Di stregoni mistici e serate Take away

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New York, 12 agosto 2012



<< Pronto? >>
<< Che cazzo Raphael avevi detto dieci minuti! >>
Alec alzò di scatto la testa e spalancò gli occhi sorpreso.

Aveva fatto tardi in ufficio quella sera - c'era in ballo una causa che si era rivelata più difficile del previsto - e sommerso com'era da tutti quei documenti aveva quasi dimenticato l'appuntamento con i suoi fratelli.
Quando aveva sollevato gli occhi dalla scrivania ed aveva incontrato le lancette dell'orologio da polso si era affrettato a raccogliere le sue cose per tornare nel suo appartamento.
Izzy glielo avrebbe sicuramente rinfacciato a vita se avesse fatto tardi quella sera.
Jace invece si sarebbe limitato a torturarlo verbalmente per circa un mese ed Alec non aveva proprio voglia di sorbirsi le lamentele dei suoi consanguinei. Perciò, una volta entrato a casa, aveva sbrigato le ultime telefonate di lavoro, si era concesso cinque minuti di relax sotto il getto fresco della doccia, e dopo aver agguantato il solito pantalone di tuta scolorita e la sua t-shirt marrone - originariamente nera - si era precipitato in salotto nel tentativo di mettere in ordine prima dell'arrivo di Izzy e Jace.

Era la serata del take away, cosa che gli aveva fatto tirare un lungo sospiro di sollievo, per almeno due motivi: innanzitutto si sarebbe risparmiato la fatica di dover cucinare qualcosa a quell'ora, secondariamente, sia lui che Jace avrebbero evitato i tentativi - fallimentari - di Izzy di cimentarsi in una delle sue pietanze orribili ed umanamente disgustose.
Trascorrere la nottata al pronto soccorso per un'intossicazione alimentare non lo entusiasmava poi tanto.
Alec stava sistemando delle birre sul piccolo tavolino di fronte il divano quando il suo cellulare aveva preso a squillare. Era capovolto lungo la penisola della cucina e quando si era precipitato ad afferrarlo non si era soffermato a leggere il mittente della telefonata, convinto fosse Jace che lo avvisava del suo solito ritardo.

<< Si può sapere dove sei finito? >> tuonò di nuovo la voce che tormentava la mente di Alec da un mese a questa parte.

Non lo aveva richiamato.
Aveva anche dovuto cancellare il suo numero. Di nuovo. E questa volta non perché lo volesse realmente, ma principalmente per colpa di Isabelle.
Quando le aveva raccontato di aver parlato nuovamente con Magnus sua sorella era impazzita e lo aveva tempestato di domande.
Da quando ne era venuta a conoscenza non faceva altro che infilare l'argomento in ogni conversazione.
Ovviamente non aveva perso tempo a raccontarlo a Jace, il quale si era dilungato in accurate descrizioni riguardo i modi in cui suo fratello avrebbe potuto affascinare quell'uomo senza volto.
Alec aveva stroncato tutte le loro fantasie sul nascere e li aveva pregati di restarne fuori.
Pensava addirittura di essere stato abbastanza convincente, ma quando una sera aveva trovato Izzy con il suo cellulare aveva quasi rischiato l'infarto.
Aveva sbattuto le palpebre per una manciata di secondi, e dopo un attimo di esitazione l'aveva raggiunta in due sole falcate e le aveva tirato l'aggeggio elettronico dalle mani, cancellando il numero in preda al panico.

<< Ragnor sta iniziando a diventare impaziente >> stava dicendo Magnus << sai benissimo quanto diventa insopportabile in questi casi. Non che in genere non lo sia, ma è capace di raggiungere livelli oltremodo esagerati quando fa il capriccioso >>
Alec non riuscì ad impedirsi di sorridere.
Si appoggiò sulla penisola della cucina e portò una mano sul fianco << disse la regina del dramma >>
<< Qualcuno deve pur immolarsi e prendersi tutte le glorie del palcoscenico. Le luci della ribalta mi donando. Come tutto il resto. Ma non è questo il punto. So quello che stai facendo, il tuo tentativo di deviare la conversazione ed indirizzarla su qualcosa di molto più interessante - sto parlando di me stesso ovviamente - non attacca, o per lo meno, non questa volta. Quindi muovi quel tuo largo culo messicano e vieni subito qui. Ho dovuto fingere di trovare interessanti le avventure fumettistiche di Capitan America per convincere Arthur a sganciarmi un tavolo per questa sera, quindi apprezza il mio sacrificio e lo spirito di solidarietà che ho dimostrato e materializzati qui subito >>

Do we know each other?Where stories live. Discover now