Un misterioso processo di creazione

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Le nicchie piene erano molte e gli scheletri erano tutti ben conservati. La scelta, tuttavia, era ardua. Cosa desideravo sembrare, nelle mie spoglie umanoidi? Volevo essere alto o basso, femmineo o virile? Magari un aspetto più bilanciato, fra l'uomo e la donna, che ricordasse la bellezza armoniosa di un drago. Aspiravo forse alla grazia rotonda nelle forme delle donne, ma anche le linee robuste delle mascelle virili e la loro altezza che incuteva un pizzico di timore in più mi tentavano. C'erano persino scheletri giovanissimi: se lo avessi desiderato, avrei potuto apparire come un bambino piccolo ed innocente, facendomi sottovalutare dal mio interlocutore.

Alla fine scelsi uno scheletro maschile, alto circa un metro e settanta, più delicato della media. Forse furono gli zigomi forti ad attrarmi, forse le lunghe dita affusolate, ma seppi non appena lo vidi che quello sarebbe dovuto essere l'interno del mio simulacro.

«Maestro, scelgo questo» Dissi «È perfetto».

Paulus Grimorius, ridacchiando come se avessi detto qualcosa di molto buffo, mi aiutò a tirare fuori l'intero scheletro dalla nicchia in cui si trovava, per fortuna abbastanza in basso, e lo disponemmo a terra, stando ben attenti che tutte le ossa fossero al loro posto corretto e che non mancasse nulla.

Prima di proseguire devo precisare che le procedure per la creazione di un simulacro sono, a grandi linee, segreti antichi dei draghi da custodire a costo della vita e che dunque non ne parlerò.

Come faceva Paulus a saperli? Lui non era un umano come gli altri, lui cavalcava gli eoni del tempo accompagnando il piccolo e il grande popolo, era colui che porta l'Urna e che designa il Ministro Oscuro. La sua anima era incorruttibile e irremovibile, la sua mente un firmamento di stelle. Egli conosceva i segreti della terra e della notte, fra le sue mani teneva il guinzaglio della morte, dunque era tranquillamente auspicabile che conoscesse i segreti dei draghi.

Ci mettemmo più di un mese per finire di creare il mio simulacro, lavorandoci quasi tutti i giorni, per come gli impegni di lavoro (sia il mio che il suo) ce lo permettevano.

Smisi di cercare di scavarmi una tana sotto quell'abete e andai ad abitare nelle catacombe, facendo la guardia al progetto del mio corpo alternativo.

Paulus Grimorius approvò la mia scelta, dicendomi che quello era il posto migliore per vivere se si era un giovane drago dal cuore nero.

Le tenebre mi accolsero. Quando dormivo, di notte, voci incorporee mi sussurravano nelle orecchie storie antiche che dimenticavo quasi completamente quando mi risvegliavo al mattino.

Non avevo paura. Qualcun altro, possiamo ben ammetterlo, sarebbe stato terrorizzato al mio posto, ma come potevo temere qualcosa che non poteva nemmeno toccarmi? La magia rimbalzava sulle mie squame e qualunque forza oscura albergasse nella catacomba non aveva un corpo, ma una disincarnata forza simile al vento che sussurrava alla mia mente storie meravigliose e antiche e mi cullava fino al sonno.

Quando per qualche motivo durante il tempo libero non potevamo lavorare sul simulacro, come quando quest'ultimo doveva riposare fra un'applicazione di gemme e l'altra, Paulus mi insegnava ad incanalare il mio spirito con la magia.

«La tua magia è rosa» Mi disse un giorno, senza traccia di divertimento «È perfetta per l'applicazione al tuo simulacro. La magia delle visioni e degli inganni farà credere a tutti che a parlare sia un vero essere vivente, non avranno mai l'impressione che si tratti solo di una fredda scorza di osso, pietra e...».

Ovviamente non posso dirvi di cos'era fatto il mio simulacro, questo andrebbe contro i miei interessi.

Fui molto contento di sapere che la mia magia ben si adattava all'antica arte dei simulacri.

Io sono il Drago [Vincitore Wattys 2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora