Stufato di manzo

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Continuavo a fissare il mio braccio. Passai due dita tra le ramificazioni blu. Erano leggermente rigonfie e il buco pareva già cicatrizzato.
Non faceva male, faceva paura.

<<Non preoccuparti,  ci siamo passati tutti>> disse con sicurezza Steven.

<<In che senso?>> chiesi con la voglia di capire cosa stesse succedendo.

<<Loro la chiamano sostanza stellare, il liquido blu per intenderci>> spiegò il ragazzino.

<<A cosa serve?>> tagliai corto.

<<Per risvegliare in noi quello che cercano loro>> Concluse.

<<E se non avessi quello che cercano?>> risposi credendo di averlo messo all'angolo.

<<Saresti morta. Sei la prima che sopravvive ad un incontro diretto con una Stella, immagino sia questo il motivo della tua cattura>> Mi sbalordì Steven.

Dei rumori di passi si avvicinarono. Si potè udire uno scatto prima provenire dalle celle accanto e poi dalla mia. Trasalii. Qualcuno aveva aperto una fessura e trascinato nella cella un vassoio con del cibo.
Presi il vassoio e mi sedetti sulla brandina incredula.
Osservai il cibo, c'era uno stufato e un budino al cioccolato, accompagnati da una bottiglietta d'acqua.

<<A te cosa hanno dato?>> disse curioso il mio piccolo amico.

Dopo aver tolto la plastica che ricopriva la porzione di stufato gli diedi un'occhiata. La condensa nella plastica mi bagnò le dita, la gettai via. Ruotavo con un cucchiaino di plastica la pietanza, mescolando quel mix di carne a spezzatino e carote. Il profumo era buono mi ricordava la Domenica, mia madre me lo preparava sempre quel giorno, una specie di tradizione.
Pensandoci, per quanto banale, era l'unico ricordo riemerso dall'oscurità dell'amnesia.
Mi chiesi che giorno fosse oggi.

<<Credo sia uno stufato di Manzo>> dissi cercando di prendere una carota con la posata.

<<Buono! A me è toccato del pesce, almeno credo che lo sia dall'odore e io odio il pesce>> disse disgustato Steven.

Mi scappò una risata.
Iniziammo a mangiare e chiaccherare.

<<Ah si? Qualè il tuo piatto preferito?>> chiesi.

<<La torta di mele>> disse in tono entusiasta.

<<Ma io intendevo, lascia stare...>>

Presto finimmo di consumare il pasto. Poggiai di lato il vassoio con ormai i resti del cibo.
Mi sedetti a terra con le spalle al muro e abbracciai le mie ginocchia.
<<Hai conosciuto i tuoi?>> dissi.

<<No, non so da dove vengo. Come molti qui. Tu? >> chiese educatamente il ragazzo.

<<Non ricordo niente della mia vita. So solo di chiamarmi Adele e che ho sedici anni>>

<<Sai, non ho mai visto le stelle, mentre te ne hai toccata addirittura una>> disse con rammarico Steven dopo dei minuti di silenzio.

Provavo tristezza per questo bambino, era gentile e non mi sembrava giusto, nessuno meriterebbe un vita del genere, una vita a metà.

<<Chiudi gli occhi, Steven>> usai il mio tono più dolce.

<<Fatto>> disse lui curioso, mentre sentii un rumore, probabilmente si era sdraiato.

<<Immagina una distesa blu>> continuai.

<<La vedo! >>disse.

<<Ora, in questa distesa vedi quei puntini luminosi? Quelle sono le stelle. Loro sono sempre lì a discapito di tutto, ci osservano per l'eternità.>>

Ci furono dei attimi di silenzio e poi sentii un respiro forte e profondo provenire dalla cella del mio amico. Credo stesse russando, lo lasciaii dormire, come giusto.
La sua vita era abbastanza difficile così, gli mancavano solo le mie insicurezze a turbare il sonno.

Diversamente da Steven, io non riuscivo a dormire.
Mi alzai in piedi e cominciai a passeggiare per la cella dal nervoso. Avanti e indietro, percorsi chilometri.
Duntratto un rumore aldilà della mia porta mi fece tremare. Fu forte come se si fosse rotto del vetro con violenza. Alzai le mani di riflesso. Davanti a me ricomparve la scintilla e questa volta non mi avvicinai restando a distanza di sicurezza. Spalancai le mani e notai che la scintilla si muoveva al mio comando. Allargai le braccia, portandole a i poli opposti e a quel punto, la scintilla si trasformò.
Pian piano crebbe e divenne un cerchio, un portale che emanava una luce bluastra.
Al suo interno sembrava riflettere i freddi corridoii di questo edificio.
Presi una decisione: lo attraversai.

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"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi."

Cit. Marcel Proust

Una stella nel ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora