IL NERO ~ IL BIANCO

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Aprì gli occhi per primo Mario, e restò a fissarlo sognante, trattenendo quasi il respiro per la paura di svegliarlo, e non dover perdere, rinunciare alla perfezione di quel momento. Claudio era un quadro, un bellissimo quadro. Il suo viso era interamente composto da morbide e sinuose linee. La curva dolce delle sue labbra, i suoi occhi seppur chiusi tanto espressivi, ed il colorito della sua pelle di un rosa bambino, lo trattenevano a letto, nel suo letto, nel letto di Claudio.

***

Precedentemente...

Si baciarono famelici, e le mani restavano incollate al viso dell'altro, stringendolo un po' di più perché altro non potevano in un'aula straniera, ma il desiderio di possedersi e di scavare a fondo nella vita dell'altro, nell'intimità dell'altro, cominciava ad essere irrefrenabile. E per quanto Mario risultasse restìo a questa passione inspiegabile, continuò a baciarlo, ad invaderlo con la sua lingua alla ricerca costante della sua, in uno scontro-incontro senza fine che accendeva i sensi ad ogni contatto.
Si staccavano.

- Casa mia è a due passi da qui.
- È già finito il tuo turno, fotografo?
Si baciavano.

Si staccavano.
- No, ma starò male pomeriggio...
- Mi desideri a tal punto?
Si baciavano.

Si staccavano.
- Non mi sembra d'avertelo mai nascosto. Andiamo?
- Chiedilo al mio cazzo.

Claudio istintivamente glielo afferrò e l'erezione di Mario si pronunciò molto di più.

- Penso sia superfluo chiederglielo!

E con rapidità lasciarono l'aula, l'edificio, la ragione. Claudio avvisò durante il breve tragitto i colleghi, e nel frattempo trascinava con sé, stringendogliela la mano, l'uomo più bello e più intrigante, correndo per le strade di Verona.

- Clà me fai male! (sorrise)

- Mi spiace, ma non allento la presa. Resisti Mario.

- Non scappo idiota!

Arrivarono già stremati per la velocità e per il desiderio pompare nelle vene. Entrarono, varcarono l'ingresso e nell'attesa dell'ascensore scendere, restarono immobili, intrappolati nello sguardo dell'altro, senza poter aprire bocca o pronunciare sillaba, e non sarebbe servito. Gli occhi potevano tutto e parlavano da sempre, dal primo incontro. E resistere, trattenere la passione sino a destinazione, diventava sempre più difficile, e fu così che per la prima volta, Mario si lanciò sulla bocca di Claudio, spingendolo con violenza contro la parete dell'ascensore.

- Sono claustrofobico Claudio.

- Non pensarci, siamo quasi arrivati.

- Non penso. Da quando ho incrociato il tuo sguardo, non penso.
Potrei sbatterti qui, e non badare a nulla.

L'ascensore si aprì ed uscirono stravolti. Entrarono sbattendo fuori casa le incertezze e le paure. E Claudio lo raccolse, lo sollevò e lo portò in camera ormai consapevole del proprio effetto su Mario. Ed il tempo è oro così lo spogliò e si spogliò, ed il suo corpo abbronzato, scolpito appena, ed esile, corrispondeva al sogno.

- Mario, sei... sei bellissimo!

Si toccavano stringendo la pelle ed i muscoli. Si baciavano sulle labbra, sul petto.
Si mangiavano.
Claudio gli afferrò poi il bacino per la voglia di conoscerlo in profondità Mario, lo spinse su e lo avvicinò a se, al suo membro.

- Dimmi che posso...

- Non aspettavo altro Claudio.

E si unirono in nome della passione, del desiderio. Vibravano i loro corpi, danzavano e gemevano all'unisono per un piacere troppo grande da soffocare nello stomaco. E fu un orgasmo quasi doloroso perché esplosivo nello stesso momento.

Fu naturale per Mario accasciarsi poi al lato sinistro di Claudio, accarezzargli il petto tatuato, ed ansimare per la stanchezza e per la vicinanza di un uomo troppo bello da spezzare il fiato tutte le volte.

- Mario non andare via, ti prego.

- Non potrei adesso...

Sorrise Claudio, rincuorato dall'affermazione di Mario.

- Rilassiamoci un poco per poi ricominciare.

Claudio lo fissava curioso, con gli occhi piccoli e leggermente chiusi per i sorrisi continui.

- Hai esplorato il mio corpo abbastanza. Recupero le energie, a momenti... sarà il mio turno.

E non avrebbero smesso di esplorarsi e di fare l'amore. E per tutto il pomeriggio e la notte, non si respirava altro in quella casa.

***

Pensò d'averlo stremato, sfinito e non lo avrebbe svegliato. Non lo svegliò.
Mario conosceva il suo corpo, le sue emozioni, il suo cuore, e l'attrazione, il pensiero di Claudio, gli ricordarono un sentimento importante e che temeva da sempre. Era un artista alla ricerca del successo, ed ancor più alla ricerca di se stesso in giro per il mondo. Conoscere Claudio e correre il rischio di amarlo fottutamente lo impensierivano. La paura di soffrire, di dover spezzare un nuovo legame, gli attanagliava il cuore e spezzava il respiro. Barcollava per la scelta, e fu così che da cordardo lasciò fare al destino.
Malinconico gli sfiorò la mano con le labbra, aspirandone l'odore e riempiendo ogni parte di se e del suo corpo. Non lo avrebbe più dimenticato.

Ed era andato via, immerso ancora tra le più opache e scure tonalità di nero, ed aveva lasciato riposare e sognare Claudio, che tra lo spessore dell'ombra, era la luce, il bianco.

BIANCO E NEROحيث تعيش القصص. اكتشف الآن