2. blue like the sea

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Non c'è nessuno ad acclamarmi, non c'è nessuno a compiangermi.

Potrei anche morire e nessuno sentirebbe la mia mancanza, dato che l'unica persona che tiene a me farà la mia stessa fine.

Sono l'unica Runner che, in cinque edizioni, non ha nessun famigliare accanto, nessun amico: nemmeno un passante è qui per me.

Ma si sa, quando si tratta del Lupo Cattivo meglio lasciarlo morire senza troppi fronzoli: alla fin fine è solo un mostro, un porta sfortuna.

Questo modo di dire è nato a partire da un'organizzazione, chiamata appunto Lupo Cattivo, che agli albori della Guerra si era presa il compito di rafforzare le difese esterne contro il nemico ma, a causa di qualche guasto tecnico, queste avevano ceduto, lasciando che i lupi riuscissero ad invaderci.

Ora, soprannominare qualcuno con questo nome è solo un modo per ricordargli quanto la sua presenza sia nefasta per chi gli sta intorno e per chi lo ama.

Io sono un Lupo Cattivo: l'unico in tutte le dodici Sezioni, almeno per ora.

In realtà non ricordo nessun altro che è mai stato chiamato con questo nome, ma forse sono semplicemente troppo giovane.

"Tra un minuto inizia." Mi informa il sindaco della Sezione: un uomo magro e dai baffi sporgenti, per niente bello.

Anche lui si tiene a debita distanza da me.

Guardo verso il bosco, sentendo con forza il mio respiro che si infrange contro la mia sciarpa in lana, formando una specie di brina.

Non abbiamo armi, non abbiamo protezione: ci lasciano solo i nostri vestiti.

Siamo praticamente dei morti che camminano, ma nessuno se ne dispiace così tanto, almeno fino a quando non tocca a lui.

In realtà i lupi sono stati piuttosto difficili quando hanno steso le regole della Caccia: vogliono ragazzi giovani, massimo vent'anni, in salute e senza malattie, così che la loro carne e il loro sangue non abbia un cattivo sapore.

Il pensiero che qualcuno potrebbe cibarsi della mia carne mi mette i brividi, e provo a fatica a non pensarci.

"Dieci secondi."

Il bosco è davanti a me, e non vedo niente nel bianco della neve, ma so che ci sono, perché nessun lupo sarebbe così stupido da perdersi un evento come questo.

Sono solo nascosti, pronti a prendere la loro vittima nel momento in cui lei sarà più carica di adrenalina e paura, così che il tutto sia più divertente.

Cinque secondi.

Cinque battiti di cuore, cinque respiri.

Forse i miei ultimi.

Sarebbe stupido dire che non ho paura, ma so che non posso permettermi di andare nel panico perché, almeno per quello che posso, non voglio lasciarmi prendere come se fossi una povera preda sventurata.

Voglio avere una morte dignitosa, piena di coraggio, per quello che può contare, dato che morirò in ogni caso.

Tre secondi.

Chiudo gli occhi, e provo a focalizzarmi su qualcosa che riesca a mantenermi viva, forte.

Penso a Caleb, ma distolgo subito il pensiero, dato che pensare che anche lui potrebbe morire a breve, subito dopo il limitare della vicina Sezione Due, mi fa venire da piangere, e così cambio pensiero.

Due occhi azzurri, quasi bianchi, si infuocano nella mia mente, e subito riapro i miei, sentendo l'adrenalina farmi rizzare i peli della schiena e delle braccia.

THE BAD WOLF: the princeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora