Il piccolo e curioso Stoick II

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Il sole stava tramontando dietro le grandi coste che delineavano Berk. 
Stoik II correva in giro per la casa mentre la madre gli chiedeva di stare fermo, almeno mentre sistemava le armi.

Quel bambino tanto vivace aveva compiuto da poco sei anni, un bambino assai sveglio, dai capelli ramati e gli occhi glaciali. 
"Papà!" Il bambino si fermò e corse verso la porta dove Hiccup lo prese in braccio. 


 "Che ha combinato il mio draghetto, hai fatto arrabbiare la mamma?" Astrid si alzò.


 "No!" Sorrise innocente, ma Hiccup lo guardò con un cipiglio. Il bambino in risposta si mise un dito in bocca: "Uhm,... forse!" e ridendo assieme, abbracciò il padre. 
 

 "Bene ora vai a letto che domani dovrai svegliarti presto, passerai la giornata con nonna Valka." disse l'uomo al figlio, che sbuffando, si diresse nella camerata.


Astrid e Hiccup si avvicinarono l'uno all'altra. 

 
"Sei stata la madre migliore del mondo e ultimamente non si può dire lo stesso di me." Hiccup si grattò la nuca. 
Le labbra di Astrid si posarono su quelle del marito per poi accoccolarsi sul suo petto. 
"Hai ragione, ma stai facendo un ottimo lavoro con il villaggio, anzi, con tutto l'arcipelago, nonostante il tuo migliore cavaliere debba rimanere a casa con tuo figlio." rise per poi avviarsi verso la stanza quando Hiccup le afferrò il polso e con una giravolta se la strinse al petto. 

 
"Cosa farei senza di te?" le posò un bacio sul naso. 


"Mamma, papà!" il piccolo Stoik spuntò dalla porta con in mano un foglio. 


"Questi chi sono?" Astrid prese in mano il foglio, era un ritratto di lei e Hiccup alla giovane età di ventun anni. 

 
Hiccup rise per poi far sedere il piccolo Stoik sulle sue ginocchia. 
"Quelli erano i tuoi genitori quando tu ancora non c'eri, quando ancora non sapevamo di amarci."

 
"In verità lo sapevamo e come, solo che ancora non ce lo eravamo detto." Lo corresse accarezzando la tintura un po' sbiadita di quel disegno. 

 
"Vuoi sapere come è successo, come abbiamo avuto il coraggio di metterci insieme e di fidarci l'uno dell'altra?" Solleticò la pancia del figlio che rispose allegramente, non volendone sapere di andare a dormire. 

 
"Da dove iniziare? Beh, tua madre era una bellissima e potente donna vichinga, la migliore del villaggio ed io, beh io ero..." esitò un attimo, picchiettando l'indice sulle labbra.

 "...Una lisca di pesce!" E fece un passo indietro, come ad indicare tutto se stesso. "Poi conobbi la potente furia buia e..." 


 "Ma papà già la conosco quella storia, me la racconti sempre! Io parlo di te e la mamma" disse indispettito. 


 "Bene -prese quindi parola Astrid- te lo racconterò io." Si schiarì la voce. "Entrambi facevamo parte del gruppo dei cavalieri dei draghi, dopo la disfatta del cattivo Drago Bludvist la pace regnava sul villaggio e mansioni più responsabili e meno pericolose, rispetto a quelle della guerra, toccavano a me, a tuo padre e ovviamente a tutti i tuoi zii: come la gestione dell'arcipelago, la cura dei draghi, l'istruzione dei nuovi cavalieri..."

"Non essere tanto diplomatica." Intervenne il marito, vendendo Stoick annoiato. "Certo, il governo del regno era importante, ma c'era una cosa che premeva il mio cuore -lo sguardo dolce dell'uomo si rivolse ad Astrid- tua madre."

"Sono forti i nuovi cavalieri." disse Bruta all'amica, poggiata al suo fianco sugli spalti per dare istruzioni alle nuove leve, osservando quei ragazzini che le ricordavano la sua gioventù. 


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⏰ Last updated: Dec 30, 2017 ⏰

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