5 . Questione di equilibrio

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5. Questione di equilibrio

Prodiga grazia, perché spendi
solo per te il patrimonio della tua bellezza?
William Shakespeare, Sonetto 4

Determinata, energica, svelta, sinuosa, tosta.
Già... quella ragazza era davvero tosta. Jade non aveva mai visto nessuno combattere in quel modo - a parte Andrea, forse; lui era l'unico che metteva anima e corpo nell'esercizio fisico. Era anche un ottimo insegnante, esattamente come lei.

Si muoveva agile, attorniata da quattro ragazzi che cercavano di aggredirla. Il più basso tentava di sfruttare la sua statura per passare inosservato; allungò la mano con il coltello dritta verso lo stomaco, ma l'arma volò via con un calcio rovesciato, e così il suo padrone.

Un ragazzo magrolino provò con un pugno in direzione del volto, ma lei lo schivò e rispose con la stessa manovra; un altro fuori gioco.

Il terzo e il quarto lavorarono insieme: si lanciarono uno sguardo complice, poi uno allargò le braccia, dalle quali liberò una nebbia fitta, mentre l'altro vi sparì all'interno. Lui e la ragazza erano totalmente inghiottiti dalla foschia che continuava ad alzarsi fin sul soffitto. Un paio di gemiti dopo, il poveretto era a gambe all'aria fuori dalla palla grigiastra, piegato sullo stomaco, il volto verde. L'amico aveva richiamato la sua nebbia e l'aveva affiancato, inginocchiandosi al suo fianco.

La prima cosa che riapparve di lei fu il sorriso sghembo - abbastanza inquietante, in effetti. La coda di cavallo rossa oscillava da parte a parte, mentre lo sguardo attento saettava velocemente in ogni direzione, alla ricerca di qualcun altro da affrontare.

Nessuno fu tanto coraggioso da farsi avanti. Nella palestra il tempo sembrava essersi fermato, e una mandria di ragazzini la fissava sgomenta.

«Nessuno vuole provare?» domandò con voce bassa e un accento particolare. I suoi occhi passarono in rassegna tutti i presenti, ma non trovarono sfidanti. «È solo un allenamento, non abbiate paura.» Il sorriso ampio e provocatore non migliorò le cose; l'uditorio rimase muto. «Bene, se nessun altro si sente in grado di combattere, per oggi possiamo anche concludere.» Batté i palmi uno contro l'altro. «J.J., la prossima volta non usare una mossa tanto stupida» disse al ragazzo del pugno. «Luca, ci sai fare col coltello, ma è un'arma complessa, dovremo lavorarci su.» Il ragazzino sbiancò. «Mitch, Noah,» guardò gli altri due sfidanti «va bene lavorare in coppia, ma pensatene una meno prevedibile. E ricordate di tenere sempre a mente chi realmente è il vostro nemico» disse a tutti. «Sono in grado di combattere al buio completo, perché posso diventare il buio completo.» Sorrise ampiamente, allegra, poi fece per avviarsi all'uscita, quando un finto colpo di tosse la fermò.

«Mi piacerebbe combattere... se non è un problema.»

La rossa si voltò verso Jade, quando parlò. Non aveva idea di chi diavolo fosse quella sconsiderata, e non voleva certo perdere altro tempo con ragazzini incapaci; doveva già sopportarli più di quanto desiderasse. Ma non poteva rifiutare una sfida davanti a tutti i suoi studenti. Non era stata cresciuta da codarda, aveva una reputazione da difendere.

«Temeraria» commentò con le braccia al petto. «Sei proprio sicura?»

Il sorriso di Jade era una chiara provocazione. Voleva vedere fin dove si sarebbe spinta. Nessuno la incuriosiva tanto da quando aveva conosciuto Sabrina. «Temeraria è il mio secondo nome.»

Arricciò il naso. «Bene, allora» accordò, facendosi avanti.

Jade iniziò a studiare il campo di battaglia. I ragazzi erano ancora tutti immobili ai loro posti, i quattro si erano tolti di mezzo per affiancare gli altri.

Vesper, la Rinascita degli Ultimi (Oblivium #2)Where stories live. Discover now