«Non so se conosci già queste cose, ma domani tutto il personale sarà sottoposto ai vari test semestrali.»

Aggrotto la fronte, sorpresa. Non ho mai sentito niente del genere. «Cioè?»

Harry parcheggia l'auto davanti all'ospedale. Senza rispondere alla mia domanda, scende dalla macchina e fa il giro, per poi aprire il mio sportello. Lo imito ed esco; sistemo la borsa sulla spalla mentre lui richiude lo sportello alle mie spalle.

«Cioè?» chiedo di nuovo, mentre raggiungiamo la porta principale.

«Ogni sei mesi, il personale viene sottoposto ad alcune visite di routine. Analisi del sangue e cose del genere. So che è il tuo giorno libero, perché è anche il mio, ma non possiamo sottrarci per alcun motivo» spiega.

«Sono stata assunta da poco, l'ho già fatto.»

«Non c'entra. Devi rifare tutto insieme agli altri.»

Sbuffo, senza riuscire a trattenermi. Inizio ad avere la sensazione che non sarà per niente facile ritagliarmi del tempo per me stessa. Vorrei davvero andare a cercare un'auto e, magari, comprare nuovi libri da leggere durante la notte, ma il destino pare avverso, per il momento.

Seguo Harry in silenzio, finché non entriamo dentro l'ascensore. Appena le porte si chiudono davanti a noi, mi viene in mente una cosa. «Lavoreremo ancora per molto al Pronto Soccorso?» domando, giocherellando con la zip della giacca leggera.

«No, non credo», risponde, guardandomi di sottecchi. «Probabilmente, solo fino alla settimana prossima. So che il medico che è in malattia torna tra poco e stanno per assumere qualcun altro.»

«Quindi torneremo al reparto di Medicina Interna?»

Lui annuisce e io sospiro. Per quanto il Pronto Soccorso sia bello e mi stia permettendo di trattare con mano un'altra realtà, preferisco il reparto per cui sono stata assunta. Il Pronto Soccorso mi mette una certa agitazione, e non ho neanche la specializzazione universitaria giusta per lavorarci, ma immagino che questo Harry lo sappia e che abbia semplicemente chiuso un occhio. Credo che per le urgenze come un calo del personale, si possa fare.

Non appena metto piede fuori dall'ascensore, vedo in lontananza Zayn e Lydia che stanno parlottando fittamente tra loro. Lei mi nota e mi sorride, per poi farmi cenno di avvicinarmi.

Anche Harry si avvicina e li saluta; non mi sfuggono le strane occhiatine che Lydia mi sta riservando ma faccio finta di niente, quando saluto lei e Zayn a mia volta.

«Harry, senti questa» esordisce lui. «Stiamo pensando di andare al bowling, stasera.»

«E quindi?», chiede Harry, infilandosi le mani nella tasca dei jeans.

«Vuoi venire?»

«Anche tu, Charlotte, ovviamente» aggiunge Lydia, con un sorriso ampio.

Non sono ancora uscita con lei o con Zoey, quindi mi fa piacere che me lo abbia chiesto. «Sì, va bene» rispondo.

Zayn guarda Harry, che a sua volta lancia una strana occhiata a me. Alla fine, dopo alcuni secondi di silenzio, annuisce.

«Perfetto. Ci troviamo alle sette davanti al bowling, il solito» dice Zayn. «La donna della stanza ventidue mi sta cercando, meglio che vada» aggiunge, prima di sorridere e darci le spalle.

Lydia sembra sul punto di dire qualcosa, mentre fa saettare lo sguardo da me a Harry; Zayn, però, la richiama, e lei sospira, per poi farci un cenno con la mano e seguire il suo ragazzo.

Li osservo mentre si allontanano e non posso non sorridere. «Sembrano una bella coppia» affermo a bassa voce.

«Lo sono» commenta Harry. «Zayn le è stato dietro per parecchio, ma lei era abbastanza convinta di non voler accettare alcun invito da parte sua.»

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