Eight.

1.6K 159 28
                                    

Rimango a lungo a riflettere su quello che è appena accaduto, mentre le gocce d'acqua picchiettano sulle finestre dell'appartamento.

Mi chiedo più volte se sono pazzo, se ho immaginato tutto...
Guardo più volte giù dalla finestra per controllare se il gatto è lì sotto che passeggia, o forse morto, ma nulla.

Mi siedo sul letto, massaggiandomi la testa.

- Andiamo, Adrien. - mi dico. - Ti sembra possibile che un gatto possa scomparire in una nuvola nera dopo essere saltato fuori dalla finestra? -
Rido appoggiando le mani sul letto.

- Probabilmente sono solo stanco... - guardo il soffitto. - Però... Era davvero molto realistico... Ah! Al diavolo. È di sicuro tutto frutto della mia immaginazione. -

Mi alzo con un salto e mi dirigo in cucina.
Prendo un bicchiere di succo d'arancia e vado a sedermi sul divano dove accendo la tv, cercando di rilassarmi un po' bevendo un sorso della bevanda.

Mentre guardo la tv, decido di scrivere a Marinette.
Tanto per sapere come se la passa.
Dopo circa mezz'ora, non ha ancora risposto, così le invio un altro messaggio.
Passata un'ora, ancora nulla, così le scrivo ancora.
Dopo due ore, la stessa storia.

Intanto cerco tra i canali un film da guardare per alleviare un po' la tensione e dopo circa dieci minuti di zapping, trovo finalmente qualcosa da guardare: "Edward Mani Di Forbice".
È già iniziato da un po', ma mi metto comodo sul divano e riprendo a bere.

Improvvisamente, mi assale un fortissimo mal di testa.
Inizio a vedere tutto sfocato, tutto confuso.
Chiudo gli occhi ma le fitte continuano ancora per qualche secondo.
Mi appoggio bene allo schienale non appena il mal di testa svanisce.
Respiro irregolarmente e continuo a sudare.

Mi alzo per andare a rinfrescarmi, ma non essendomi ripreso ancora del tutto, mentre vado in bagno rischio di cadere più volte.
Quando riesco ad arrivare davanti al lavandino, mi sciacquo il viso in bagno e successivamente mi guardo allo specchio.
Dopo pochi secondi, riesco a riacquistare lucidità, non riesco però a capire a cosa possa essere stato dovuto tutto quel che è appena successo.
Stanno succedendo cose strane.
Troppo strane.
Ma a nessuna di esse trovo spiegazione.

- Perchè? - mi chiedo. - Perchè a me? Perchè ora!? -
Tiro un pugno al muro, preso dal nervosismo.
Prendo alcuni respiri profondi per calmarmi, passandomi le mani tra i capelli.
Poi torno in salotto, la testa ancora piena di domande.

Mi siedo sul divano e mi guardo intorno.
Prendo il bicchiere con il succo d'arancia e lo annuso, per assicurarmi che non ci siano sostanze strane.
E infatti nulla.

Nel frattempo, il film è finito.
Allora controllo se Marinette ha risposto ai miei messaggi e noto che li ha visualizzati tutti.
Uno per uno.
Senza però scrivermi.
Resto un attimo a guardare il cellulare, pensando al perchè del suo gesto.

- Probabilmente sarà impegnata... -
Cerco di autoconvincermi con quest'affermazione ad alta voce, ma senza risultato.

La chiamo.
Una, due, tre volte.
Niente da fare, non risponde.

Decido quindi di andare a cercarla per chiederle spiegazioni di persona.

Proprio mentre sto per uscire di casa, una coccinella si ferma davanti ai miei occhi.
Non riesco a muovermi, resto come paralizzato.

Ad un tratto, sento una voce.

- Ti prego, non andartene. Torna da me. -

Mi guardo intorno spaventato, ma nessuno è nell'appartamento a parte me e l'insetto.

Mi assalgono di nuovo quelle orribili fitte alla testa, questa volta peggiori di prima.
Urlo per il dolore e mi accascio a terra.
Quando chiudo gli occhi, non vedo tutto nero: mi appaiono delle strane visioni.
Delle risate, una ragazza che sorride, delle urla, una porta che sbatte, una macchina, un clacson.
Poi riapro gli occhi.

Respiro ancora faticosamente, la coccinella è ancora ferma.
Mi rialzo e cerco di acciuffare l'insetto, ma quest'ultimo scompare in una nuvola rossa.

Inizio davvero a non capire più niente.
La mia mente è offuscata.
Inizio a lanciare per terra tutto ciò che mi trovo davanti: libri, un vaso, i telecomandi della tv, il bicchiere...
Sto ormai piangendo e urlando, non so cosa mi prenda.
So solo che l'unica persona che voglio vedere in questo momento, che può tranquillizzarmi, è una maldestra parigina dai capelli neri e occhi azzurri, che visualizza e non risponde, che non vuole parlare con me.

- Me ne sbatto altamente. -
Prendo il cellulare e cerco di chiamare ancora Marinette, ma anche stavolta nessuna risposta.
Solo la voce metallica e fastidiosa della segreteria telefonica.
Butto in terra il cellulare.

Quindi, esco di casa.

Quando arrivo fuori dal mio appartamento, inizio ad urlare il nome della ragazza di cui sono innamorato.
Fermo le passanti con i capelli scuri, perchè mi ricordano lei.
Ma quando mi accorgo che non assomigliano nemmeno lontanamente alla mia Marinette , mi scuso e continuo a cercare.

Dopo circa tre quarti d'ora passati a farmi credere pazzo dai londinesi, decido di andare direttamenre all'hotel dove alloggia Marinette.

Ho davvero bisogno di lei.
Solo e unicamente di lei.

Mi fermo davanti alla strada e cerco un taxi.
Ne vedo uno che sta arrivando dal lato opposto.

- Taxi! - urlo, alzando un braccio per farmi notare.

Per fortuna, l'autista mi vede e si ferma.
Inizio a correre per raggiungerlo, ma proprio mentre sono in mezzo alla strada, sento un clacson suonare.

Qualcosa mi colpisce il fianco.

Sento delle urla e lo stridio delle gomme sull'asfalto a causa delle frenate improvvise, prima che il mio corpo entri in contatto con l'asfalto freddo.

Sbatto la testa.

Subito dopo, il vuoto.

Don't Let Me Down.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora