CAPITOLO I - RAPIMENTO

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Il cielo notturno, nascosto dall'immensità degli alberi, mostrava un lieve bagliore tendente al verdastro. Lo spettro non ci pensò due volte a incamminarsi verso quella direzione; aveva mille domande per la testa e solo qualche misero indizio sul luogo.

Un lieve sentiero, scavato col tempo da numerose carovane, lo condusse in un paesino di periferia, con case fatte in legno e paglia. Non aveva mai visto così tanta disorganizzazione in vita sua; il sistema stradale non era dei migliori, condito da lampioni rotti o deformati e da abitanti sporchi e dai vestiti sgualciti.
Oltre la lunga strada poteva vedere in lontananza un gargantuesco albero che riusciva a sfiorare le nubi in cielo. Da quella abnorme chioma fuoriusciva l'immensa luce che lo guidò fin lì.
Vaghi ricordi del suo vecchio insegnante privato riemersero, suggerendogli la sua ubicazione geografica.

L'albero che troneggiava davanti ai suoi occhi non era altro che la città chiamata Skadi, un luogo dove solo i più ricchi del continente potevano accedere. Continente ben diverso da quello dove viveva; un luogo conquistato molti anni prima da suo nonno.

"Che aveva in mente il vecchio quando ha chiamato un continente come la nostra famiglia? Sicuramente mio padre avrà preso il suo ego da lui." Pensò Xelod, incamminandosi per il sentiero del paesino.

Non riuscì a trovare un istante per riflettere a casa di un nano, alto fino ai suoi fianchi, che guardò con curiosità:

– Buona serata viandante, benvenuto a Skadi sud, ilo sono Jeff e sono il sindaco da queste parti, cosa ti porta nella nostra lurida casa?

Xelod, vissuto nel lusso fino a pochi mesi prima, non riusciva a sopportare il suo modo così semplice di parlare. Resistì il più possibile e gli rispose:

– Sono qui in pellegrinaggio. Sapresti dirmi dove trovare un alloggio dove stare per questa notte? Preferibilmente gratuito.

Il nano infilò le mani unte nelle tasche dei suoi pantaloni sgualciti e fece un cenno verso destra con la testa.

– Se quel che vuoi è un posticino gratuito, per stare al calduccio la notte, andando verso la fine della strada troverai l'abitazione di una giovane che offre cibo e un tetto ai viandanti come te.
La sua casa è diversa da quelle qui intorno, la riconoscerai subito...

Xelod non gli diede il tempo di finire e si fiondò subito nella direzione indicatagli. Osservava con disgusto le condizioni alle quali furono sottoposti gli abitanti di quella "città", tra persone che rovistavano nei rifiuti, bambini che al posto di giocare andavano in giro a derubare i più anziani e uomini che fecevano l'elemosina con addosso solamente vecchi stracci.

Tra tutte quelle case una in particolare lo incuriosì. Muri perfettamente verticali e fatti di un legno di gran lunga più pregiato del canone del paesino, abbelliti da finestre raffinate e vasi contenenti papaveri di un rosso acceso. Possedeva inoltre un paio di lampioni che illuminavano per bene l'entrata.
Si fiondò alla porta e bussò con naturalezza, attendendo una risposta. La porta si aprì lentamente e quel che vide lo lasciò di stucco. Una bellissima donna, dai lunghi capelli rossi, lo fissava con occhi stupiti e lo accolse con un caloroso saluto.

"Non è possibile, non può essere vero."

Riconobbe immediatamente la donna: era sua madre. Le sue domande si moltiplicarono e tutte le risposte che si diede in precedenza vennero demolite.

– Devi essere un viandante mandato da Jeff, ti prego accomodati. – disse, spalancando la porta.

– C-Certo, con permesso...

Era così sconvolto da poter pronunciare a mala pena tre parole.

– Scusami ma non credevo che sarebbe arrivato qualcuno a quest'ora, vado a prepararti qualcosa da mangiare. – continuò, sfilacciando lentamente la cintura della vestaglia che indossava.

Lo stregone del tempo [COMPLETA]Where stories live. Discover now