CAPITOLO 1

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Come ogni notte da quando il gelido inverno di gennaio era iniziato, il paesaggio intorno all'abitazione di Mark Adams s'era fatto spettrale. Il buio fitto, sceso rapido con il sorgere delle tenebre, ammantava in una tetra atmosfera il silenzio irreale che, incontrastato, regnava ovunque per decine di miglia, sino alle case di Bagley, il paese più vicino. I lupi e gli altri animali selvatici si spostavano a loro agio nel bosco che lambiva il piccolo centro abitato, nascosti dalla profonda oscurità della notte. Poche ore prima si era alzata da nord un'impetuosa tramontana che aveva subito puntato in direzione di Red Lake, laddove l'ampia depressione che circondava il lago avrebbe reso più facile il suo passaggio verso il sud della confederazione.

La temperatura era bruscamente scesa, lasciando che l'umidità del patio in legno della signorile villetta, a due piani, dove Mark si era trasferito mesi prima, ghiacciasse nel tempo di un solo giro di lancette. La vicinanza dell'abitazione alla sponda sud di Red Lake, ma soprattutto al bosco che lo circondava per l'intero perimetro, suscitava la sensazione d'un imminente, funesto presagio. Con il trascorrere delle settimane quella casa era divenuta per Mark il luogo perfetto dove riprendere a scrivere, cercando di dimenticare ciò ch'era successo pochi mesi addietro.

Il ragazzino, circa dodicenne, l'uomo incappucciato che aveva cercato di sequestrarlo, la violenta colluttazione, e infine lo sparo. Quel tragico, unico colpo che aveva d'improvviso cambiato il corso della sua esistenza di uomo qualunque. Da quel momento la notte, ma soprattutto il buio, erano divenuti gli acerrimi nemici di Mark. Intere notti le aveva trascorse a svegliarsi in preda ai peggiori incubi. Vere e proprie allucinazioni in cui la sua fantasia riusciva a sbizzarrirsi sino all'inverosimile. Ma Mark sapeva bene che ogni singolo ricordo, e paura, andavano metabolizzati.

Secondo un percorso della mente che richiedeva tempo. Mark non sapeva dire quanto, ma era certo che il processo di distacco dal dolore di quei terribili momenti non sarebbe avvenuto in fretta. Per questo aveva scelto una dimora tanto isolata e lontana dal mondo civilizzato, immersa nella natura più selvaggia, dove iniziare a scrivere il più incredibile dei suoi romanzi. La solitudine e il silenzio di luoghi ancora in gran parte non contaminati dalla mano dell'uomo avrebbero aiutato la sua memoria a lasciar sedimentare i tristi avvenimenti dei quali era stato, suo malgrado, protagonista. Tutto ciò di cui aveva ritenuto vi fosse bisogno per i primi tempi del suo eremitaggio se lo era fatto consegnare da un corriere espresso, il giorno stesso in cui era entrato in possesso della villetta di Red Lake.

A notte ormai inoltrata Mark non riusciva a dormire. Ci aveva provato ripetutamente, per oltre due ore, ma non era riuscito ad andare oltre un debole sonno, per giunta interrotto più volte dall'ululato insistente dei soliti lupi erranti in cerca di prede notturne da sbranare. Nonostante fosse da solo, distante decine di miglia dal caseggiato più vicino, quegli animali non lo intimorivano granché. Disponeva di due potenti fucili da caccia e di un'abbondante scorta di munizioni, ma soprattutto la casa, per quanto rustica e confortevole, era anche perfettamente moderna e sicura, a prova d'infrazione di qualunque tipo. Nessun lupo né altro animale selvatico, o magari essere umano malintenzionato sarebbe stato in grado d'impensierirlo.

Non, per lo meno, senza che lui se ne accorgesse per tempo.

Dopo l'ennesimo risveglio Mark si era deciso a scendere al piano di sotto per prepararsi una camomilla calda, nella speranza che il suo potere rilassante avrebbe saputo consegnarlo, in breve, tra le invitanti braccia di Morfeo. Le fiamme del camino, rimasto acceso quando era salito in camera da letto, circa due ore prima, continuavano a crepitare imperterrite, creando un costante rumore di sottofondo al pesante silenzio della notte già matura.

Quando la camomilla fu pronta l'uomo ne riempì una grossa tazza da latte e andò a sistemarsi sulla poltrona posta di fronte al camino. Il tepore irradiato nella sua direzione dalle fiamme che si agitavano irrequiete davanti a lui, rendeva ancor più piacevole assistere all'impagabile spettacolo del fuoco che ardeva.

Le fiamme si agitavano incapaci di sfuggire alla gabbia di mattoni rossi e vetro temperato entro cui si sarebbero lentamente consumate con il sorgere dell'alba.

Sorseggiando con calma la camomilla fumante, Mark ripensò ancora a quanto accaduto. Rivide con gli occhi della mente ogni singolo istante dell'assurda vicenda dal cui ricordo cercava invano da settimane di liberarsi. Gli venivano in mente stati d'animo ed emozioni che si confondevano l'uno con l'altro: odio, vendetta, paura, coraggio. E poi ancora amore, amicizia, tradimento, sacrificio e compassione, ma non riusciva a spiegarsi come tanti sentimenti contrastanti potessero coesistere nel ricordo di un'unica, tragica vicenda. Mentre l'orologio a muro lasciava che i secondi facessero sentire il loro avvicendarsi, Mark si ripeteva che aveva fatto la cosa giusta. Se anche il destino, per assurdo, gli avesse concesso un'altra chance, permettendogli di tornare indietro nel tempo, per lui non sarebbe cambiato nulla. Avrebbe agito esattamente nel modo in cui era stato costretto dalle circostanze di quei drammatici, interminabili istanti. Più ci rimuginava più si convinceva di non aver nulla da rimproverarsi. Il trascorrere dei mesi avrebbe consegnato il suo senso di confusa inadeguatezza al buio muto e ovattato dei ricordi più lontani.

Pian piano l'effetto rilassante della camomilla iniziò a produrre i suoi effetti. Mark si schienò sulla poltrona e chiuse gli occhi. Le palpebre erano sempre più pesanti e difficili da tenere aperte.

Il sonno profondo cominciava rapidamente a guadagnare terreno, trascinandolo nella fase onirica da cui spesso non riusciva a uscire se non a prezzo di un terribile spavento. D'improvviso un rumore sordo parve spezzare l'incessante crepitìo delle fiamme nel camino. Mark rimase immerso nel suo stato d'incoscienza, ignaro di ciò che, silenziosamente, nel frattempo, sarebbe potuto accadere alle sue spalle.


Il 7° giornoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang