La bellezza di un drago

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I miei mesi di apprendistato con Heslant trascorsero senza intoppi di sorta. Il mio collega e mentore era generoso con me, mi permetteva di allontanarmi quando volevo e di viaggiare anche per giorni, inoltre mi elogiava spesso.

Crebbi ancora, diventando più alto del più alto dei cavalli del distretto (seppure di solo un centimetro) e superando i cento chili di peso. Ero leggero, come tutti i draghi volanti, in relazione alla mia stazza: merito delle ossa cave, delle sacche di aria, della mia struttura longilinea. E poi non riuscivo a diventare muscoloso come Heslant, neanche se mi ci impegnavo.

I draghi rossi sono naturalmente più portati a sviluppare massa muscolare, perciò non solo sono alti e hanno corna enormi e spine alte su tutto il dorso, ma sembrano anche dei culturisti e fra le specie capaci di volare sono i più possenti in assoluto. Un tempo, fino a un paio di centinaia di anni prima, era esistita anche una specie di draghi volanti più pesante, ma non erano molto bravi come volatori, a dire il vero... e poi si erano estinti, il che era un chiaro segno che non erano molto bravi anche in tutto il resto.

I draghi rossi, invece, erano una razza antica e il loro numero era più o meno stabile. Temuti, amati, usati come simbolo in araldica e muscolosi come culturisti, era ovvio che fossero anche una delle specie draconiche più vanitose.

Non ero bello neppure come drago nero, ma quando camminavo accanto a Heslant sembravo proprio brutto: magro e lungo, con quelle corna rigirate in avanti e così sottili, con i piccoli occhi verdi spesso riparati dal vento con la terza palpebra che li faceva sembrare bianchi, tutto nero contro la lucentezza marina del corpo blu del mio mentore e per giunta spettinato. Tenere in ordine la criniera era un'impresa: cresceva irregolare e formava doppie punte, inoltre stava diventando sempre più lunga. Quale drago degno di questo nome ha i capelli? Ce n'erano state in passato, specie che possedevano peli, ma si trattava sempre di splendide criniere complete e simili a quelle dei leoni, atte a proteggere tutto il collo, oppure di fluenti creste bianche ed erettili per comunicare il proprio stato d'animo.

Io avevo questi peli lunghi e neri che non si potevano muovere a comando ma che invece sventolavano alla minima brezza e che somigliavano alla criniera di un cavallo, difficili da gestire e che mi finivano di fronte agli occhi o si incastravano a ciocche fra le punte cornee sul mio dorso e negli interstizi fra le squame, disordinati e brutti. Arrivai ad odiarli e li rasai completamente.

Senza criniera, con gli spuntoni dorati finalmente visibili, sembravo ancora più magro e malaticcio, ma almeno non ero disordinato.

«Perché?» Mi disse Heslant, quando mi vide rientrare nella sua tana, calvo e arrabbiato

«Non riuscivo a pettinarli» risposi, anche se non era tutta la verità

«Non ti sembra un po' drastico? I draghi non hanno bisogno di pettinarsi»

«Certo, i draghi non hanno niente da pettinare» sbuffai e mi accorsi che del fumo scuro risaliva dalle mie narici

«Alcuni draghi... sai, Ermes, alcuni draghi hanno la criniera. Tu ce l'avevi»

«Io sono un abominio. Mia madre mi ha abbandonato da neonato credendo che non sarei potuto sopravvivere. Non somiglio neppure alla mia specie»

«Neppure io» Heslant si abbassò sulle zampe, acquattandosi come farebbe un gatto prima di balzare, ma rimanendo poi immobile e saldo «Siamo diversi, io e te. Ci siamo ribellati alla natura stessa, alle aspettative che il mondo aveva di noi. Non somigliamo alla nostra specie eppure eccoci qui, consiglieri nell'Antica Dragoneria»

«Ma io sono uno sgorbio» ringhiai «Mentre tu sei soltanto... blu. Sei bello».

Heslant sospirò e fece schioccare le palpebre chiudendo gli occhi con forza.

Io sono il Drago [Vincitore Wattys 2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora