Capitolo 2

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Sfumai il tutto con le dita. Ciò che avevo davanti mi piaceva più del dovuto, e anche Mrs. Lynn sembrava apprezzare quando passò fra i vari studenti, dando un'occhiata veloce a tutti i fogli. Fui davvero felice del risultato quando la lezione terminò e posizionai il foglio nell'angolo dell'aula, assieme agli altri. Cercai di spostare le ciocche di capelli che avevo davanti agli occhi senza sporcarmi troppo.
«Allora, Beverly..» Mrs. Lynn si avvicinò a me, a braccia conserte. «La mostra si sta avvicinando. Hai trovato il tuo soggetto?»
Sorrisi ampiamente. «Sì, Mrs. Lynn. Inizierò a dipingere la settimana prossima.»
«Sei sicura di riuscire a finirlo in tempo?»
«Minimo tre giorni e sarà pronto.»
La signora mi sorrise. «Sono contenta. Dobbiamo fare una buonissima impressione.»
«Lo so, Mrs. Lynn.» Ammisi, mettendo l'ultimo libro nella tracolla e posizionandola poi sulla spalla.
Mi fece cenno con la mano mentre lasciavo la mia postazione per dirigermi fuori dalla classe. Appena misi un piede fuori notai Harry appoggiato allo stipite, con un sorriso che gli contornava il volto e le mani dietro la schiena.
«Che ci fai qui?» Risi.
«Uhm, sapevo che questa era la tua ultima lezione, e poi è venerdì.. E questo è per te.»
Da dietro la schiena tirò fuori una piccola scatola vellutata color blu. Gli sorrisi e, mentre camminavamo in cortile, la aprii: al suo interno era riposto un ciondolo d'oro bianco che ritraeva una tavolozza ed un pennello.
«Harry, non... Perché?»
Mi guardò di soppiatto. «Questo è perché ti ho quasi uccisa.»
Risi. «Mi bastava che posassi per me.»
«Oh, approposito, quando cominciamo?»
«Mercoledì ti va bene?»
Lui annuì in risposta, poi mi avvolse un braccio attorno alle spalle. Appena fummo in cortile finimmo sotto l'attenzione di tutti, e come biasimarli se vedevano Harry con una come me e non con una come Tiffany. Ritrassi il pensiero prima di crollare emotivamente. Mentre attraversavamo il prato, Harry salutò un paio di persone, fermandosi poi da un gruppo di tre o quattro ragazzi. Mi prese per mano e mi trascinò con sé.
«Ragazzi, lei è Beverly.»
«Woah, non scherzavi nel dire che è una gran gnocca!»
Arrossii al complimento, vedendo poi Harry colpire il suo amico biondo sul petto. I suoi amici si presentarono, e a prima vista sembrarono simpatici e davvero molto uniti.
«Ti unisci a noi stasera?» Domandò il moretto al mio fianco.
Lo scrutai mentre buttava fuori il fumo della sua sigaretta. Avrei potuto dipingerli in gruppo. «Non lo so...»
«Avanti, piccola.» Harry mi sussurrò all'orecchio. «Ti prego.»
«Ti prometto che faremo i bravi!» Il biondo, che si presentò come Niall, alzò le mani in sua difesa. «E puoi portare un'amica, anche due.»
Sforzai un sorriso. Non so perché, ma sentivo che non era la cosa giusta da fare. Non quella sera. Conoscevo Harry da solo un giorno e i suoi amici da solo qualche quarto d'ora, e poi temevo ci sarebbe stata Tiffany. E avere quella bionda contro era l'ultimo punto della mia lista di cose da fare prima di morire. Sospirai e dissi loro che ci avrei pensato su, prima che Harry mi afferrasse nuovamente la mano, intrecciasse le nostre dita e mi portasse fuori dal cancello. Sentii gli occhi di tutti addosso finché non svoltammo l'angolo. Intravidi il Pick-Up argento di Harry a pochi metri di distanza da noi.
«Non ti mette a disagio avere gli occhi di tutti addosso?» Domandai, morendomi il labbro.
Harry scrollò le spalle, prese la mia borsa e la posò con la sua sui sedili posteriori. «Sarà che ci sono abituato.»
Una volta in macchina Harry accese la radio e si calò gli occhiali da sole sul naso. Lo imitai guardando fuori dal finestrino. Quando sentii la sua mano sulla mia coscia fare su e giù m'irrigidii, restando immobile. Respirai a fatica e persi diversi battiti; il mio cuore andava così veloce che pensai che Harry potesse sentirlo. Mi vergognai tantissimo di me stessa, non ero mai stata toccata in quel modo e solo quel suo movimento regolare mi faceva andare in tilt i nervi. Per scaricare la tensione cercai di parlare, ma le parole sembrarono congelate nella mia gola.
«Perché non subito?»
«Cosa?»
«Il quadro. Perché non lo iniziamo subito?»
Mi voltai a guardarlo. «Perché vuoi iniziarlo subito?»
«Non ho la certezza che stasera verrai a casa di Liam e quindi non ho la certezza che ti vedrò, perciò.. Voglio passare il pomeriggio con te.»
Ridacchiai silenziosamente. «Davvero gentile da parte tua.»
«Bisogna sempre essere gentili con le donne.» Disse.
"Tranne secondo mio padre" pensai, e sforzai un sorriso verso il ragazzo riccio alla guida. «D'accordo. Fammi solo avvertire la mia amica.»
«Ti porto a casa mia.»
Mi raggelai sul posto. Voleva presentarmi ai suoi nonostante ci conoscessimo a malapena? «Vuoi presentarmi ai tuoi?»
Scoppiò a ridere. Una fossetta gli contornò le labbra. «Sciocca, no! Pensavo di andare lì per il quadro. È un posto tranquillo, e i miei non ci sono.»
Mi rilassai a quell'affermazione. Cliccai il tasto invio sul cellulare ed aspettai la risposta di Kylie.
VA BENE. STASERA DA TREASURES ALLE 20.30. ABBIAMO LE PROVE.
OKAY.
Riposi il cellulare in tasca e sorrisi lievemente ad Harry quando lo scorsi a guardarmi dallo specchietto retrovisore.
Venti minuti dopo giravo su me stessa nella villa di Harry, incredula. Era la cosa più grande e spettacolare che avessi mai visto. Appena entravi ti si paravano davanti le scale che partivano da destra e sinistra, formando un semicerchio unito dalla ringhiera. Se passavi sotto trovavi l'enorme salotto affiancato dalla cucina. Rimasi a bocca aperta per circa cinque minuti.
«Hai contemplato abbastanza?» Rise il riccio, tornando da me con un bicchiere di succo d'arancia.
«Non mi avevi detto di essere ricco!» Azzardai.
Lui alzò le spalle. «Mio padre è uno scrittore che ha fatto fortuna.» Spiegò.
«E tu? Sei uno scrittore come lui?»
Annuì. «Uno scrittore in carriera, per la precisione.»

The showgirl [h.s]Where stories live. Discover now