L'isola

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Karl si incammino, saranno state circa 450 miglia nonostante ciò non ci mise molto ad arrivate alla grande scalinata. Era alta circa 20 metri, 75 scalini, erano in pietra levigata, non si vedeva spesso perché era molto lavorata e ciò la rendeva molto pregiata e costosa anche se essendo tutta la piramide ricoperto d'oro la pietra levigata non era poi così scioccante da vedere.

Karl aspettò un po prima di salire, comunque dopo un paio di minuti si decise e salì sul primo scalino. Ad ogni passo e ad ogni scalino superato la tensione saliva anch'essa. Arrivò in cima si girò verso Ben e urlò: "Avvia le tre ore da adesso." La voce arrivò un po' attutita ma non troppo da non far capire cose avesse detto.

Benjamin allora avviò il cronometro sul suo orologio e urlò: "Okay" anche se sapeva benissimo che Karl non lo avrebbe mai sentito.

Erik chiese a chiunque fosse presente se voleva andarsene con lui già sulla nave in modo da preparare la partenza se ci fosse stato il caso di scappare da qualcosa o comunque di avere una certa fretta dato il cambiamento del tempo e la notte che si avvicinava. Alcuni vollero aiutare Erik anche se la maggior parte degli uomini non voleva perdersi l'arrivo di Karl o la sua "morte" se non sarebbe tornato entro le tre ore previste.

Erik arrivò ad avere con sè solo 35 uomini, ben 103 uomini restarono lì, a fissare il vuoto e a mangiucchiare un po' del pranzo preparato prima di scendere dalla nave per tre lunghissime e interminabili ore. Erik preparò la nave, dapprima portarono sulla nave le 36 scialuppe dalla quale erano sbarcati, le vele tirate su fino in cima legate a delle corde per srotolarle in poco tempo, i remi, quelli sono sempre più importate e quindi ci mise più tempo a sistemarli e infine anche loro si sedettero ad un tavolo e per circa un'ora e mezza stettero a giocare a carte e bere rum, birra e vino importato da isolette poco più a sud di dove abitavano loro.

Era passata un'ora e quarantacinque minuti quando Ben si alzò e disse a tutti: "Noi siamo qui per uno scopo. Io sono qui per uno scopo. Questo scopo è di allargare il nostro territorio e non per star fermi ad aspettare che un pazzo suicida che si è intrufolato in una piramide d'oro in mezzo ad una palude di chissa quale re egizio sia, torni. O mi sbaglio?"

Questo discorso all'inizio non fece si che nessuno si muovesse fino a che un giovane e snello sguattero si alzò e disse a sua volta: "Ha ragione! Noi tutti sacrifichiamo la nostra vita per la nostra nazione! Non dovremmo stare fermi a non fare nulla! Alziamoci e diamoci da fare! Ed è anche quello che dice Benjamin Petterson, il vostro capitano, capite? Tutti dovremmo avere la sua voglia e la sua determinazione, io sto con te!

Tutti scoppiarono  ridere, finché Ben non zittì tutti dicendo che il ragazzino avesse ragione e che avrebbero dovuto rispondere così anche loro, non mettendosi a ridere. Alla fine dopo vari discorsi su cosa e come fare qualcuno si proporre di esplorare tutta la palude entro un ora e poi tornare per vedere se Karl sarebbe tornato o se egli fosse morto.

Karl per ora era vivo, e non era affatto in una bella situazione anzi era in una brutta situazione, dentro alla piramide non c'era nessuno, erano rimaste solo le trappole antiche non ancora utilizzate, Karl era scaltro e agile nonostante la sua corporatura, ciò lo faceva superare quasi tutte le trappole senza troppe ferite e senza troppa fatica, fino a non vedere un'altra scalinata con in cima una scatola di legno, fece un passo di troppo presumo e gli cadde addosso un masso, lo schivò per non rimanerci secco ma non abbastanza per non essere schiacciato almeno in parte, difatti gli rimase sotto metà gamba e anche un pochino di busto.



Benjamin Petterson, il coraggiosoWhere stories live. Discover now