Capitolo 2

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10 settembre

Credevo di essere forte. Mi sbagliavo. Sono debole, una di quelle che si spaventano per gniente, una di quelle che tremano come una foglia davanti alla minima dificoltà. Mi trovo a gestire una sistuazione ingestibile, la cosa mi spaventa e non poco.

Il sole illuminava il cielo di romano canavese, rendendo tutti un po' più sereni, ma non me.

Trascorsi tutte le cinque ore in assoluto silenzio cercando di apprendere il più possibile dalle spiegazioni degli insegnanti, sapendo che a casa non avrei avuto tempo di studiare.

Tornata a casa, mi cucinai il pranzo di fretta e furia per poi dedicarmi alle faccende domestiche, trovai anche qualche minuto per studiare e poi filare al lavoro.

<< Oh Luna! Che novità, sei in ritardo.>>

<< Scusami Sara. Stavo studiando e non mi ero accorta che era gia orario di venre.>>

<< Tranquilla, fin quando si tratta di studiare prendi tutto il tempo di qui necessiti.>> Mi rasicurò Sara, la proprietaria del pub dove lavoro.

Iniziai a preparare la sala. Dopo un po' vi entrò un ragazzo che non avevo mai visto. Indossava la stessa divisa, quella che indossavano tutti i camerieri del pub.

<< Sei tu Luna?>>

<< Si sono io.>>

Lo guardai per qualche secondo in un modo abbastanza strano.

<< E tu saresti?>>

<< io sono Damien.>> Si presento il ragazzo,allungando la mano destra per una stretta. Titubante le strinsi la mano.

<< Che ci fai qui con la nostra divisa?>>

Domandai a Damien

<< Sara mi ha chiesto di venire ad aiutare.>>

<< E da quando lavori qui?>>

Cuntinuai a fissarlo con fare sospetto.

<< Mi sembra di non averti mai visto prima d'ora.>>

<< Lavoro qui da circa due minuti.>> Rispose il ragazzo sorridendo, poi proseguì << Un paio di settimane fa ero in cerca di lavoro e mi fermai anche in questo pube, siccome gli altri due camerieri sono asssenti per influenza e questa sera ci sarà anche una festa di compleanno, Sara mi ha chiamato chiedendomi se volessi iniziare a lavorare.>>

<< Ah, capisco...>>

<< Quindi... Ho la tua approvazione oppure devo tornare a casa?>> Chiese Damien in tono ironico.

<< Non sono io che decido, ho più o meno lo stesso tuo "potere" qui.>>

Risposi degnatamente

<< Scherzavo, scusami.>> Damien inizio a sitemarsi i capelli freneticamente, non si aspettava una risposta del genere.

<< ok.>> M i girai e continuai a sistemare la sala.

Il ragazzo, amareggiato per un'accoglienza csì poco cordiale, si limitò a immitarmi nella preparazione della sala.

Verso le nove il pub iniziò as affollarsi di gente. Non fu per fortuna una serata di lavoro estenuante come quelle di fine settimana, ma i dieci ragazzini della festa di compleanno si diedero il loro bel da fare.

Verso le due, quando il pub fu vuoto e ripulito, Sara mandò a casa gli altri due camerieri. Mentre stavo uscendo dal locale Sara, mi chiese di aspettare due secondi.

<< Che te ne pare di Damien?>>

<< In che senso?>>

<< Dal punto di vista lavorativo. Ha voglia di lavorare? È sveglio?>>

<< Si. Niente male per essere solo il primo giorno.>>

<< Perfetto, allora gli dirò di tornare anche domani.>>

<< A domani ragazza.>>

<< Buonanotte Sara.>>

Tornai a casa a piedi, distante poche centinaia di metri dal pub. Mi feci una doccia calda e mi coricai.

La ragazza dell'ultimo bancoWhere stories live. Discover now