One More Night

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"Ci siamo di nuovo Tikki"

"Non lagnarti come sempre, Plagg", sospirò la piccola Coccinella, "Lasciamoli in pace"

"Blah, sento l'odore di umano in calore da qui", si lamentò il gatto, in chiaro tono di disapprovazione, seguendo la sua compagna da secoli nel cubicolo del bagno mentre si preparavano ad una lunghissima notte.

Quello era il momento preferito di Adrien, quando finalmente poteva toccare la sua Lady senza quel dannato costume, esplorare la sua pelle calda. Era un peccato che gli fosse assolutamente proibito utilizzare qualsiasi fonte luminosa che potesse rivelare i loro volti, costringendolo a strattonarle via i vestiti a tentoni, ma questo e più pur di fare sua la donna che amava da sempre, nonostante si dovesse far bastare solo di quegli incontri clandestini che avvenivano solo quando lei decideva.

Solitamente ciò accadeva dopo aver sconfitto un nemico piuttosto potente, o semplicemente quando era particolarmente turbata, e quello era uno di quei casi, l'aveva capito nel momento in cui gli aveva chiesto di seguirla dopo il loro solito giro di pattuglia, lontano dai loro compagni, ed entrambi sapevano cosa ciò comportava.

Si infiltravano nel primo squallido motel che trovavano, una manciata di minuti di sesso e via, ognuno a casa propria senza più riparlarne. Ogni incontro era una prima volta, come concordato mesi prima, e Chat Noir si accontentava.

Non poteva certo lamentarsi proprio adesso, non mentre lavorava freneticamente con la zip dei pantaloni della sua partner, che si era già sfilata la maglietta in completo silenzio tra un bacio ed un altro. Ecco un'altra cosa, la più fastidiosa secondo Adrien, che caratterizzava i loro incontri: un frustrante e assoluto silenzio.

Ladybug si rifiutava di pronunciare una singola parola mentre non era trasformata, e Chat Noir non capiva perché. Forse aveva paura di essere riconosciuta grazie alla voce? Beh, lui aveva sottolineato più volte che ormai non gli interessava più tenere il segreto tra di loro, erano partner da anni, ormai tra loro c'era fiducia. Anzi, ci sarebbe dovuta essere, ma in quel periodo la donna era diventata sempre più fredda, nonostante la loro costante collaborazione.

In qualche modo quella situazione gli ricordava lei, Marinette, la sua Principessa.

Da settimane la sua amica, la sua prima amica, da adorabile ragazza sempre gentile e impacciata era diventata distante e si rivolgeva a lui con fredda cordialità. Non gli sorrideva più, o meglio, il sorriso che gli rivolgeva non era sincero come prima, e non poteva negare di non soffrire per questo.

Le voleva bene, ma non sapeva come affrontarla... Ma cosa stava pensando? Perché le era venuta in mente Marinette proprio in quel frangente?

Avrebbe pensato a come combattere contro il misterioso rancore dell'amica dopo, ora aveva ben altro per la testa, e un problema tra le gambe che non vedeva l'ora di risolvere.

Riuscì finalmente a slacciarle i pantaloni nonostante le labbra della sua straordinaria amante che torturavano il suo collo fossero una forte distrazione, per quanto piacevole. Si inginocchiò ai suoi piedi, tirandole giù frettolosamente sia i jeans che le mutandine, lasciandole dei rapidi baci sul ventre scendendo verso la sua meta, sentendo le gambe di lei tremare per l'attesa, che Adrien era voglioso di soddisfare.

Sentirla sospirare e aggrapparsi alla sua spalla per evitare di cadere era tremendamente eccitante, ma era niente a conforto di sentire la sua delicata mano accarezzargli i capelli, facendogli sfuggire delle involontarie fusa. Per un secondo la sua meravigliosa risatina risuonò nella stanza buia, sentirlo fare le fusa come un vero micio le risollevava sempre l'umore, ma la sua ilarità fu spezzata da un gemito più forte quando, per dispetto, Chat aumentò l'intensità con la quale stava stimolando la sua intimità, simulando con la lingua ciò che aveva intenzione di farle.

You are my Eros, I am your PsycheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora