3 Ottobre

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Era il 3 ottobre.
Una giornata piovosa, ma non una piovosa di quelle che ti mette "depressione", una piovosa di quelle che ti viene da pensare "forse dovrei fare questo, forse da oggi cambierà tutto, o qualcosa.", una di quelle giornate che sembrano durare un'eternità.

Lisa Wood si stava infilando il parka verde, dopo essersi preparata di fretta e furia per andare a scuola.
Venti minuti prima si era svegliata, dopo aver lasciato suonare la sveglia per mezzora, e in poco tempo si era fatta la doccia, vestita e truccata.
Dopo essersi messa il giacchetto, si infilò velocemente la sua amata sciarpa bianca, mise lo zaino in spalla ed uscì di casa.

Fece velocemente gli scalini di casa, stando attenta a non scivolare, e percorse il vialetto fino alla fermata dell'autobus per poi accorgersi che l'autobus che era solita prendere, era già passato. Quindi non le restava che prendere l'altra linea.

"Perfetto." sbuffò mentre alzava gli occhi al cielo, così notò che stava iniziando a piovere, allora si mise il cappuccio e si riparò sotto un tettuccio di un bar li vicino finché non arrivò l'autobus.

Aspettò che fosse abbastanza vicino, poi si avvicinò al cartello della fermata, per far capire che doveva salire. Per fortuna, l'autista la capì al volo, e non sì bagnò molto nonostante stesse ormai diluviando.

"Buongiorno." disse all'autista mentre saliva, poi si sedette sul primo posto libero che trovò. Il che non fu molto difficile, poiché essendo in una delle prime fermate l'autobus era vuoto. Ma letteralmente vuoto.

Non era la prima volta che prendeva quella linea, un altro paio di volte ci era salita di mattina, sempre per colpa del ritardo.

Si mise comoda, si girò verso il finestrino ormai totalmente pieno di gocce, poi prese le cuffiette dalla tasca dello zaino nero e le infilò all'iphone, per poi perdersi nelle sue canzoni preferite.
Aveva sempre amato la musica. Le piaceva ascoltare le canzoni, dare significato e importanza a quel gruppo di parole messe insieme, sentire dentro quello che il cantante voleva esprimere.

Fermata dopo fermata, l'autobus iniziò a riempirsi sempre di più, finché non rimasero solo pochi posti liberi.

A interrompere i suoi pensieri fu una fermata brusca dell'autista: un giovane era sbucato dal nulla in mezzo alla strada, ma per fortuna aveva fatto in tempo a fermarsi.
Iniziarono tutti a parlare e bisbigliare tra loro, chi più e chi meno rumorosamente, mentre Lisa si sistemò i lunghi capelli, che le erano finiti in faccia, e mise la ciocca destra dietro l'orecchio. Poi si rimise le cuffiette e si rigirò verso il finestrino per immergersi ancora una volta nei suoi pensieri.

O almeno, finché qualcosa non le cadde sulla spalla. Incuriosita guardò a terra per vedere cosa fosse: era un cappello.
Si girò, poi guardò intorno per capire chi l'avesse lanciato, ma niente. Nessuno sembrava avere perso qualcosa, o avere uno sguardo smarrito, per cui lo prese e lo tenne in mano lungo tutto il resto del tragitto sperando che il
proprietario si rendesse conto che lo aveva lei.

Arrivato davanti il liceo di Concord, l'autobus si fermò, ed uno ad uno gli studenti scesero, e alcuni presero posto nel grande cortile, mentre altri entrarono direttamente nell'edificio ed altri si diressero verso la palestra e la piscina.

La Concord High era una scuola molto grande.
Sul colore arancione chiaro chiaro, quasi tendente al rosa salmone, con qualche ritocco e particolare sul bianco.
Attraverso un piccolo corridoio era collegata all'area sportiva: una palestra e una piscina, poi fuori le mura c'erano due campi, uno da calcio e uno da tennis.
Poi, totalmente al di fuori dell'edificio, c'era la mensa. Ne tanto grande, ne tanto piccola, ma giusta per contenere tutti gli studenti del liceo.
Insomma.. come avrete capito era una scuola davvero molto grande.

Lisa fece gli scalini, poi aprì il grande portone principale, entrò e si diresse in classe.

Fu la prima ad entrare, ma non ne fu sorpresa: quell'autobus arriva all'istituto molto presto.
Allora prese il cellulare e si mise a giocare a qualche stupido gioco, in attesa dei suoi amici.

Un ragazzo non molto alto e abbastanza muscoloso entrò nella stanza.
Aveva i capelli castani scuri, quasi sul moro, e indossava una felpa rossa abbinata a dei semplici jeans.

Appena Lisa lo vide sorrise.

Persa nel tuo sguardo.Where stories live. Discover now