UNA NUOVA VITA

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"L'amore non è ossessione".

"E' questo il titolo che ho deciso di dare a questo seminario, quindi vi prego di restare attenti, in quanto sarà argomento, del prossimo esame, avanti ragazzi accomodatevi inizieremo subito"- Uscì per prendermi un caffè, notai dalla finestra del corridoio che pioveva. Il tempo, era grigio carico di pioggia, che scendeva rapidamente. Un contesto, pauroso dato anche dalle luci fredde di quel corridoio . Una serie, di porte si seguivano, e lì in fondo c'era quella macchinetta tutta sola. Il caffè, cominciò ad uscire, provocando un gran rumore che durò però soltanto qualche secondo. Presì, il caffè amaro, così avevo imparato a prenderlo dopo aver letto che era un ottimo rimedio contro il mal di testa. Iniziai, ad avvicinarmi alla stanza, dove avrei dovuto tenere il seminario, la porta era aperta ed i ragazzi erano intenti a chiacchierare, ed a prendere i quaderni, quando ad un tratto i miei pensieri si rivolsero verso un ragazzo che correva, senza fiato verso di me. "Mi scusi, dottoressa sono ancora in tempo?" Mi disse. Aveva gli occhi, carichi di emozione nel parlarmi. "Certo, si accomodi". Lo feci entrare e chiusi la porta.

Mi accomodai, alla mia scrivania e li incominciai a guardare, da dietro i miei occhiali. Occhiali che non a caso aveva scelto mio figlio. Feci, un sorriso senza pensarci, e credo che qualcuno se ne accorse, perchè mi guardò con aria sorpresa. Fecì per tossire, e indossai nuovamente, la mia aria seria.

"Cominciamo, forza".

"Oggi, in questo seminario, andremmo ad analizzare gli atteggiamenti ossessivi di alcuni soggetti, presi da me in studio, nei confronti di altre persone. Stiamo parlando di atteggiamenti pericolosi, che vanno sotto al nome di stalker. Ne sentiamo spesso parlare, tramite i telegiornali, i media, ma in realtà è un mondo, molto più vasto. Non siamo qui, per analizzare casi mediatici, ma ben si per analizzare ciò che avviene nella mente, di uno stalker. E credetemi, è davvero sorprendente, vedere quali meccanismi si attivano. Prendete tutti,  queste fotocopie. Osservatele attentamente, come potete vedere vi ho indicato, i fattori, ed i segnali dei miei soggetti. Uno dei casi più difficili con cui ho avuto a che fare, nella mia carriera è sicuramente il caso di Paul.

Paul, è arrivato nel mio studio circa due anni e mezzo fa, si è presentato dicendo che non aveva nulla, che i suoi atteggiamenti erano normali. Già qui, vi sottolineo, che molte di queste persone anche se riprese, varie volte, non ammettono mai di compiere qualcosa di sbagliato. Il loro incoscio non gli fornisce i mezzi giusti, per esamire il limite. Per fermarsi, per rendersi conto che stanno sbagliando. Paul, quando venne da me, aveva vent'anni. Sua madre, era una suicida e suo padre si era risposato con un'altra donna neanche un anno dopo. Paul, non sopportava questa situazione, ma continuava comunque a vivere con loro. Una sera, era solo in casa con la sua matrigna, e la vide spoglirsi davanti allo specchio. Da qui, scatta il meccanismo che io chiamo "di non ritorno". Scatta in Paul, una specie di amore platonico. Un ritornare indietro. Paul, comincia ad elevare, la figura della sua matrigna, fino quasi a venerarla, e sposta il suo odio nei confronti del padre, credendo che non meritasse una donna come lei. Andiamo avanti, ed analizziamo il fattore scatenante, o per meglio dire l'episodio scatenante. Paul, mi ha raccontato quasi ridendo, che è stato sedotto dalla sua matrigna. Ma vi posso assicurare, che una volta finiti nel "non ritorno" non esiste seduzione. Perché lei diventa l'oggetto del desiderio, e la voglia di possederla, di sentirla sua non ha motivo di essere provocato perché esiste già. Paul, quindi va a letto con la sua matrigna, ed il rapporto continua per svariati mesi. Mesi in cui, comincia ad aumentare la gelosia, l'idea che lei abbia dei rapporti anche con il padre, che si renda sensuale per il padre, fa impazzire Paul. Perché non è giusto, lei gli appartiene, lei lo ha tradito. Paul, però parlandomene ha cominciato, ad innervosirsi, stizziva gli occhi si toccava le mani, sudava freddo. E quando glielo fatto notare, lui mi ha detto mentendo, che era dato dal fatto che non si sentisse molto bene. Paul, è stato allontanato, e tramite sedazione e sedute è stato rimesso nella società. Abbiamo intrapreso un percorso di "disintossicazione", che sembra aver funzionato, altrimenti non sareste qui oggi".-Risero."-Quello che voglio sottolineare in questa prima lezione, è che non bisogna mai interporre i nostri sentimenti con quelli dei pazienti, ma che soprattutto, questi soggetti mentono. Ed è proprio, qui che non dovrete, farvi ingannare..."-Una voce dall'ultima fila interruppe il mio discorso- alzali lo sguardo -"Mi scusi, dottoressa lei non ha mai avuto paura che qualche tipo di soggetto, ecco diciamo rivolgesse la sua ossessione nei suoi di confronti?"- Quella domanda smosse, qualcosa dentro di me. "No, non puoi avere paura dei tuoi pazienti altrimenti, accadrà quello che lei ha appena detto signorina"-"Buckermberg"-"Cosa, mi scusi?"-"Signorina Buckermberg, dottoressa"-"Ah.. ok" le risposi stizzita. Una semplice studentessa, tentava di mettermi all'angolo. La tornai a guardare, e notai con un macabro stupore, che mi stava fissando. Lasciai andare, e poco dopo la lezione fu terminata. Quando, tutti si alzarono per andre via la chiamai.

"Signorina, Buckermberg mi scusi posso farle qualche domanda?"- Il suo volto cambiò radicalmente espressione. Diventò quasi, attonita, spaventata da quella mia improvvisa uscita. Con un filo di voce mi rispose, che doveva andare via. E così prendendo alla rinfusa, le sue cose uscì di corsa dalla stanza. Rimasi, sola, impressionata da quell'evento che mi sembrò almeno senza un reale motivo. Spensì le luci, chiusi la porta e mi ritrovai di nuovo in quel fervido corridoio. Guardai nuovamente, quella finestra, cosi sola e spaventosa, di fuori pioveva ancora. Mi voltai e feci per andare via, avevo bisogno di un bagno caldo.


StalkerWhere stories live. Discover now