Cambi di umore? Non sono dei fenomeni naturali per me?

Variazioni nelle abitudini alimentari? Mangio ancora cibo spazzatura. Non è cambiato nulla.

Attacchi di panico? Quelle cose che ti fanno tremare e fare respiri irregolari fino a quando piangi e non riesci a parlare? Un paio, sì.

Rispondo alle domande, e lui fa una pausa all'ultima risposta, guardandomi come se fosse preoccupato.

"Cosa?" chiedo piano, temendo lo sguardo che mi sta rivolgendo.

Non mi piace che le persone si preoccupino per me.

Anche se voglio uccidermi.

Sono il tipo di persona che dice, "Non preoccuparti." a quell'argomento.

"Harry, non me l'hai mai detto prima. E' una cosa seria." dice fermamente, scrivendo tutte le cose che dico sul suo quaderno.

Mi stringo nelle spalle, "Non così seria."

Solleva lo sguardo su di me, poi allunga la mano per accarezzarmi i capelli con tocco gentile.

Le mie palpebre sfarfallano delicatamente e sorrido, lasciandomi andare al suo tocco.

"Lo è, tesoro. Quando succedono?" chiede, quasi in un sussurro mentre io desidero che il tavolo fra di noi sparisca, così che io possa sedermi sulle sue gambe e spargere di baci le sue guance.

Deglutisco, quando le sue mani mi circondano le guance, le parole stanno correndo alle mie labbra prima che io abbia il tempo di fermarle.

"Quando voglio uccidermi." prorompo, e oh dio.

Oops.

Merda.

La sua espressione va da preoccupata ad assolutamente e fottutamente distrutta.

"Cazzo, Harry... Perché? Perché mai vorresti farlo?" chiede, cercando di parlare con tono calmo perché ci sono persone vicino a noi.

Che mangiano gelato, ma che probabilmente non parlano di suicidio contemporaneamente.

Che culo.

Mi viene in mente poi, che non avrei dovuto sollevare la questione.

Mi stringo nelle spalle e scuoto la testa lentamente, e le lacrime cominciano a gocciolare dalle mie guance.

Louis si alza in piedi, prendendo la mia coppa vuota di gelato, e anche la sua, e le butta via prima di aiutarmi ad alzarmi, e mi porta fuori per parlarmi sulla panchina all'esterno.

Fa un po' freddo, e le sole persone che sono fuori sono un bambino con i suoi genitori.

Il piccolo, che sta facendo le bolle di sapone, mi guarda e mi sorride, un sorriso a due denti, e io non riesco a sorridergli a mia volta, anche se vorrei tanto poterlo fare.

Ritorno a guardare Louis, che mi fa sedere sulle sue gambe.

Proprio come volevo.

Amo le sue gambe.

Dopo aver visto i suoi occhi preoccupati non riesco a controllare i singhiozzi che ho trattenuto e mi permetto di accoccolarmi a lui, le mie braccia che si avvolgono mollemente al suo collo.

"Shh... piccolo. Sono così grato che tu me l'abbia detto..." cerca di calmarmi, e la mia schiena sta tremando, insieme alle mie mani che stanno scorrendo fra i suoi capelli sulla nuca.

Non riesco nemmeno a rispondere, e quando guardo sopra la spalla di Louis, la famiglia di prima sta andando via.

Il bambino mi guarda con preoccupazione, proprio come Louis aveva fatto, prima che sua madre lo porti via.

Quello mi fa solo piangere di più.

"Sei così coraggioso... piccolo, guardami un attimo." dice e mi sposta leggermente, guardando gli occhi lacrimanti e le guance rosse.

Anche i suoi diventano lucidi, mentre si avvicina per baciarmi.

Le nostre lacrime di mescolano quando ci baciamo, rigando le nostre guance mentre condividiamo un bellissimo, e dolce, lungo bacio.

Mi allontano lentamente dalle sue labbra e appoggio la mia fronte sulla sua, chiudendo gli occhi quando so che anche i suoi lo fanno.

"Louis..." comincio, il mio cuore che batte a milioni di battiti al secondo.

O almeno, è quello che sembra quando pronuncio queste parole.

"Credo di amarti," sussurro, e mi scosto per guardarlo.

Apre gli occhi lucidi e mi sorride con le rughette attorno agli occhi.

E naturalmente, gli sorrido a mia volta, e riesco a sentire le fossette che mi bucano le guance.

Posa le sue mani sulle mie guance e mi bacia le labbra prima di parlare dolcemente. "Io credo di non poter vivere senza di te, Harry."

Quello mi fa piangere di nuovo.

Perché io non credo di poter vivere, con o senza di lui.

Ma posso sicuramente provarci.

Annuisco, e lecco le mie labbra leggermente salate, che sono umide per le lacrime. "Ci sto, se tu ci stai." dico, come se stessimo facendo un patto.

E forse lo stiamo facendo.

Annuisce in risposta, "Allora ci sto." sussurra e mi abbraccia impossibilmente stretto mentre le mie gambe penzolano dietro di lui.

Lo abbraccio forte, e lui si alza con me in braccio, portandomi così alla sua auto mentre le mie gambe dondolano mentre cammina.

Le persone fissano, ma a noi non importa nemmeno.

Ci fa entrare entrambi nel sedile posteriore dell'auto, e io mi domando perché in un primo momento, ma poi lui si stende con me, mettendo il mio intero corpo sopra di lui prima di chiudere la portiera.

Accarezza la mia schiena facendo dei piccoli cerchi e stiamo lì, riposandoci con la radio accesa in sottofondo, e il riscaldamento acceso.

Mi accoccolo su di lui, e di nuovo...

La libertà è nel mio cuore.

Il dolore svanisce, le lacrime cedono, e tutto è in pace.

Siamo stesi sui sedili posteriori della sua macchina, nel parcheggio di una gelateria e sinceramente non mi sono mai sentito così vivo in vita mia.

Anzi, non penso di aver mai voluto di sentirmi vivo.

Ma adesso... sto cominciando ad avere dei ripensamenti.

"Louis?" chiedo sussurrando, e lui mormora, passando le dita fra i miei ricci, facendo i grattini alla mia testa in risposta e se fossi un gatto, starei sicuramente facendo le fusa.

"Non abbiamo finito l'intervista." dico, e lui apre gli occhi stancamente.

"Come ti senti oggi?" chiede, e io guardo profondamente nei suoi occhi, fissandoli, il mio cuore che batte a ritmo costante.

"Vivo." dico con un enorme sorriso, e lui mi sorride in risposta, sollevandosi per baciarmi la fronte.

"E' una buona cosa?" Annuisco, perché sì.

E' davvero una buona cosa.

"E' una cosa fantastica." dico, e ci abbracciamo per il resto della notte... dormendo accidentalmente fino alla mattina seguente.

Oops.

Ci svegliamo con una multa per divieto di sosta sul parabrezza di Louis, ma la ignoriamo e invece limoniamo.

You put the O in DisOrder » Larry Stylinson || Italian translationTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang