🔥Zach: A Natale si ride

Începe de la început
                                    

Seattle era bellissima a Natale e l'area festiva impregnava sia gli animati che gli inanimati. Credevo nella magia del Natale, era quella cosa che rendeva tutto più gioioso e felice.
E poi... C'erano quelle bellezze vestite da mamme Natali sexy... Non si poteva ignorarle.
Jase ci condusse in quella familiare zona vietata ai minori di quella fantastica città.
Erano poco sicure e le persone per bene non girerebbero mai in luoghi simili.
Ma per noi rappresentava solo la strada migliore verso il divertimento e il nostro venditore preferito.
Essendo minorenni e "inesistenti" non potevamo eseguire certe procedure o comprare robe particolari e il nostro uomo si occupava di farci arrivare tutto. Bastava che lo pagassimo.
Ovviamente non bastava che Nox gli avesse salvato il culo da un Valentin Santos infuriato.
Lui non faceva mai domande e noi non ne facevamo a lui, era questo l'accordo. Per esempio, qual era il segreto per quella testa pelata così lucida?
Non che mi interessasse, considerato che adoravo i miei capelli rossi.
Quando il buttafuori ci fece passare, Opal gli fece un l'occhiolino che quello ignorò.
Scendemmo le solite scale che solitamente facevo con Nox. Tendeva sempre a portare o me o Opal a quegli incontri, non perché avesse bisogno di protezione dalle persone, ma perché quando doveva scendere in certi luoghi aveva bisogno di tempo per prepararsi psicologicamente, e una faccia amica lo aiutava a restare calmo.
Quel giorno aveva affrontato le scalinate da solo. Doveva essere importante.
Mi sentii uno stupido per averlo creduto impegnato a far porcherie con qualche sconosciuta.
Alle porte dell'ufficio c'era in piedi una giovane ragazza che faceva da guardia. Probabilmente aveva qualche anno più di me, ma mi sembrava veramente, ma veramente, abbordabile. Una che non aveva bisogno di qualcosa di serio ma che necessitava di sentirsi amata. E io adoravo far sentire le donne amate.
Ero tentato di fermarmi sulla soglia e lasciare che Jase e Opal entrassero senza di me, ma come se mi avesse letto nel pensiero, Jase mi lanciò un'occhiata ammonitrice.
Fissai la ragazza senza ritegno, in modo da imprimerla nella mente prima che le dicessi addio.
Lei si accorse del mio sguardo e mi sorrise.
Ahia, che tentazione.
«James Sharp.» sussurrò il nostro venditore non appena varcammo la porta del suo ufficio. Non avevo mai capito come si chiamasse.
«E i Gemelli.» aggiunse indicandoci con un cenno.
Nox era seduto sulla sedia davanti a lui e continuava a battere il piede a terra nervosamente.
«Sono contento che siano arrivati anche loro, anche se avrei preferito parlare al vostro capo.» commentò il venditore.
«Non abbiamo un capo.» replicò Opal.
«E io sono un Luogotenente. Attento a come parli.» aggiunse Jase.
Jase stava così tanto tempo con noi che mi era difficile non considerarlo dei nostri. Eppure lui si esternava sempre dal nostro gruppo. Si considerava sempre estraneo e solitario quando chiaramente non lo era.
«Sì, sì, Geminus. Comunque sia ora puoi esporre la mia offerta, Nox.» disse facendo un cenno nella nostra direzione.
«La risposta è no ugualmente. I miei amici non sono in vendita e sono qui per dirtelo di persona.» affermò Nox serio senza guardarci.
C'era qualcosa di strano nel suo comportamento. Non sembrava aver apprezzato la nostra presenza.
Guardai Jase in cerca di spiegazioni perché di solito lui le aveva sempre. Ci aveva detto che Nox aveva chiesto il nostro aiuto ma a me non sembrava affatto uno che lo avesse richiesto.
Jase era tranquillo e calmo come sempre. Osservava attentamente i movimenti del venditore e Dio solo sapeva cosa passasse per la sua testa.
«In vendita? Spiegati meglio.» intervenne Opal inarcando le sopracciglia. Si era già messa in guardia. Anche lei doveva aver capito qualcosa. Di solito era così, tutti capivano tranne me. Le gioie della vita.
«Quindi il Giustiziere non vi ha detto nulla?» chiese il venditore.
«Ho bisogno dei servigi dei migliori Imperium in circolazione. Dovreste solo farmi da guardia del corpo mentre io concludo un certo affare... Ma essendo una cosa grossa è molto probabile che mi succeda qualcosa o che il mio socio mi tenda qualche imboscata. I pochi Imperium che mi avete concesso non basterebbero mai. E preferirei non coinvolgere armi da fuoco... Anche se il mio socio sicuramente li userebbe... Per questo ho bisogno di voi.» ci spiegò il venditore.
«Quelli sono affari tuoi. Noi ti paghiamo solo in contanti. O ci dai il materiale che ci serve o non se ne fa nulla.» insistette Nox.
«Sai quanto ho rischiato per procurarmi il materiale necessario alla costruzione dei Mini-Flash? E ti ho pure procurato le copie dei progetti! Un servizio di protezione mi sembra il minimo, dopotutto è quello che fate, no?» si scaldò il venditore.
«Noi salviamo gente che non ha scelta. Questo implica che crediamo nella possibilità di poter decidere. E noi decidiamo di non aiutarti.» disse Nox fermo.
«Nox.» intervenne Jase avanzando verso di lui. Gli mise una mano sulla spalla e solo in quel momento mi resi conto che la mano del mio amico stava tremando e Jase si era avvicinato in modo che il venditore non se ne accorgesse.
Io e Opal ci affrettammo ad affiancarli.
«Nox, non decidi per me.» disse Jase.
Sul volto del venditore comparve un sorrisetto compiaciuto. L'idea di avere il Luogotenente più talentoso di Susan Blackwood al suo servizio lo stava già esaltando. Lo vedevo nei suoi occhi.
«Vorrei dire da solo a questa sanguisuga che io non sono in vendita.» disse appoggiando le mani sulla scrivania e protendendosi in avanti.
Il venditore si rabbuiò e assunse una brutta smorfia sulla faccia piatta.
Il ghigno beffardo di James e quella fioca luce dell'angusto ufficio lo rendevano quasi minaccioso.
Eppure era solo un ragazzo di nemmeno sedici anni.
«Allora non venite mai più da me a chiedere favori.» ci minacciò il venditore.
«E così sia.» disse Opal alzando il mento con orgoglio.
Nox la guardò stupito, come se non si fosse aspettato la sua reazione così decisa.
Il venditore non faceva favori solo al gruppo, ma anche di personali a ciascuno di noi quando ne richiedevamo. Ognuno ne traeva benefici e rinunciare a lui era qualcosa di molto problematico per ciascuno di noi. Eppure mi sentii in dovere di dar man forte ai miei amici.
«Nessuno qui farà il tuo lavoro sporco.» dissi con fierezza.
«Allora il caso è chiuso. Non avremo mai più affari e non voglio mai più rivedervi.» disse il venditore seccato.
Nox si alzò dalla sedia ed uno ad uno uscimmo dalla porta dell'ufficio del furibondo venditore. Io fui l'ultimo e appena uscii vidi di nuovo la ragazza. Mi affacciai prima di chiudere la porta.
«Senti, con "non avremo mai più affari e non voglio mai più rivedervi" intendi anche che non posso frequentare nessuna delle tue dipendenti?» chiesi con fare innocente.
Il venditore mi guardò malissimo.
«Insomma, se per caso uscissi con lei sarebbe infrangere il nostro neo accordo?» chiesi prendendo per mano la ragazza e avvicinandola per farla vedere al suo padrone.
«Torna dentro figlia e chiudi la porta in faccia a questo screanzato!» esclamò furibondo il venditore balzando in piedi.
«Oh! Cielo! Sei sua figlia?» chiesi rivolgendomi verso la ragazza.
«Zach! Ti vuoi muovere?» sentii mia sorella chiamarmi.
«Questo è un problema?» mi chiese la ragazza sorridendomi accattivante mentre suo padre ne diceva di tutti i colori. Si era pure impigliato alla sedia.
«Non importa, zuccherino, ti verrei a trovare anche se tuo padre fosse Hitler.» affermai sorridendo smagliante. Aggiunsi l'occhiolino.
Poi le feci il baciamano facendola ridacchiare.
«A proposito, sono Zach Day. Posso sapere il tuo nome?» chiesi galantemente.
«Perché non lo scopri da solo?» mi chiese divertita.
«Oh, già mi piaci da impazzire, zuccherino. Adoro le ragazze intraprendenti.» affermai indietreggiando perché il venditore si stava liberando dalla sua sedia all'apparenza confortevole e mia sorella continuava a chiamarmi.
«Come mi troverai?» chiese chiudendosi la porta alle spalle per guadagnarsi mezzo secondo.
«Su questo non ti devi preoccupare. Non avrò problemi a trovare l'unico diamante in mezzo al sassi, sono un Geminus della terra e del fuoco, d'altronde.» affermai prima di voltarmi e risalire le scale.

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