazioni, Finn la guardò con immensa gratitudine.
La loro conversazione non era così vivace; stavano discutendo della loro passata relazione, e principalmente degli sbagli di entrambi, che avevano portato dunque alla rottura di ogni rapporto tra i due.

«Io un frappé alla fragola, per favore» disse Millie, richiudendo cautamente il taccuino del menù.
La rossa finse di appuntarlo sul proprio foglietto, infine restò in attesa delle parole di Finn.

«Uno Smoothie al melone e banana.»
«Oh, Finnie!» esclamò la bruna «è quello che prendevo sempre io, ricordi?»

«Certo, ricordo» mentì il riccioluto, mentre con occhi supplicanti chiedeva a Sadie di attardarsi ad andare via.

Ma la rossa scrisse - e questo lo stupì - il suo ordine e tornò dietro al bancone del locale.

«Lo sai» fece poi Finn «mi chiedevo come fai ad avere tutta questa roba costosa.» Emise un sospiro, temendo di aver osato troppo, ma Millie lo scrutò in silenzio per solo un istante, infine si decise a rispondere.

«È il mio ragazzo che me le compra» ammise, avvicinando il viso a quello del riccioluto «io ho tentato di lasciarlo, e lui per riconquistarmi mi ha fatto dei regali.»

«E tu hai accettato?» chiese Finn, sorpreso «non sembra da te.»
«Non lo è» puntualizzò la bruna, distogliendo lo sguardo «ma ci sto lavorando.»

Finn stava per domandarle altre informazioni sul suo fidanzato, tuttavia lei fu più rapida. «E tu?»
«Io cosa?»
«Qualcuno ti ha conquistato il cuore, dopo di me?»

Il riccioluto non potè fare a meno di guardare in direzione del proprio telefono, chiedendosi se Jack sarebbe mai riuscito a trovarlo. E, con un medesimo sospiro fiacco, si rispose di no. Non poteva immaginare che sarebbe stato lì, con una ragazza, a sorseggiare uno stupido frullato.

In quel momento, non poté far altro se non sentirsi in colpa.

«Sì, c'è qualcuno» biascicò ugualmente poco dopo, ancora indeciso se farle sapere l'importante novità dei suoi gusti attuali.

«Lo sapevo! La conosco?»

Finn si finse noncurante di ciò, ma tali parole lo misero ancor di più in difficoltà.
«In realtà..» riuscì a borbottare, prima che la voce gli si spezzasse in gola.

«Sì?»
«In realtà» ripetè Finn, dando un contegno alla voce tremante «è Jack Grazer.»

Non seppe interpretare l'inintelligibile espressione di Millie, quando nominò la persona che più aveva detestato negli anni della scuola media.

❀❀❀

Dopo aver afferrato un caldo giubbotto dall'armadio di Finn, Jack uscì di casa con una particolare fretta.

Il riccioluto non l'aveva avvisato di nessun incontro; di nessun posto in cui si sarebbe dovuto recare, perciò la preoccupazione si faceva sempre più ampia dentro lui.

Camminò vagamente per alcune vie del quartiere, infine si ricordò di avere sufficiente credito per una chiamata.

Digitò a memoria il numero di Finn, e con il luccichio della scarsa speranza nei suoi occhi, premette il tasto verde.

Come avrebbe dovuto immaginare, partì la segreteria telefonica.
Diede un calcio all'estremità del muro di mattoni che si ritrovò davanti, e finì coll'imprecare a voce alta.

Questo stronzo ha intenzione di farmi venire un colpo durante gli unici cazzo di giorni di vacanza che abbiamo pensò svoltando il cantone di esso, ancor più frustrato.

E se l'avessero rapito?

Nella sua mente balenò l'idea di telefonare alla polizia, ma esitò.
Se c'era qualcuno capace di trovare Finn, sapeva di essere lui.

Forzò un nuovo sospiro e continuò a camminare, dove colse poi una vetrina colorata dal lato opposto del marciapiede.

Lesse l'insegna altrettanto allegra, scritta a caratteri cubitali: Smoothie&Cookie.

Deglutì. Odiava quel posto.
Ma Jack si avvio lì ugualmente.

❀❀❀

Finn non prestò troppa attenzione, quando la porta dell'ingresso si spalancò con un tonfo.

Jack si osservò intorno, e quando notò una massa di folti capelli ricci dinnanzi a Millie Bobby Brown, socchiuse le palpebre.

«Millie, ti senti bene?» chiese il riccioluto, studiando brevemente il volto dell'amica. «Cosa stai guardando?»
Lei poggiò il suo sguardo su Jack, e le sembrò che lui fece lo stesso.

«Hai chiamato i rinforzi, eh?» sbottò a quel punto, dedicando a Finn una scorsa carica di disprezzo. «Fottiti, Finn Wolfhard» gli sussurrò all'orecchio, prima di uscire nervosamente dal locale.

Il ragazzo si voltò.
Avrebbe voluto arrabbiarsi, arrabbiarsi sul serio.
Avrebbe voluto alzarsi e costringere Jack a ritrovare Millie, e si alzò davvero, ma per baciarlo.

D'altronde, come poteva arrabbiarsi se gli era stato dato ciò che aveva chiesto?

Voleva solo terminare quell'esausta mattinata e andare via con Jack, e ridere con lui su quanto fosse stato infantile il suo atteggiamento.

Fece scivolare le mani lungo la sua vita e tentò di premere le proprie labbra contro le sue con ancora più foga, ma Jack lo spinse via.

«Fottiti, Finn Wolfhard» pronunciò a denti stretti, e quando fece per andare via a sua volta, il riccioluto gli afferrò cautamente il polso.

«Hai idea dello spavento che ho preso? Non rispondevi neanche a un fottuto messaggio!» proseguì sbraitando, dimenandosi dalla stretta.

«Non andare via» mormorò Finn, incapace di formulare altro.

«Tu l'hai fatto» replicò Jack, liberandosi prepotentemente dal suo tocco.

«Hai ragione» si affrettò a dire il riccioluto «sono stato uno stupido a non dirti niente.»

Ma Jack si era già precipitato fuori dal negozio.

Buon anno a tutti quanti (pt.2!)
Spero che abbiate passato un capodanno come me che, per esempio, non ho fatto un cazzo.
Questa parte non mi convince per niente, probabilmente potevo buttare giù qualcosa di meglio, (e sono abbastanza sicura che alcune frasi scritte non abbiano senso compiuto) ma sono stanchissima e non volevo lasciarvi senza niente, ewe.
Preferite questi capitoli brevi (sì per me sono brevi) o quelli un po' più spessi?

not a love ➳ fackDonde viven las historias. Descúbrelo ahora