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Quel giovane stava suonando il pianoforte.
Quello nero, a coda, quello con il suono stupendo, lui lo stava suonando, e cantava anche, aveva la voce di un angelo.
La stanza era vuota, poco illuminata, solo lui e il pianoforte erano illuminati dalla scarsa luce della luna che penetrava dalla finestra.
Accostai leggermente la porta quanto bastava per sentire e vederlo bene mentre suonava e cantava.
Finì poco dopo lasciando uscire un forte sospiro di stanchezza che mi fece rabbrividire.
Si girò subito dopo verso la porta sorridendo e io mi affrettai a nascondermi per non farmi vedere, ma non funzionò.
"Ehi." sorrise.
Io feci capolino da dietro la porta.
"Non volevo disturbare." feci timida avvicinandomi a lui.
Sfiorai piano lo strumento mentre lo sguardo del ragazzo era fisso su di me mettendomi un po' in imbarazzo.
"Non disturbi." sussurrò portando la sua mano vicino la mia.
Poi cominciò a suonare una melodia al pianoforte, non era un pezzo classico, era un semplice accostamento di note da lui creato, poi cominciò a cantare e rimasi paralizzata nel sentire la sua voce e nel vedere le sue dita muoversi agili sullo strumento.
Interruppe la musica poco dopo alzandosi lentamente dallo sgabbello, tenendo premuto il pedale del pianoforte così da far continuare il suono un po' più a lungo.
Lui continuava a cantare e si avvicinava sempre di più finché non mi portò contro un muro, la sua voce si faceva sempre più bassa e roca per poi finire con un sussurro sulle mie labbra.
Sorrise subito dopo, un sorriso scaltro che si specchiava nei miei occhi mentre io, paralizzata, sentivo la terra sotto i miei piedi venir meno.
La gola mi si intrecciò non lasciando uscire nemmeno un sussulto, il fiato si bloccò mentre il cuore batteva forte.
Lui se ne accorse e si avvicinò ancora di più a me.
"Rilassati, piccola. Sento il tuo cuore da qui."
Arrossii ancora di più.
Non ci mise molto a portare le sue mani sul mio viso per avvicinarlo al suo, subito dopo essersi accorto del mio rossore.
Iniziò un gioco di respiri e battiti incrociati tra loro in modo tale da non potersi staccare facilmente, poi le sue mani sul mio corpo.
"Sei tu..." sussurrò sul mio collo scoperto.
Cominciò a tastare ogni parte di me con le sue mani in modo dolce, delicato, con amore.
Conservò la stessa agilità che aveva sullo strumento bianco e nero, togliendomi facilmente il respiro.
Portai poi le mie mani tra i suoi capelli castani sussurrano ripetutamente il suo nome e lui ghignò, guardandomi negli occhi.
"Sei mia." sussurrò ancora una volta Baekhyun prima di cominciare la sua dolce tortura e fare iniziare un altro tipo di musica.

my answer is you • bbhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora