1- Panic

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Panico: quando scompare l'autocontrollo e la razionalità, spesso rimpiazzati da un selvaggio istinto di auto-conservazione. Può provocare attacchi di panico dovuti da stress post traumatico, e provocare inoltre gravi fobie.
***
MÏÇHÅËL

"Mi stai dicendo che lo hai seguito?" guardo storto Rebecca, che si muove a disagio seduta sul mio letto.
"Beh, seguire è una parolona, ma" si ferma al mio sguardo totalmente serio -e forse un po' incazzato.

"Oh, andiamo! Ero curiosa, un ragazzo non può essere sempre così, così Ashton! Lui è troppo gentile e simpatico e amorevole. Il mondo non è rosa e fiori, pure il diavolo prima era un angelo!" si difende, alzando le mani al cielo.
"E poi ultimamente è strano, tipo fosse un altro"

"Non me ne strafrega nulla di cosa pensi, il fatto è che lo hai seguito. Lo hai seguito, cavolo! È reato! E per quanto poi?" alzo la voce esasperato, stanco delle sue scuse.
"Non è importante quello, ma ciò che ho scoperto. Ciò che ho scoperto si che lo è." sospira abbassando lo sguardo. "E non è bello" conclude, riservandomi uno sguardo malinconico che mi fa gelare il sangue.

"Che cosa stai cercando di dirmi?" la fisso negli occhi, sentendo la paura saltarmi addosso come se fossi la sua preda.
"Non lo devi dire a nessuno, okay?" mi guarda dritto meglio occhi, e io annuisco soltanto, troppo spaventato per rispondere.
"Lo ho seguito fino a quel parchetto abbandonato vicino al bosco. Non capivo cosa ci facesse lì da solo, finché è arrivato un ragazzo che gli ha consegnato una busta trasparente riempita da qualcosa di bianco, non vedevo bene, non so di preciso cosa. Ed Ashton gli ha dato dei soldi, andandosene poi con la busta" sospira preoccupata, guardandomi in attesta di una risposta.

"E quindi? Cosa?!" stringo i pugni, respirando profondamente mentre non posso fare a meno di immaginare la scena più e più volte. Non può essere vero.

"Michael, penso abbia comprato della droga" posa la mano sulla mia schiena, ma non mi sembra nemmeno di sentirla, e nel mentre il panico si insidia in me come una scarica di adrenalina.

Mi alzo in piedi di scatto, scioccato dall'idea di Ashton drogarsi da solo a casa sua, chiuso nella sua camera. Da solo, come si è sempre sentito, e mai ammesso a nessuno. Beh, tranne me.

Inizio a camminare avanti e indietro, sento il cuore battere ad una velocità esagerata, le gambe molli come gelatina, e il corpo tremare dalla paura. Non può essere vero.
Mi lascio cadere a terra, mentre sento l'attacco di panico travolgermi peggio di un'onda, ma non demordo.

"Sentimental and melancholy
Whenever I think about you
It's only a mood
A brief interlude
That's better described
As just feelin' blue
I suppose that
It's just my folly
To keep it alive
As I do
But it's a kind of
Sugar coated misery" canto a bassa voce, facendo tornare la calma in me, finché non mi lascio andare contro il muro.

"Michael? Michael! Tutto bene? Stai bene?" Rebecca si butta a terra accanto a me, ma non ho le forze per spostare lo sguardo dalle mie mani.

Odio il vuoto che lascia.

"Va via" sussurro, senza voce, e lei come ha sempre fatto, mi concede lo spazio si cui ho bisogno. Per questo è la mia miglior amica, sa cosa fare con me, sempre.

L'ultimo suono che sento è la porta chiudersi, e con lei, pure le mie palpebre, lasciandomi nel oblio del buio e dei dubbi.

"Cosa stai facendo della tua vita Ashton?"

Sugar-Coated Misery || MashtonWhere stories live. Discover now