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8 settembre

Certe volte mi basterebbe un: "come stai?"

Mi basterebbe una solo domanda composta da due piccole parole. Otto lettere con l'aggiunta di un punto interrogativo; che riuscirebbe almeno a sentirmi considerata da qualcuno.

Non pretendo di essere importate per gli altri. Non so nemmeno io cosa vorrei, ma vorrei che non com'è ora.

Il problema più grosso mè che nessuno riesce a comprendermi, o forse non vogliono comprendermi. Vorrei che le persone la smettessero di guardarmi come se fossi un mostro, vorrei che la smettessero di evitami. Io non ho mai fatto del male a nessuno. Spesso sono fredda, acida e un po' stronza, ma è la conseguenda dell'atteggiamento ostile che hanno gli altri nei miei confronti. La mia è solo una corrazza, per proteggermi dalle parole, dai gesti,e dalla ignoranza di certa gente.

Ma ormai è tempo di andare domani sarà una lunga giornata di scuola sara linizio e la fine dei miei tempi, da domani sarò di nuovo in una prigione composta da aule, stapiene di alunni e di insegnanti noiosi. E io sono solo una ragazza che non gli piace la scuola.

Ovviamente il suono della sveglia fu una vera e propria turtura per me. Mi alzo dal letto a fatica "non ho èroprio voglia di andare a scuola"e vado a farmi la doccia e a preparmi con un po' di make-up, composto da matita mascara e burrocacao, e come outfit un paio di laghins neri con sopra una maglia larga nera con varie scritte che mi arriva fino al ginocchio, una felpa bianca anche essa piena di scritte e le mie adorate vances. Fui pronta per il mio primo giorno di scuola e ultimo dell'estate.

Il cielo era limpido, tipico di una giornata di fine estate. Le strade e i marciapiedi erano deserti.

Il rientro a scuola dopo l'estate non è mai facile per nessuno, figuriamoci per me, da sempre in conflitto con il mondo intero.

Io sono sempre in ritardo, come il mio solito. Busso alla porta ed entro in aula.

<< Buongiorno prof scusi per il ritardo.>>

<< Walker! Subito fuori! Entrerai la prossima ora se il docente vorrà>>

Io ero abbituata a questo atteggiamento dei proffessori nei miei confronti e senza replicare, chiusi la porta e rimasi fuori per tutta la durata della lezione. Trascorsi tutta l'ora leggendo uno dei tanti libri che acquiastavo.

La prima ora terminò e, al posto del prof precendente di tecnica, entro il prof di italiano che, senza indugio mi accolse in classe.

<< Walker, iniziamo bene questo anno, da quanto vedo, anche se sono cieco ed indosso gli occhiali.>>

<< Prof, ero in ritardo di due minuti.>>

<< Conosce bene la severità del professore di tecnica, la prossima volta anticipi un po'.>>

<< Ci proverò, anche senza risultati.>>

Io trascorsi l'intera giornata in un angolino senza partecipare alle chiacchiere del resto della classe, nemmeno durante gli intervalli. Sembrava che tutti avessero qualcosa di speciale della loro estate da raccontare, ma io no, nè tanto meno avevo voglia di ascoltarli.

<< Luna! Perchè te ne stai sulle tue?>> era Jack, uno dei pochi compagni di classe con cui parlavo, avevo creato un rapporto definibile decente durante i tre anni precedenti delle medie.

<< Oggi sono nervosa, non so nemmeno il perchè, quindi non chiedermelo.>>

<< C'è qualcosa che non va?>>

<< Jack, ho appena detto che non conosco il perchè.>> risposi con rabbia.

Qualche minuto dopo, la campanella suonò. Tornai a casa a piedi, non era molto lontano da scuola.

9 settembre

Ci risiamo.Non ho nemmeno messo piede in classe che quel vecchio decrepito ha pensato già bene di sbattermi fuori.

Lo detesto e detesto tutte le chiacchiere inutili dei miei compagni di classe.

Primo giorno è già mezzo capitolo sul legno da studiare. Se riesco a terminare in fretta "marchiata" magari studierò pure.

Trascorsi l'intero pomeriggio immersa nella lettura.Terminai la lettura del libro poco prima che facesse buio. Subito dopo andai in cucina e mi preparai della pasta.

Da quando avevo preso la decisione di lasciare la casa dei miei per andare ad abitare per conto mio, avevo dovuto imparare anche a cucinare, oltre che a svolgere le faccende domestiche.

Non potevo più dei continui litigi dei miei. Ero stanca del rapporto dei cognugale che ormai non funzionava più. Avevo bisogno di tranquillità e andare a vivere da sola, probabilmente era stata la decisione giusta.

Di lunedì, il pub dove lavoro era chiuso, come ogni lunedì del resto. Andare ad abbitare da sola aveva anche i suoi lati negativi. Vivere in una casa da sola comportava l' assoluta neccessità di andare a lavorare, per pagare i centocinquanta euro di affitto mensili, per poter mangiare e magari per far avanzare qualcosa per acquistare qualche libro.

In estate non era stato un problema lavorare ogni sera fino alle due di notte al pub, il giorno dopo potevo svegliarmi in qualsiasi ora ora però con l'inizio dell'anno scolastico,la faccenda si complicava. Mi trovavo a gestire: lavoro, riposo, scuola, studio e faccende domestiche. L'idea di trascorrere nove mesi così estenuanti mi spaventa.

Dopo aver cenato aprì il libro di tecnica e iniziai a studiare, per evitare di arretrarmi già troppi argomenti.

<< La restaurazione.>>Iniziai a leggere ad alta voce<<la restaurazione, sul piano tecnico, e il processo di ristabilire con nuove misure un edificio e un progetto tecnico...>>

Andai avanti così per due ore fino a quando ebbi memorizzato tutto alla perfezione, dopodichè riposi il libro in borsa, feci una doccia fredda e mi misi l' intimo e il pigiama, non controllai nemmeno i pochi messaggi ricevuti nell' arco della giornata, e andai a dormire.

La ragazza dell'ultimo bancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora