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"Idiota. Bastardo. Cerebroleso-capitalista-culopiatto!!"
"Perché non hai voluto dirmi niente?!! A ME?! Io ti consideravo un fratello!! Mi fai schifo!!"
Scagliò il cellulare contro il fracasso della parete di fronte a sé per non dover ascoltare il dolore di un suo ennesimo silenzio, cancellando così anche le ultime righe che aveva digitato con rancore tremante sullo schermo ormai in mille pezzi. Aveva già cambiato cellulare due volte quella settimana. Già sentiva la sfuriata del manager sfiorargli il timpano. Nel torpore delle coperte una goccia salata scivolò lungo le sue guance.


"Io... davvero non contavo niente per te? Rispondimi Yifan......"



Alla fine Kris non aveva risposto alla sua chiamata. A nessuna delle 3.576 fottutissime chiamate. Due giorni dopo se ne uscì su Weibo con un "sto bene, vi auguro tutto il meglio, grazie a chi mi sostiene e alle loro voci!" scribacchiato con la sua grafia infantile che lasciava ben poco adito a emozioni.
Tao si era chiuso in sé stesso. A parte le prove non parlava più con nessuno. Notte e giorno, durante le pause, se ne stava sempre a smanettare col cellulare, come se non provasse più niente...
L'intera SM era nel caos più totale. Non lo davano a vedere, ma si percepiva fin troppo quella tensione sussurrata, come odore di fulmine poco prima di un rovescio catastrofico. Suho cercava di essere neutrale, ma come leader dovette dare ascolto alla politica dell'agenzia e rilasciare commenti drastici. In cuor suo sperava il contrario, sebbene gli rinfacciasse di irresponsabilità, ma se anche Kris fosse tornato con la coda fra le gambe a guardare in faccia a tutti e 11, la ferita, le ferite che aveva inferto loro non si sarebbero mai rimarginate del tutto. Anche a distanza di mesi... anni.
Tradimento.
Kris era abbastanza maturo da capire ciò che aveva fatto.







«......Aspetta!»
«Che c'è?! Lasciami devo andare a--!»
«Mi stai evitando?»
«Cazzo dici, Sehun-ah?»
«........»
«........ .....»
Ficcare il naso in affari che non lo riguardavano non era esattamente nel suo indole. Il bravo bambino che era dentro di lui gli diceva che era sbagliato origliare ma andiamo, chi potrebbe rimanere indifferente e cambiare direzione di fronte alla scena di Oh Sehun che tratteneva per il polso Luhan in mezzo al corridoio bisbigliando frasi con fare cospiratorio?
Gli occhi di Tao erano strabuzzati mentre si tamponava il sudore in viso fuori dalla sala prove, nascosto appena dall'ombra della porta socchiusa. Tra pochi giorni avrebbero dovuto intraprendere un tour importante, e presi in contropiede, furono costretti a modificare se non a rifare daccapo tutte le coreografie e i programmi last minut. Erano tutti sfiancati ancora prima di cominciare e gli umori erano tesi tra i membri... Pensava a questo, mentre ascoltava involontariamente il resto della discussione senza tuttavia cogliere il senso compiuto fino a quando Sehun non sbatté la porta della stanza accanto sbattendoci Luhan dentro.
Cinque mesi più tardi, Tao si sarebbe ricordato quella scena.




Una falla.
Solo una piccola falla e l'intero sistema era crollato riversandosi fuori con una potenza tale da travolgere il resto degli eventi. Senza possibilità di ritorno.
Solo ora si comprendeva la fragilità di ciò che era stato. Un sistema inesistente sorretto da ideali ridicoli e tante parole come altrettante promesse infrante. Cos'era rimasto ancora? Questo legame...fin dall'inizio...non era stato altro che una squallida menzogna.
Avrebbe voluto crederci. Con tutto sé stesso. Avrebbe voluto far finta che fosse tutto reale quando tutto andava in pezzi davanti ai suoi occhi senza che potesse afferrare...a trattenere un singolo fottuto frammento in quella caduta vertiginosa e inarrestabile, perché! nell'istante stesso in cui lo avesse afferrato, avrebbe sentito solo le mani sanguinare e il dolore sgorgare dagli occhi, ancora una volta......







Luhan aveva 22 anni quando baciò Sehun per la prima volta sul palco, nel bel mezzo di un concerto.
Durante il brief il direttore artistico aveva avvertito loro della presenza di una fila di pannelli cartacei dietro cui avrebbero dovuto cambiarsi in fretta e furia per poi sbucare fuori...e lui colse l'idea al volo. Cioè, idea diabolica, come solo un angelo mendace poteva elaborare nella breve confusione di una canzone. Mentre era chino a terra intento a infilarsi la maglietta rosa, Luhan gli si era avvicinato gattoni e, di fronte a migliaia di spettatori inconsapevoli e le grida assordanti, gli stampò un bacio sulle labbra con quel sorrisetto malizioso che lasciò Sehun a boccheggiare sul pavimento, mentre i polmoni riprendevano ad espandersi di musica sulle note spensierate di "Lucky"......

Il secondo che si scambiarono era la vigilia del suo compleanno. Quella notte Sehun compiva 19 anni, ma stranamente nessuno sembrava ricordarselo. Di solito avrebbero fatto irruzione nella sua stanza a mezzanotte urlando a squarcia timpani "Happy Birthday" come minimo facendolo saltare dalle coperte con l'aritmia a mille, e Chanyeol si sarebbe accasciato a terra dalle risate, Baekhyun subito dopo di lui, a rotolarsi insieme come due orsacchiotti epilettici...... Pensò di andare a letto presto, fino a quando una mano non venne a scuoterlo nel sonno.
«Shhhh! Fa piano!»
«Ahi! Il gomito! Aspett-pff, ahahahah»
«Che cavolo ridi?!»
«Ok-ok...pff, uno-due...»
Non sapeva esattamente cosa ci facesse a notte fonda rannicchiato sotto il tavolo da pranzo insieme a Luhan che ci aveva pure steso sopra una coperta in modo da farlo sembrare una vera tenda, sotto la quale ad attenderlo c'erano una torta e una candelina accesa. «Esprimi un desiderio Sehun.» Gli occhi del maggiore sorridevano alla fiammella tremolante che carezzava fiocamente i loro profili vicini. Sehun abbassò le lunghe ciglia e raccolse il fiato...Tre...Lasciandoli nel buio pesto. Luhan sentì un tocco soffice sulle sue labbra e non fece in tempo a chiudere gli occhi.
Durò appena un battito di ciglia, il glissando di una stella cadente.
Quando le riaprì, le sue iridi erano umide. «Che cos'hai desiderato?» sussurrò, gli mancava la voce. Sehun cercò il tepore della sua fronte adagiandovi la propria, e gli sorrise, anche se Luhan non poteva vederlo.
«Si è già avverato...»
Ridacchiarono entrambi sotto la tenda, avvolti dal silenzioso abbraccio di quella casa, consapevoli del fatto che tutti gli altri stessero ronfando beatamente stretti nei loro letti e desiderosi che la felicità di quella notte non fosse un sogno a occhi aperti.




"Seriamente, tu dormi con i peluche! Non mi posso mettere con te Sehun-ah, sei troppo piccolo!"


Da quando si era sentito declassare lì su due piedi, ogni singolo giorno a partire da quel giorno e nei due anni a seguire, Sehun cercò di crescere con tutte le sue forze, stringendo i pugni e strizzando gli occhi: non era ancora decollato come un razzo verso lo spazio ma raggiunse comunque l'inopportuna altezza di 1metro81. Di tanto in tanto gli piazzava una mano dietro il capo per comparare le loro stature, cautamente riportandola verso la propria fronte e puntualmente ritraendola, quando questi si voltava sospettoso, e lui fingeva di grattarsi la nuca con fare innocente......Perché lui, Oh Sehun, era da sempre stato timidamente e follemente innamorato di Luhan hyung, il suo primo amico nonché prima cotta.
La sola cosa che non sapeva, era che segretamente Luhan non aveva aspettato altro il giorno in cui Sehun fosse stato abbastanza maturo da poterlo finalmente ricambiare. Solo troppo timido e orgoglioso per ammetterlo a sé stesso, ma soprattutto, perché Luhan aveva paura di soffrire. E se Sehun era cresciuto rapidamente in quei due anni e mezzo, lui in confronto era rimasto lo stesso adolescente di 17 anni. Il suo cuore era come un cerbiatto impaurito che al minimo suono si metteva in fuga sparendo nel folto della foresta. Ancora così puro, erratico, impenetrabile...
Incantevole.
Per lui così introverso di natura, Luhan era sempre stato un raggio di sole abbagliante. La sola luce che fu in grado di giungere dietro le fredde sbarre del suo ego e donargli quel senso di libertà che gli era stato privato durante tutto il periodo grigio del training compiuto insieme.
Finché tu sarai al mio fianco... Ora risuonano così vuote queste parole. Ogni tanto si accorgeva di ridere, da solo e senza alcun motivo. E quelle risate diventavano così violente da percuotergli braccia e spalle, ma per qualche ragione, non gli procuravano alcuna gioia, solo, un dolore cieco e sempre più acuto.

words that we couldn't sayHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin