I : Non era un angelo.

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La pioggia batteva spietata sulle strade dei vicoli parigini. Bussava alle finestre chiuse, scorreva veloce fin dentro ai tombini in lunghi, tormentati fiumiciattoli grigi e trafiggeva fredda come aghi di ghiaccio. Sul bordo d'un marciapiede c'era un ragazzo che camminava ormai a stento abbracciandosi le spalle per trattenere il calore, fradicio fin dentro alle ossa, sporco e stanco, fin troppo stanco per continuare a resistere al freddo e fuggire il passato, lo stesso che, dalla sua Germania, l'aveva fatto correre veloce sin lì.

Si accovacciò contro un muro fermandosi forse per la prima volta a guardarsi, a raccogliersi. Aveva le scarpe logore, i vestiti a brandelli che sapevano di sudore e s'appiccicavano bagnati alla pelle. Il riflesso di una pozzanghera gli restituì lo sguardo ombroso e arreso di uno sconosciuto. Ormai, quello che era stato fino a pochi mesi prima il maggiore Heidelbeere, aveva lasciato solo un pallido ricordo scavato nella pelle umida tra le costole scarne.

Ci sono persone che non pregano mai e sono comunque graziate. Ci sono quelle che, una perla alla volta, consumano il rosario senza ottenere una stilla di salvezza e poi c'è chi incomoda il Creatore al bisogno. Lysandeer apparteneva a quest'ultima categoria. Non era ateo, certo, ma di preghiere in vita sua non ne aveva fatte tante; era una sorta di piano di riserva: se non hai più opzioni... prega. Solo che il fiato adesso non gli sarebbe bastato neppure per raccomandarsi l'anima, figurarsi avanzare richieste...
Spacciato.
Semplicemente spacciato.
I miracoli, dopo tutto, servono a questo: a trovarti quando non c'è più nulla da fare, nell'ultimo secondo in cui chiunque direbbe che è troppo tardi e persino la speranza, che è dura a morire, vacilla.
Quella donna vestita di rosso, il suo miracolo, gli tese la mano con tempismo impeccabile.

Visse con Bernadeth, la dama che l'aveva accolto come creatura sua, per qualche mese; tanto bastò per rimettere i germogli. La donna per età, probabilmente, avrebbe tranquillamente potuto averlo messo al mondo e fino a quel momento era stata timida e amorevole proprio come una madre. Tuttavia, a vederselo girare attorno, smise velocemente di provare un pio sentimento di compassione e s'accese di ben diverso intento, tutt'altro che cristiano.

Colei che aveva creduto un angelo s'era mutata nel più avido dei diavoli.

Alcuni sostengono di non aver scelto il loro mestiere ma, al contrario, che il mestiere l'aveva chiamati; successe grosso modo la stessa cosa: gli anni fanno le dame annoiate, sature di monotonia e propense al pettegolezzo. La voce corse e la cortesia, usata dal ragazzo per ripagare la donna dell'incomodo, finì per soddisfare le voglie di molte altre.

Lui non parlava mai di sé, ma aveva un lieve accento tedesco - scomparso in fretta- quindi presero a chiamarlo "Eis" che in quella lingua vuol dire "ghiaccio". Per il colore azzurro e freddo dei suoi occhi simile a un cielo d'inverno, gli spiegarono.

Così, Eis apprese rapidamente il giro di quella ruota: dare e avere. Per una discreta somma di denaro era ben disposto a soggiornare nelle case altrui come ospite per qualche settimana, talvolta anche per una notte sola, riscaldando i letti vuoti di rispettabili uomini d'affari, troppo presi dalle loro faccende per amare le proprie signore.
Divenne amico d'una strana e insospettabile verità, insospettabile per un uomo d'armi qual era stato: le donne cambiano con l'amore, mutano, si trasformano. Lui respirava del vederle cambiate, svelate tra le proprie braccia, sotto le sue carezze e come spettatore le godeva gettare l'orgoglio, il contegno, il timore e il decoro, talvolta persino l'umanità stessa.
Fece dell'amare un'arte e del possedere quella voluttà una ragione di vita.

Oh, in giro si dicevano cose da far rizzare i capelli ai preti: che l'avesse partorito chissà quale demonio, che seducesse le pie donne col suo sguardo maligno e che fosse lui il padre di tutti i bastardi dei quartieri alti di Parigi.
I galantuomini rabbrividivano al sol pensiero che quell'essere diabolico potesse esser entrato nel letto di casa loro, che gli avesse insterilito la moglie e persino la cagna. Assurdità che non facevano altro che accrescerne la fama tra le mogli e l'astio nei mariti. Ogni notte, quando il buio calava e questi ultimi affollavano le osterie o correvano dalle amanti, le sue dame abbondavano con l'acqua di rose, mettevano fiori e dolci alle finestre, frinivano come grilli in amore, sperando che lui bussasse alla loro porta piuttosto che a quella della vicina.

Non che Eis si sentisse particolarmente addosso la popolarità che gli volevano, per lui era uno scambio naturale arrivato da un bisogno altrettanto genuino, ma non la pensavano tutti certo a modo suo e infatti bastò una notte di troppo e il letto sbagliato che si trovò dietro una folla inferocita. Correndo avrebbe giurato di aver visto almeno un paio di forconi.
Forconi. Quando mai s'è visto un signore di città rincorrere l'amante della moglie con un forcone?

Ad ogni modo, quel bel gioco non poteva continuare e non tanto per sua volontà - a lui rischiare l'osso del collo non importava di sicuro - quanto per le sue signore, che avevano finito per affezionarsi e non lo volevano morto. Vietandogli con rammarico l'accesso ai loro talami, dunque, gli trovarono un'altra sistemazione.

"Il ragazzo ha del talento" diceva una. " Non se ne pentirà Madame, vedrà" rimbeccava l'altra. "Vedrà. Vedrà..."

***
Salve a tutti i prodi che sono riusciti ad arrivare fino al fondo. Sono Kleis ed è un vero piacere conoscervi. Spero la lettura sia stata scorrevole e un grazioso modo di passare qualche minuto. Sono particolarmente affezionata a questo racconto, l'ho scritto qualche anno fa in un brutto periodo della mia vita e nonostante sappia che ci sono diverse pecche qui e lì resta comunque uno dei miei preferiti. Secondo i miei calcoli dovrebbero venirci fuori almeno sette, forse otto capitoletti.
Non ho ben capito come funzionano le pubblicazioni su wattpad, ho sbirciato in giro, mi pare ci sia uno spazio per i commenti o qualcosa del genere e che i capitoli dovrebbero uscire periodicamente. Così, impegni permettendo, penso che il prossimo potrei aggiungerlo lunedì... mi piacerebbe capirci qualcosa in più, ma considero già l'essere riuscita a mettere la prima parte una discreta vittoria.
Grazie per l'attenzione.

"EIS" [❤️pubblicata❤️ siamo on line!] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora